Tempo Pasquale: Ascensione del Signore.
Domenica VII dell’Anno C (2024-25).
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Pasquale: Ascensione del Signore – Domenica VII dell’Anno C (2024-25)
Introduzione. Luca ci parla nel Vangelo e negli Atti dell’Ascensione di Gesù al cielo e di quello che la precede e anche accenna a quello che la segue; Ebrei ci ricorda che la salvezza ci viene dal sacrificio di Cristo e per mezzo dei sacramenti e con le corrette disposizioni interiori.
I - Luca 24,46-53 – 1. (a) Gesù nella prima parte dell'apparizione convince i presenti che è veramente lui e non un fantasma (24,36-43) e nella seconda li illumina sulla sua Passione e Morte, che l'AT aveva predetto di lui (24,44) con profezie, figure e simboli: ora apre la loro intelligenza a comprendere l'AT (24,45) e ricapitola: Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno (46) e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme (47). L'AT preannunzia Gesù e la sua missione salvifica e come riconoscerLo. Capiamo profezie, figure e simboli, con l'aiuto dello Spirito, che ha guidato gli eventi della storia della salvezza e ha ispirato gli Autori sacri. InvochiamoLo per leggere e studiare l'AT con la sensibilità dei Padri della Chiesa, che scoprivano il NT nell'AT. (b) Agli Apostoli Gesù annunzia che saranno testimoni (48), dei misteri della vita di Gesù, specie della resurrezione, con l'aiuto dello Spirito Santo: Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso, ma voi restate in città, a Gerusalemme, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto (49), che, ricevuto da Lui a breve (49), li abiliterà ad annunciare Gesù e la salvezza. Lo Spirito è il grande dono della Trinità per la salvezza dell’umanità: Egli continuerà la missione di Gesù in questo mondo, quando questi sarà salito al Cielo. Anche noi faremo bene ad approfondire il Suo ruolo nella nostra vita personale e nell’attività della Chiesa. InvochiamoLo spesso per aiuto e per vivere da veri discepoli di Gesù.
2. Poi Gesù li condusse fuori verso Betania, al Monte degli Ulivi, dove aveva dato inizio alla sua Passione; qui Egli alzate le mani, li benedisse (50), per invocare dal Padre per loro ogni bene, soprattutto spirituale. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, verso l'alto, in cielo (51). Gli Apostoli e gli altri discepoli presenti - forse circa 500 (cfr. 1Cor 15,6) -, si prostrarono in adorazione davanti a lui (52); poi tornarono a Gerusalemme e sperimentavano grande gioia, perché avevano visto glorificato il “loro” Gesù prima con la Resurrezione e adesso con l'Ascensione (52). Essi stavano sempre nel tempio, frequentandolo ogni giorno, lodando Dio (53). Luca racconta negli Atti (1,1-11) altri particolari dell'Ascensione. Riflettiamo anche su questi.
II - Atti Degli Apostoli 1,1-11 – (a) Luca ricorda che nel Vangelo ha riportato quello che Gesù fece e insegnò durante la sua vita terrena (1), fino al giorno in cui diede disposizioni agli Apostoli, che si era scelti a suo tempo sotto la guida dello Spirito Santo, e poi fu assunto dal Padre in cielo (2); durante quaranta giorni, fra la resurrezione e l'ascensione, Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro molte volte e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio (3). Tra l'altro, Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme (4) fino alla venuta dello Spirito Santo, in cui sarete battezzati, immersi, tra non molti giorni, a differenza di Giovanni, che battezzò con acqua (5); adesso dovevano attendere l’adempimento della promessa del Padre nell'AT, «quella – disse – che voi avete udito da me (4). Ma gli Apostoli speravano che Gesù ricostituisse il regno di Israele e gliene chiesero notizia (6); Egli rispose che sono cose riservate a Dio (7); essi invece si occupassero di altro: riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme… e fino ai confini della terra (8) con l'aiuto dello Spirito Santo. Luca riporta queste notizie, che ha ricevute dai testimoni oculari, ha accolte con fede e ha predicate lui stesso; anche noi le crediamo e le vogliamo testimoniare. (b) Detto questo, mentre lo guardavano, Gesù fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi (9), lo rese invisibile agli occhi umani. Essi stavano fissando il cielo, mentre egli se ne andava, quando due uomini in bianche vesti, Angeli, si presentarono a loro e li avvertirono (10) che era inutile continuare in quella posizione: Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo (11). Gesù, come è andato via ora, tornerà un giorno sulle nuvole, ma con grande potenza e gloria, visibile a tutti, per giudicare tutti gli uomini. Tra le due venute, Gesù è invisibile ma non è assente, perché Egli resta ogni giorno con la Chiesa, sua sposa e suo Corpo Mistico, in tanti modi, che noi dobbiamo solo imparare a valorizzare con la fede e la carità: Egli è presente nell’Eucarestia, in ogni Sacramento, nella Parola, nell’assemblea, nel ministro, nel prossimo, in ciascuno di noi per la fede e per la carità.
III - Ebrei 9,24-28; 10,19-23 - Gesù è venuto dal Cielo ora, una volta sola nella pienezza dei tempi (26) ed è apparso per annullare il peccato (26) di molti uomini (28), non di pochi, mediante il sacrificio di se stesso (26); perciò è venuto a offrire se stesso (25) e si è offerto (28) in sacrificio al Padre una volta sola (26; cfr. 28). In effetti Egli non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui (25), di animali, perché il Suo sacrificio consiste nell'offerta che Egli fa di sé al Padre per farne la volontà da quando è entrato nel mondo (Eb 10,7-9) alla morte in croce (Fil 2,6-11); è un solo sacrificio, che dura tutta la Sua vita e che raggiunge il vertice nella Sua Passione e Morte; siamo salvati per mezzo del sangue di Gesù (19; cfr. 25-26), non degli animali (25). Cristo, risorto e salito al Cielo, non è entrato in un santuario, come quello di Gerusalemme, fatto da mani d’uomo, che è solo figura di quello vero, ma nel santuario del cielo stesso (24), costruito da Dio; qui Egli presenta al Padre il suo sacrificio a nostro vantaggio come un sacerdote grande nella casa di Dio (21; 25) e così compare ora al cospetto di Dio in nostro favore (24; cfr. 7,25; Rm 8,34); Egli vi offre costantemente al Padre il suo sacrificio graditissimo, specie quando lo rendiamo presente nella celebrazione dell'Eucaristia e dei sacramenti. (b) Gesù col suo ingresso in Cielo ci ha aperto la strada per il paradiso e abbiamo piena libertà di entrare nel santuario celeste (19); questa è una via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne (20), la sua natura umana glorificata con la Resurrezione e Ascensione, via che noi percorriamo con Lui come membra del suo Corpo mistico. Le disposizioni interiori, che dobbiamo avere, sono 1. la fede: accostiamoci… nella pienezza della fede (22), 2. la speranza: Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso (23), 3. il cuore libero dal peccato: con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza (22), 4. il battesimo: il corpo lavato con acqua pura (22): in sintesi, un cuore sincero (22); anche perché per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio (27), prima il particolare e poi l’universale: Cristo apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza (28). Riflettiamo sulla misericordia di Dio per noi, sui tanti mezzi di salvezza che ci dà e sul poco che ci chiede per raggiungere la felicità perfetta. I mezzi minimi sono sempre gli stessi: preghiera ogni giorno, messa ogni domenica con la comunione e la confessione almeno mensile.
EUCARESTIA. Gesù è asceso al Cielo, ma resta con noi in tanti modi, e specie nelle sue presenze sacramentali. Chiediamo per l’intercessione e i meriti di Maria e Giuseppe, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni, che ci ottengano la grazia di accoglierLo con fede e di vivere nella carità il nostro rapporto con Lui e i fratelli. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà… (46). L’AT aveva preannunciato la Passione e Morte di Gesù in luoghi più chiaramente, in altri meno. E anche Gesù le annuncia, ma come la mente degli Apostoli era chiusa alle profezie dell’AT così lo è con quelle di Gesù sul medesimo argomento: il problema non è la mancanza di intelligenza, ma di disponibilità a credere.
2. Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati…(47). E’ l’universalismo che affiora di tanto in tanto nell’AT: la salvezza non era riservata al popolo ebreo, ma tutti erano chiamati a conoscere, amare e servire Dio, in vista della gloria di Dio. Ma la salvezza avviene sempre per i meriti di Gesù ed è un dono di Dio e non un diritto o ricompensa.
3. Tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio (52-53). La separazione da Gesù non è fonte di tristezza ma di gioia, perché sanno che Egli resta con loro in tanti modi (cfr. Mt 28,20): si tratta di presenza invisibile attraverso i segni o anche senza segni. E il Tempio, casa di Dio e dei figli di Dio, resta per ora nell’ambito della loro attenzione.
4. Gli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo (2). Nei vv 5 e 8 si parla dello Spirito Santo. Gli Atti sono pieni di riferimenti allo Spirito Santo e alla sua attività nella Chiesa e nei singoli, al punto che si è parlato di questo Libro come del “Vangelo dello Spirito Santo”. In effetti tutto il mondo soprannaturale è sotto la guida e l’animazione dello Spirito.
5. Abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù (22): non nel santuario della Gerusalemme terrena, che sarà distrutta con esso fra poco, ma in quello della Gerusalemme celeste, che è tutta Dimora di Dio, perché è Dio stesso il suo tempio e la sua lampada è l’Agnello (cfr. Ap 21,22). (mons. Francesco Spaduzzi)