Giuditta decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi
A cura di Manuela Moschin
Artemisia Gentileschi (Roma 1593 - Napoli 1652/53), la pittrice caravaggesca che subì sofferenze atroci anche a livello corporeo, è l’autrice di questo formidabile dipinto intitolato Giuditta decapita Oloferne (1620 circa), una delle opere più ammirate alle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Un tema che fu trattato anche da Caravaggio nel 1602 circa, la cui storia deriva dalla Bibbia e precisamente dal Libro di Giuditta, dove Giuditta descrisse così la vicenda: “Dio lo ha colpito per mano di donna”.
La drammaticità della scena si acuisce tramite il gesto cruento della protagonista, che si scaglia contro il crudele Oloferne, il generale assiro affascinato dalla bellezza di lei, la quale liberò il popolo dall’assedio dell’esercito di Nabucodonosor. La presenza delle gocce di sangue che schizzano, dalle quali Giuditta si allontana per non macchiare l’abito, l’effetto della spada conficcata nel collo, la testa afferrata per i capelli e il volto stravolto di Oloferne rendono la scena ancor più macabra e realistica. Straordinario anche l’effetto naturalistico creato sulle vesti e l’espressione spietata di Giuditta che non dimostra nessun segno di rimorso.