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Solofra. DOPO I POZZI ……SEQUESTRATE ANCHE LE VASCHE !

Eravamo rimasti al Titanic, ai TCE party e…..”all’inconsapevole” leggerezza dell’essere.

Purtroppo dopo tre mesi la gestione dell’acqua è sempre emergenziale, incompetente, insicura, pericolosa e tragica. I due pozzi pubblici di acqua potabile contaminati dal TCE sono ancora sotto sequestro e i pozzi industriali contaminati sono sempre chiusi : la nave continua ad affondare ed il comandante invece di mettere i passeggeri  sulle lance di salvataggio, li “butta a mare” senza salvagente.

DI CONCRETO NULLA È STATO FATTO: nessun piano di indagine preliminare, nessun piano di caratterizzazione e nessuna bonifica.

 Tra qualche mese il caldo amplificherà i disagi dovuti alla riduzione della portata idrica  delle forniture di acqua potabile e, nelle nostre case, molti rubinetti resteranno a secco perché l’Irno Service spa fornisce acqua potabile alle aziende conciarie per la produzione industriale : avremo una popolazione con poca acqua potabile e un’industria conciaria senza pozzi industriali.

Solofra è guidata da un comandante che non conosce “le carte nautiche”, naviga a vista (e a sviste!) nelle sue paure ed è privo di capacità gestionale, fa di tutto e di più ma….. in pejus…  e cerca di sorprenderci con effetti speciali : le famose ordinanze di revoca col “trucco”, quelle che dovevano farci uscire dalla crisi in un batter d’occhio (nei famosi dieci giorni) e che hanno esposto i conciatori, al pericolo di arresto.  

Per fortuna le istituzioni -  diverse dal Comune di Solofra - sono scienza e non fantascienza.  

Le ordinanze di revoca di Vignola si sono rivelate una “bufala”, gli atti emanati da un indagato sono “inutiliter dati” : i pozzi industriali non possono essere utilizzati dai conciatori  sic et simpliciter ma occorrerà prima fare un’indagine preliminare, smaltire l’eventuale rifiuto pericoloso tramite ditta specializzata, fare il piano di caratterizzazione e l’eventuale piano per la bonifica e/o messa in sicurezza e ripristino ambientale.

Per i conciatori oggi la situazione è particolarmente grave perché -  “per pura combinazione” (?) a seguito delle ordinanze di revoca di Vignola - le forze dell’ordine hanno proceduto al sequestro preventivo di diversi pozzi industriali e delle annesse vasche di accumulo

MI RITORNA IN MENTE LA STORIA DI GANCI, del Prefetto di ferro (Cesare Primo Mori) e del brigante Albanese:  l’acqua Vuscenza ……..…. né levaru l’acqua!….Vuscenza…....... oltre all’acqua né levaru .……pure a vasca”!!

L’epilogo della storia di Ganci lo conoscono tutti:  l’acqua rimasi intu u’ mari a Palermo e non vinni mai a Ganci; U  Zu’ Calogero non riuscì a dunari l’acqua a Ganci….. però si assunse la responsabilità del fallimento ed il giorno successivo (non entro 10 giorni) si consegno al Prefetto, scambiando  la sua vita con l’acqua per la sua gente…….... per mantenere per l’ultima volta la sua parola di uomo!!!!!!”

Con la chiusura delle vasche, le aziende sono impossibilitate ad eseguire qualsiasi operazione in botte : se prima potevano almeno “respirare” adesso sono state completamente “soffocate”.

Siamo sempre in continua emergenza e “non esiste alcuna capacità programmatorio-gestionale”: solo “goffi tentativi di tirare a campare”. La storia dell’emergenza TCE a  Solofra non avrà fine  finché non si faranno da parte gli attuali  responsali della gestione.

Il primo cittadino deve farsi da parte, il suo tempo è finito con la “tentata” revoca delle ordinanze di chiusura dei pozzi industriali contaminati, il conflitto d’interessi dato  dalla sua permanenza a Palazzo Orsini in qualità di indagato di gravi reati e i suoi improvvidi tentativi di “fare senza sapere dove andare” scaricando sugli altri (conciatori, Provincia, ASL ARPAC, etc) le responsabilità della disastrosa gestione dell’emergenza, impediscono il varo di un serio programma di uscita dall’emergenza.

IL PROBLEMA NON È DI INDENNITÀ E NEMMENO DI VANITÀ …..... MA DI ORGOGLIO ED AMOR PROPRIO.

È difficile per chiunque ammettere di non essere stato in grado di fare, da sindaco, il meglio possibile per la propria Città. Di fronte a certi risultati però deve prevalere il senso di responsabilità :  la città non può andare alla deriva e non si può insistere con l’accanimento terapeutico nemmeno contro se stessi.

Ci hai provato! Non ci sei riuscito! Basta! Altrimenti l’orgoglio e l’amor proprio si trasformano  in “capriccio”.

Non è giusto che un comandante, rivelatosi poco avvezzo alla navigazione, non volendo ammettere di aver fallito, affondi insieme alla nave per orgoglio ed amor proprio……. ma non è nemmeno giusto………..affondare una  nave che, con altra guida, può tranquillamente navigare!!!!!!  

Ad un certo punto chi ha fallito l’impresa deve potersi legittimamente ritirare con diritto anche all’onore delle armi : è giovane, si è impegnato, ci ha messo …. cuore (?)…… non ce l’ha fatta …. andiamo avanti …..  diamo ad altri la possibilità di governare la Città.

Abbiamo avuto sei candidati sindaci per il dopo Guarino……… ne troveremo sicuramente  tantissimi  per il dopo Vignola!!!!

mariomartucci

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