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Tempo Ordinario: Domenica X dell'Anno B. SS. Corpo e Sangue di Cristo

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com

Tempo Ordinario: Domenica X dell'Anno B – SS. Corpo e Sangue di Cristo

I - Marco 14,12-16.22-26 - 1. (a) Il 14 di Nisan entro le 11 di mattina, gli Ebrei eliminavano ogni cibo con lievito e alle 15 immolavano a Dio l'agnello per la celebrazione della Pasqua; questo giorno veniva indicato come primo giorno degli azzimi, anche se realmente il primo era il 15, che incominciava la sera del 14, quando si mangiava l'agnello (12 Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua). I discepoli chiedono a Gesù dove vuole che essi preparino per celebrare la Pasqua (12 i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?»): si trattava di provvedersi dell'agnello pasquale, di comprare pane ed erbe e ingredienti vari, ecc., e ci voleva tempo. La Pasqua era la festa più importante, perché celebrava l'intervento di Dio per liberare gli Ebrei dalla schiavitù degli Egiziani e la loro costituzione in popolo di Dio per mezzo dell'alleanza tra Dio e il popolo. Dio aveva ordinato che, prima di partire, essi immolassero un agnello, lo consumassero nel corso di una cena e il suo sangue fosse messo sugli stipiti delle porte, per ottenere la preservazione dei loro primogeniti dalla morte. Le nostre feste religiose, invece, sono celebrazioni di eventi della vita di Gesù – non di date -, che libera gli uomini dalla schiavitù di Satana: esse creano e fanno maturare il nuovo popolo di Dio, fatto tale grazie all’alleanza in Gesù. (b) Gesù ordina a Giovanni e Pietro di andare in città e seguire un servo (13) fino alla casa del suo padrone, al quale chiederanno la sala per Gesù (14); la troveranno già in parte preparata (15) ed essi la completeranno (16): è un fatto miracoloso, che prepara gli animi agli avvenimenti importanti. Gesù all'inizio lava i piedi ai discepoli e poi annuncia la sua Passione e Morte per il tradimento di uno di loro (Mc 14,17-21). Adoriamo Gesù; ringraziamolo per come con la sua sapienza infinita organizza le cose a vantaggio dei discepoli in questa occasione e in tutti i secoli della vita della Chiesa; ammiriamo la docilità di Pietro e Giovanni, anche se per capire di più dovranno aspettare la venuta dello Spirito Santo. Chiediamo di capire anche noi per la misericordia di Dio e per intercessione di Maria e degli Apostoli e delle altre 6 (?) persone presenti all’Ultima Cena.

 2. Durante la cena pasquale, Gesù prende il pane, benedice Dio, creatore di tutto e guida della storia, che aveva liberato gli Ebrei dalla schiavitù egiziana e babilonese, e lo ringrazia per aver donato Lui, suo Figlio Unico, per la salvezza dell’umanità; dà il pane ai discepoli, presentandolo come il suo Corpo (22 E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo») - la sua carne -, che di lì a poco sarà consegnato alle sofferenze e alla morte per la salvezza di tutti; alla fine della cena prende la coppa del vino e, dopo una nuova preghiera di benedizione, lo dà loro da bere (23 Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti), presentandolo come suo Sangue, che di lì a poco sarà versato per la remissione dei peccati di tutti: nel suo Sangue istituisce anche la nuova ed eterna alleanza fra il Padre e l'umanità (24 E disse loro: Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti). Aveva annunciato la sua Morte violenta (Mc 14,17-21); ne riparla con riferimento al pane e vino, che trasforma nel suo Corpo e Sangue, e vi accenna ancora dicendo che non berrà più vino in questo mondo, ma solo nell'eternità (25 In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio); infine si avvia al Getsemani, dove inizierà la sua Passione (26 Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi). (a) E’ chiaro che occorre prendere alla lettera le parole di Gesù circa il pane e vino, trasformati nel suo Corpo e Sangue: non c’è un contesto di linguaggio figurato o metaforico e per di più Gesù realizza la promessa, fatta nel discorso del pane di vita (Gv 6), quando preannunciò che avrebbe dato da mangiare la sua Carne e il suo Sangue per dare la vita eterna e la resurrezione dei corpi: con un miracolo, ben possibile a chi aveva trasformato l'acqua in vino e guarito ammalati e risuscitato i morti, trasforma pane e vino nel suo Corpo e Sangue, conservando le loro apparenze originarie, per consentirne la consumazione come cibo e bevanda. La fede è necessaria per credere a queste verità. (b) Gesù ordina di ripetere questo rito in sua memoria (1Cor 11,24-25), o - più esattamente – come memoriale della sua Passione e Morte, come esplicitamente insegna S. Paolo: Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga (1Cor 11, 26); Gesù rende presente la sua persona e il suo sacrificio, tutti i misteri della sua vita e specie la sua Passione e Morte: c’è Gesù e la sua opera di salvezza e la nuova alleanza con l'umanità. Il fedele, che partecipa alla Messa, di nuovo offre Gesù in sacrificio al Padre, e unisce al Suo il proprio sacrificio. La comunione eucaristica è indispensabile per la partecipazione piena al sacrificio di Gesù e ai suoi frutti. E’ l'atto più importante della nostra religione.

II - Esodo 24,3-8 - Mosè riferisce al popolo i comandamenti di Dio (3a) e il popolo si impegna a osservarli (3b); quindi Mosè li scrive (4a) e il giorno seguente, di buon mattino, costruisce un altare in rappresentanza del Dio invisibile ed erige 12 pietre per indicare le 12 tribù del Popolo (4 Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele); incarica alcuni giovani di offrire a Dio vitelli come sacrifici di comunione (5): in essi una parte dell’animale veniva bruciata e l'altra era mangiata dai presenti come segno di comunione con Dio. Metà del sangue degli animali viene versata subito sull’altare e l'altra metà è raccolta in recipienti (6). Prima Mosè rilegge al popolo i comandamenti dell'Alleanza (7 Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo), e il popolo rinnova l'impegno di osservarli (7 Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto»); poi versa il sangue sul popolo (8 Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo), e pronuncia le parole che creano l'alleanza tra Dio e il popolo (8 dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!»). L’alleanza voleva anzitutto creare un rapporto di parentela tra due estranei alla pari, con impegni reciproci; il sacrificio, offerto a Dio, Lo prendeva come testimone e garante contro le inosservanze e sottolineava anche la brutta fine, che minacciava a sé chi tradiva l'alleanza. Qui è Dio infinito, che offre l'alleanza alla sua creatura limitata: Dio promette paternità e protezione, il possesso della Palestina e una discendenza numerosa; il popolo si impegna all’obbedienza a Dio con l’osservanza dei comandamenti. Sappiamo che purtroppo andrà a finire male per le infedeltà degli Israeliti. (b) Dio prometterà per mezzo dei Profeti la nuova ed eterna alleanza per i tempi messianici: per mezzo del Messia, darà la sua paternità e il perdono dei peccati, la vita divina e la salvezza eterna a coloro che crederanno al Messia e osserveranno i comandamenti. Gesù, Dio fatto uomo, istituirà l'alleanza nuova nell'Ultima Cena e la realizzerà versando il Sangue suo, non quello degli animali. Quanto più elevata è questa alleanza e anche più ricca di promesse di beni altissimi! Crediamo, adoriamo ringraziamo, lodiamo Dio; supplichiamolo per ottenere la fedeltà ai precetti dell'amore.

III - Ebrei, 9,11-15 - Gesù è venuto in mezzo a noi, attraversando i cieli inferiori, che sono creati da Dio e non fatti da uomini (11 attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione); è venuto come sommo sacerdote, che ci offre i beni futuri ed eterni (11 Cristo, invece, è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri). Il sommo sacerdote ebreo entrava una volta all’anno nel tempio terrestre, copia di quello celeste, portando sangue di animali; invece, Gesù entra direttamente nel Tempio del Cielo con l'Ascensione e in virtù del proprio Sangue, versato nella Passione e Morte, e ci ottiene la salvezza eterna (12 Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna). Il sangue degli animali e la cenere sacra rendeva puri gli uomini dell’AT da colpe legali e li abilitava al culto di Dio (13 Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne); invece il sangue di Gesù purifica la nostra coscienza dai peccati veri, anche i più spaventosi, e ci rende adatti al culto del Dio vivo e vero (14 quanto più il sangue di Cristo…  purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?); in effetti Gesù è vero Dio e vero uomo, concepito e guidato dallo Spirito Santo, e offre a Dio in sacrificio se stesso - e non animali -; è perciò vittima santissima e gradita a Dio (14 il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio); Egli è morto e ha ottenuto il perdono delle colpe commesse sotto l’antica Alleanza (16 essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza) e di tutte le altre. Così Egli si è fatto mediatore dell'Alleanza nuova ed eterna, in modo che quelli che sono chiamati alla salvezza ricevano in cielo l'eredità eterna, che era stata loro promessa (16 Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova,… perché coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa). Il sacrificio dell'AT era l'offerta di animali a Dio - a questo l'avevano ridotto gli Ebrei guidati da Sadducei e Farisei; il sacrificio del NT consiste invece nell'offerta che Gesù fa di se stesso al Padre, con l’impegno di fare la volontà del Padre, e nel compimento effettivo di tale volontà durante tutta la vita fino alla croce (Fil 2,6-11). Questo sacrificio ci purifica dai nostri peccati e ci fa santi della santità di Gesù e rende il nostro culto gradito a Dio; è necessario che noi ci offriamo in sacrificio a Dio insieme con Gesù nella Messa con l’impegno di fare la volontà del Padre, che ascoltiamo nella Parola di Dio proclamata, e la compiamo realmente. In effetti nella Messa noi rendiamo presente Lui e il suo sacrificio ed egli ce ne applica i frutti di salvezza. Grazie alla Messa - a anche al battesimo e alla confessione e comunione - noi siamo purificati da tutti i peccati e resi capaci di vivere la vita cristiana e andare in paradiso. Crediamo, impegniamoci a conseguirlo.

EUCARESTIA. Nella Messa facciamo memoria e memoriale della Passione e Morte del Signore, per poterne diventare memoria vivente grazie alla fede e alla ricezione della comunione eucaristica. Fede, adorazione, speranza, carità, dolore dei peccati, accettazione della sofferenza come espiazione dei peccati, sono alcune delle disposizioni più importanti che dobbiamo portare nell’incontro col Signore, perché esso sia efficace. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, perché ci ottengano la grazia di queste disposizioni.

Mons. Francesco Spaduzzi

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