Luca Ricolfi e la guerra in Ucraina
Caro direttore, ha scritto il sociologo Luca Ricolfi (all'interno dell'articolo dal titolo "Bloccare Putin, non punirlo", pubblicato da La Repubblica del 30 aprile) che per Usa, Gran Bretagna e Zelensky vincere significa cacciare Putin dall'Ucraina e che il fatto che l'impresa possa richiedere anni, comportare la completa distruzione materiale dell'Ucraina nonché il sacrificio di migliaia (se non milioni) di vite umane sembra importare poco. Innanzitutto mi chiedo perché Ricolfi parla di Usa e Gran Bretagna e poi solo di Zelensky. Secondo lui Zelensky non rappresenta l'Ucraina? Secondo me si, visto che non vedo, non sento e non leggo ucraini che dissentono da lui. Inoltre l'opzione nucleare da parte dei russi è da escludere perché sanno che sarebbero distrutti anche loro, non solo l'Europa e l'Ucraina. Infine la scelta se continuare o meno il conflitto deve spettare agli ucraini, le vere vittime. Devono essere loro a scegliere se continuare a combattere per la loro indipendenza e la loro integrità territoriale anche a costo di continuare a subire vittime umane e distruzioni materiali. Le iniziative diplomatiche per fermare la guerra ci possono e ci devono essere ma esse non possono imporre agli ucraini di non dire l'ultima parola.