Tempo Ordinario: Domenica XIII dell'Anno B
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo Ordinario: Domenica XIII dell'Anno B
I - Marco 5,21-43 – 1. (a) Una donna, malata per perdite di sangue da dodici anni (25) - cosa che le impediva la vita sociale e religiosa normale e che era stata curata con l'aiuto dei medici con ulteriori danni (26) - sente parlare di Gesù e dei miracoli di guarigioni, che compie (27a), e si convince (27) che Egli la guarirà se riesce a toccargli l'orlo della veste (28 Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata»); così fa intrufolandosi fra la folla (27); guarisce all’istante e lo sente (29 E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male). Grande è la fede della donna (cfr. 34), che lei riceve da Dio, ascoltando i racconti dei miracoli: la fede incomincia e si alimenta con l'ascolto della Parola di Dio: di qui la necessità ascoltare la predicazione, che la Chiesa mette a disposizione, e di leggere e meditare ogni giorno la S. Scrittura. La Parola di Dio è uno dei tanti modi di presenza di Gesù, ma ce ne sono altri a nostra disposizione. (b) Anche Gesù sente che una energia è uscita da lui e alla folla, che lo accerchia, chiede chi ha toccato le sue vesti (30 E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?»). Gli osservano i discepoli che tanti lo toccano (31). Gesù continua a guardarsi attorno (32) e la donna si prostra davanti a Gesù col timore, che le ha provocato l'incontro col soprannaturale, e racconta tutto a Lui e ai presenti (33). Gesù conferma il miracolo, avvenuto per intervento divino e per la fede della donna, e la rimanda guarita, rassicurata e in pace: Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male» (34). L'incontro con Gesù nelle varie presenze è sempre efficace, perché ci mette in contatto col Dio fatto uomo, infinitamente potente, sapiente è buono; ma raggiunge l’efficacia piena, anche con grazie straordinarie e miracoli, solo se c’è la nostra collaborazione, cioè la nostra fede in Gesù, la nostra volontà di aprirci ad accoglierLo senza riserve. A volte Gesù ci fa aspettare prima di accontentarci, come quando manda il cieco alla piscina di Siloe o i lebbrosi dai sacerdoti, ecc., ma nell’attesa ci arricchisce con altre grazie, che ci sono più urgenti o sono previe a quelle richieste con fede. Valorizziamo tutte e sette le presenze di Gesù, specie l'Eucaristia, la Parola i fratelli, il nostro cuore per la fede e la carità, senza trascurare gli altri 6 Sacramenti, l’assemblea e il ministro. E’ sempre lo stesso Gesù presente, con tutta la sua capacità di sprigionare energia e grazia.
2. (a) Gesù si sposta lungo la riva del Lago di Tiberiade, circondato da molta folla (21); gli si prostra innanzi Giairo, capo della sinagoga (22) e lo supplica con insistenza per la sua figlioletta di 12 anni, che è moribonda; gli chiede di imporle le mani e guarirla (23 e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva). Gesù acconsente ad andare con lui a casa sua, mentre una grande folla continua a stargli intorno (24). Certo anche Giairo ha sentito parlare di Gesù e dei suoi miracoli; forse ha anche assistito a qualcuno di essi nella sinagoga; poiché ha fede in Gesù, lo supplica con insistenza e intensità per la guarigione della figlia. Egli sa che la fede è indispensabile per ottenere i miracoli. Il fatto che Gesù rimprovera i discepoli per la loro poca fede ci rivela che possiamo farla crescere, alimentandoci con la Parola di Dio. La fede non è necessaria solo per ottenere grazie, ma anche per vivere la vita cristiana con motivazioni forti e chiare. (b) Gesù aveva appena guarito l'emorroissa, che arriva a Giairo la notizia della morte della figlia con l'invito a non disturbare ulteriormente Gesù, il Maestro (35 Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?»). In fondo la gente pensava che Gesù poteva guarire gli ammalati, ma non risuscitare i morti. Gesù invece esorta Giairo a non temere e a perseverare nella fede in Lui (36 Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!»). Però si separa dalla folla e degli Apostoli porta con sé solo Pietro, Giacomo e Giovanni (37), perché questi tre assisteranno alla manifestazione della grandezza di Gesù nella Trasfigurazione e anche alla sua grande umiliazione e debolezza umana nel Getsemani. Nelle difficoltà accogliamo l’invito di Gesù a perseverare nella fede, continuando ad alimentare fiduciosa speranza in Dio. Qualsiasi cosa accada e anche quando tutto sembri perduto, conserviamo la sicurezza che Dio ha già una soluzione a portata di mano e ce la mette a disposizione. Comunque tutto Egli può far risultare a nostro vantaggio (Rm 8,28). (c) Arrivano con Giairo a casa sua Gesù e i 3 Apostoli e trovano la gente in agitazione fortissima (38) - secondo le abitudini orientali -. Gesù dice loro che la bambina dorme (39 Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme») e viene deriso (40 E lo deridevano); Gesù fa allontanare tutti, eccetto i genitori e tre Apostoli, ed entra nella stanza, dove giace la bambina morta (40), la prende per mano e le ordina di alzarsi (41 Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: alzati!».); essa riprende vita e movimento con grande stupore dei presenti (42 E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore). Gesù dice di darle da mangiare e raccomanda il silenzio sul miracolo (43), cosa ben difficile da osservare giacché in tanti hanno saputo della sua morte e ora la vedono viva. Gesù è Dio e uomo, e perciò onnipotente; ogni miracolo è a lui possibile, anche ridare la vita ai morti, come fece col figlio della vedova di Nain e Lazzaro. E’ proprio quest’ultimo miracolo che porta al massimo l'odio dei suoi avversari e la loro paura di perdere il potere sulla gente. Crediamo in Gesù, adoriamolo come Dio e uomo, ripariamo le offese e le ingratitudini, che egli riceve.
II - Sapienza 1,13-15; 2,23-24 – (a) Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza (Gn 1,26), a immagine della propria natura (23); come Lui è incorruttibile, così ha creato l'uomo (23 Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità); come Dio è giusto e immortale (15 La giustizia infatti è immortale), così doveva essere l'uomo. Dio ha creato tutti gli esseri perché esistano (14 Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano) e collaborino alla salvezza dell'uomo (14 le creature del mondo sono portatrici di salvezza,). Dio ha creato tutto bene e ogni creatura è uscita buona dalle sue mani (Gn 1) e doveva aiutarci a vivere bene la nostra vita sulla terra (14 in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra); purtroppo le cose sono andate diversamente dal piano originario di Dio a causa del peccato dei nostri progenitori. Impariamo a contemplare il creato con l’occhio di Dio e come uscì dalle sue mani: esso resta bello e buono; impegniamoci a scoprire in ogni creatura l’impronta della potenza, sapienza e bontà infinite di Dio; usiamola per la gloria di Dio. (b) La conseguenza è che Dio non ha creato la morte e si dispiace della distruzione delle sue creature (13 perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi); in esse comunque non c'è sorgente di morte (14). Come è entrata allora la morte nel mondo? All'origine di tutto c'è l'invidia del diavolo per l'uomo (24 Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo) e il fatto che gli uomini hanno preferito seguire i suggerimenti del diavolo, anziché obbedire agli ordini di Dio: i progenitori peccarono e noi li abbiamo imitati con i nostri peccati; così l'uomo si è sottratto all'influsso benefico e amoroso di Dio e si è sottomesso al dominio malefico del diavolo, che si lascia guidare in tutto dal suo odio per noi. Il risultato è anzitutto la morte spirituale dell’uomo con la rottura dell’amicizia con Dio e la perdita della vita divina, accompagnata dalla separazione da Dio in questo mondo col rischio di perpetuarla per l'eternità; quando poi viene il tempo, ci sarà anche la morte fisica dei progenitori e dei loro discendenti (24 e ne fanno esperienza coloro che le appartengono). Dio però nella sua misericordia, prima di allontanare i progenitori dal paradiso terrestre, annuncia loro il rimedio nell'opera redentrice di Gesù, che restituisce già ora la vita divina e darà la vittoria sulla morte fisica con la resurrezione dei corpi alla fine del mondo.
III - 2Corinzi 8,7.9.13-15 - Gesù deve essere il maestro e il modello di tutti i suoi discepoli; anche dei Corinzi: essi conoscono bene la misericordia, che Gesù ha avuto per l'umanità (9 Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo): egli è infinitamente ricco in quanto Dio e ha a sua disposizione ogni creatura; eppure si è fatto povero, prendendo la natura umana da noi, la quale diventa la sua povertà e per mezzo della quale ci arricchisce dei suoi doni (9 da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà). Anche i Corinzi sono ricchi di doni spirituali: fede abbondante, conoscenza di Dio e di Gesù, sollecitudine nel fare il bene, carità verso il prossimo, suscitate e alimentate in loro dalla parola e dall'esempio di S. Paolo (7 E come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato); perciò li esorta a essere generosi anche nell'opera di carità verso i fratelli poveri della comunità di Gerusalemme (7 così siate larghi anche in quest’opera generosa): non si tratta di diventare poveri per aiutare gli altri (13 Non si tratta infatti di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri), ma di creare uguaglianza (13; 14): a suo tempo i cristiani di Gerusalemme, nonostante la loro povertà, inviarono missionari dappertutto a loro spese; adesso i cristiani di Corinto aiutino i fratelli poveri della comunità madre (14 Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza). Nell’AT Dio con un miracolo realizzò l’uguaglianza: fece sì che chi raccoglieva più manna non se ne trovava più di quanto gli abbisognava (14-15 come sta scritto: 15 Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno); adesso, mossi dalla grazia di Dio, i fedeli di Corinto ora aiutino i fedeli poveri di Gerusalemme e così creino parità con loro. Gesù è la sorgente di ogni nostra ricchezza spirituale, perché ci ha meritato tutto e ci dona tutto quello che abbiamo; noi, che viviamo di Gesù e per mezzo di Gesù, dobbiamo aiutare i nostri fratelli con le opere di misericordia spirituale e corporale; e Gesù certamente sarà generoso con noi. Uniamoci a lui nella fede e nella meditazione - e ancora di più nei sacramenti e nell’eucaristia.
EUCARESTIA. L’incontro con Gesù, nell’ascolto della sua Parola, e il contatto con lui, nel ricevere la comunione eucaristica, sono sorgente di luce per la nostra intelligenza e per la nostra fede e sorgente di calore per il nos tro cuore e la nostra carità: attingiamo senza misura, perché è inesauribile. La Vergine Maria del Perpetuo Soccorso e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni ce li ottengano in abbondanza.