Tempo Ordinario: Domenica 15.ma dell'Anno B
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo Ordinario: Domenica 15.ma dell'Anno B
I - Marco 6,7-13 - 1. Gesù, mesi prima, dopo una notte di preghiera sul monte (Lc 6,12), scese fra i discepoli e chiamò quelli che volle (Mc 3,13): erano i 12 Apostoli (Mc 3,16-19). Il motivo di quella scelta era di tenerli con sé (Mc 3,14) sempre, per dare loro una formazione solida. Stando assiduamente con Gesù, ne ricevevano le confidenze più intime e conoscevano tutti i particolari della sua vita. Gesù è la verità totale (Gv 14,6) e la bontà totale; ogni sua azione e parola sono una manifestazione della vita trinitaria, del mondo divino, a cui appartiene Gesù: ogni sua azione e parola è sorgente di grazia per vivere secondo quella Parola. Gli Apostoli hanno la possibilità di contemplare notte giorno Gesù e di attingere da lui tutte le ricchezze divine: Egli è fonte di vita e di santità e in lui sono tutti i tesori di sapienza e di scienza, anche se la comprensione piena di ciò che gli Apostoli vedono e odono e sperimentano l'avranno solo con la venuta dello Spirito. Anche noi dobbiamo con lo studio e la meditazione avere questo contatto continuo con Gesù; chiediamo allo Spirito Santo di farcene penetrare il significato profondo. Dedichiamo ogni giorno mezz'ora - e meglio un'ora - alla meditazione, magari incominciando con una decina di minuti. (b) Gesù li prende con sé per poi inviarli nel mondo a continuare il suo ministero con la predicazione, in modo da ottenere la conversione degli ascoltatori (12 Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse; cfr. Mc 3,14). Quella Parola. che hanno ascoltato da Gesù, la devono annunciare agli altri per portarli alla fede in lui, in modo da condurli a condividere il suo modo di pensare. Altro impegno è quello di cacciare gli spiriti immondi (7 e dava loro potere sugli spiriti impuri; 13 scacciavano molti demoni; cfr. Mc 3,15), che sono i veri e immutabili nemici del Regno di Dio e del bene dell'uomo: essi vogliono impedire la diffusione del Regno di Dio, che offre la salvezza a ciascuno; bisogna sottrarre gli uomini dal loro dominio e aiutarli a difendersi contro di loro con la preghiera e i sacramenti e la vita cristiana. Infine devono occuparsi nelle guarigioni dei malati per mezzo dell'unzione con olio (13 ungevano con olio molti infermi e li guarivano): i miracoli servono ad aiutare le persone a capire che l’insegnamento degli Apostoli viene da Dio e quindi tutti vi possono aderire con sicurezza e lo devono fare per salvarsi.
2. (a) Gesù li manda a predicare in due (7 Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due) per sostenersi a vicenda nelle difficoltà, ma anche perché la predicazione è testimonianza alla verità e secondo la Legge ebraica bisognava essere almeno in due ad attestarla. (b) Gesù ordina loro di accompagnare con uno stile di povertà la loro predicazione. Il motivo è che essi sono a servizio del Regno di Dio e Dio si prenderà cura di loro: essi devono aver fiducia nella Provvidenza e praticare il disinteresse. Perciò avranno un bastone per appoggiarsi e per difendersi dagli animali selvatici e non porteranno provviste di cibo né contenitori per essi (8 E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca) né denaro nella cintura (8); porteranno i sandali e solo una tunica (9 ma di calzare sandali e di non portare due tuniche). I missionari si devono fidare di Dio e della carità, che essi sapranno suscitare in coloro che crederanno in Gesù per la loro parola; si accontenteranno dell’essenziale. Anche per l'ospitalità si appagheranno di quello che l'ospite può dare loro senza cambiare casa in vista di un trattamento migliore (10 E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì). (c) Bisogna anche prevedere un eventuale rifiuto del Vangelo da parte della gente (11 Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero), come Gesù ha sperimentato al suo paese (Mc 6,1-6); in questo caso gli Apostoli si allontaneranno e scuoteranno la polvere dai calzari (11 andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro), per significare la rottura totale con gli ascoltatori: questi hanno rifiutato Dio e il suo Regno e il predicatore si sposta e porta la Parola altrove. L’insuccesso non deve scoraggiare l’Apostolo: l’importante è che egli abbia fatto il suo dovere e ce l’abbia messa tutta sul piano naturale e soprannaturale per aiutare le persone a credere in Gesù; prenda atto del rifiuto e vada a predicare altrove; sappia che Gesù è con lui, lo appoggia e lo sostiene. Preghiamo per gli apostoli di tutti i tempi.
II – Amos 7,12-15 – Amos è un pastore di pecore e agricoltore (14 ero un mandriano e coltivavo piante di sicomoro), ma proprio mentre segue il suo gregge, il Signore lo afferra e gli rivolge la parola per affidargli la missione di profeta per il popolo d'Israele (14 Il Signore mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele). La situazione del regno del Nord si fece disastrosa subito dopo il distacco delle tribù del Nord dal regno del Sud a opera di Geroboamo; Dio gli aveva promesso la protezione per il regno del Nord se fosse rimasto fedele; ma egli costruì 2 templi, uno a Betel, ai confini del regno del Sud, e uno all'estremo Nord, e mise un vitello d’oro in ciascuno, per impedire i contatti col regno del Sud e col Tempio di Gerusalemme e per onorare Dio sotto tale immagine, cosa severamente proibita dalla Legge. Nei due templi il re mise falsi sacerdoti, che rovinavano i fedeli. Dio vuole salvare anche questa parte del suo popolo e manda il profeta Amos e altri (15 Il Signore mi prese,/ mi chiamò mentre seguivo il gregge) per riportarli sulla retta via. Dio ci ama, anche se siamo peccatori, e fa di tutto per salvarci; era compito dei Profeti di riportare ciascun ribelle sulla retta via, aiutandoli a prendere coscienza che erano peccatori. (b) Ma la predicazione di Amos, che vuole riportare al vero Dio e al retto culto, provoca la gelosia e l'opposizione di Amasia, sacerdote del tempio di Betel; egli ricorda ad Amos (12 Amasia disse ad Amos) che Betel è tempio ufficiale del re (13, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno); perciò gli ordina di smettere di profetizzare in quel luogo (13 ma a Betel non profetizzare più), e di andare via e ritirarsi nel territorio di Giuda, nel regno del Sud (12 Vattene, veggente, ritirati nella terra di Giuda); là potrà guadagnarsi da vivere, facendo il profeta (12 là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare). Amos gli contrappone che egli non è profeta di professione come altri (14 Amos rispose ad Amasia e disse: Non ero profeta né figlio di profeta), ha un suo mestiere e fa il profeta per chiamata di Dio. Ammiriamo il coraggio di Amos, che esercita la sua missione con rischi gravissimi in territorio nemico, e addirittura nel tempio del re. Egli è fedele alla chiamata di Dio e alla Sua Parola da trasmettere. Dio gliene dà la grazia e lui corrisponde. In realtà Dio dà a ogni credente la grazia di essere fedele e di annunziare con coraggio la Parola di Dio; è necessario farsi docili a Lui.
III - Efesini 3,1-14 – (a) Paolo esalta Dio Padre, che ci ha arricchiti di ogni bene spirituale in Cristo (3 Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,/ che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo). egli ci ha conosciuti, amati ed eletti, in Gesù Cristo dall'eternità, per essere santi grazie alla carità (4 In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo/ per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità), e ci ha predestinati a diventare suoi figli adottivi mediante Gesù, secondo il suo piano d'amore (5 predestinandoci a essere per lui figli adottivi/ mediante Gesù Cristo,/ secondo il disegno d’amore della sua volontà). Tutto questo perché sia esaltata la sua benevolenza gratuita per noi, che ci dona nel Figlio Gesù (6 a lode dello splendore della sua grazia,/ di cui ci ha gratificati nel Figlio amato). Al Padre è attribuito il piano di salvezza dell'umanità, che consiste nel farci diventare tutti adoratori del Padre per l'opera redentrice di Cristo. (b) E’ Gesù che ci ha redenti e ci ha meritato il perdono dei peccati nella sua infinita benevolenza (7 In lui, mediante il suo sangue,/ abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,/ secondo la ricchezza della sua grazia), che ha versato su di noi insieme i doni della sapienza e della comprensione (8 Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi/ con ogni sapienza e intelligenza): ci ha fatto conoscere il mistero della salvezza (9 facendoci conoscere il mistero della sua volontà,/ secondo la benevolenza che in lui si era proposto), che realizza nella pienezza dei tempi: portare tutti gli esseri razionali e irrazionali sotto Cristo come capo (10 per il governo della pienezza dei tempi:/ ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,/ quelle nei cieli e quelle sulla terra); per mezzo di Gesù noi siamo eredi di Dio (11 In lui siamo stati fatti anche eredi,/ predestinati – secondo il progetto di colui/ che tutto opera secondo la sua volontà), predestinati a dargli gloria (12 a essere lode della sua gloria). Gesù è il redentore; egli ci ha salvati nel passato e continua a salvarci ora. Perciò dobbiamo restare membra vive del suo Corpo. (c) Per Gesù abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo, che ci era stato promesso nell'AT e da Gesù (13 avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso); lo Spirito è la caparra dell'eredità, che riceveremo: essa rappresenta il completamento della redenzione di quelli che Dio si è acquistati (14 il quale è caparra della nostra eredità,/ in attesa della completa redenzione/ di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria) per mezzo di Gesù e dello Spirito Santo. Il dono dello Spirito ci è indispensabile per vivere da redenti e credenti. (d) Il nostro impegno deve essere di ascoltare la Parola del Vangelo e credere in essa (13 In lui anche voi,/ dopo avere ascoltato la parola della verità,/ il Vangelo della vostra salvezza,/ e avere in esso creduto) e sperare in Cristo, che ci ha meritato tutto (12 noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo); oggetto della benevolenza e dell'amore di Dio Padre Figlio e Spirito (3.6.7), anche noi dobbiamo vivere nell'amore (4). Dobbiamo praticare le virtù teologali per essere salvati e solo per questa via possiamo realizzare il fine della nostra vita e di tutto il Creato: la gloria di Dio (6.12.14), cioè conoscere e amare e servire Dio e farlo conoscere, amare e servire. Dio ce lo conceda nella sua misericordia.
EUCARESTIA. Gesù manda gli Apostoli allora e i loro successori oggi ad annunziare il Vangelo; dà a quest’ultimi gli stessi poteri ed esige lo stesso stile di vita povera e lo stesso affidamento a Dio, che chiedeva 20 secoli fa; la grazia si attinge dall’incontro con lui nella Parola e nell’Eucarestia. Chiediamo alla Vergine del Carmelo e a S. Giuseppe, ai nostri Angeli Custodi e ai Santi Patroni di accogliere con docilità la Parola e il dono di metterla in pratica.