Tempo Pasquale: Domenica VI dell'anno B
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo Pasquale: Domenica VI dell'anno B
I - Giovanni 15,9-17 – 1. Gesù ci parla del suo rapporto col Padre e ci dice che il Padre lo ha amato sempre (9 Come il Padre ha amato me) e lui sempre è rimasto nell'amore del Padre (10 e rimango nel suo amore) - sia nel senso che il Padre ama lui sia nel senso che lui ama il Padre -, perché fa la volontà del Padre, la quale si manifesta nei due precetti dell'amore, in pratica nei 10 comandamenti (10 come io ho osservato i comandamenti del Padre mio). Come Gesù si sa amato dal Padre (9), così ama i discepoli (9 anche io ho amato voi) - e noi di oggi - e li invita a rimanere nel suo amore (9 Rimanete nel mio amore; 10 rimarrete nel mio amore), sia nel senso che Egli li ama, sia nel senso che essi amano Lui. Ora egli chiede come prova del loro amore per lui di fare la sua volontà (10 Se osserverete i miei comandamenti). Il Padre ama Gesù; Gesù rimane fedele al Padre con l’obbedienza e così resta nel suo amore; anche noi dobbiamo prendere coscienza dell'amore di Gesù per noi e restare nel suo amore, rispettando i precetti dell'amore. Il resto sono chiacchiere. Frutto di questo amore: (a) avremo la gioia perfetta, che Gesù ci comunica (11 Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena); (b) produrremo molto frutto (16 portiate frutto), cioè cresceremo nella santità personale e porteremo molte persone a Gesù, giacché questo egli si aspetta da noi (16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga); (c) saremo esauditi quando preghiamo il Padre nel nome di Cristo (16 perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda). Se abbiamo accolto la vita divina, che il Padre Dio ci comunica, cioè se stiamo in grazia, siamo amati dal Padre e lo riamiamo; così si realizzano le tre promesse per noi. La grazia di Dio implica l'esclusione del peccato grave dalla nostra vita e l'unione con Dio. Questo stato inizia col battesimo e dovrebbe durare per sempre; così ci porterebbe in paradiso; se pecchiamo gravemente, con la confessione lo recuperiamo, ma solo se ci sono vero pentimento e proposito serio di non più peccare e di fare penitenza per averne la forza.
2. (a) Gesù ha invitato i discepoli all'amore verso di lui; adesso li invita all'amore verso il prossimo. Anzitutto ripete loro il suo amore: ho amato voi (12; 9 io ho amato voi). Dice loro anche che li ha amati con l'amore più grande possibile, come ne è prova il fatto che dà la vita per loro (13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici): egli li considera amici: voi siete miei amici (14), e li tratta come tali; li potrebbe trattare da servi, nascondendo loro la sua vita intima, come fa il padrone coi servi (15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone), ma per lui sono amici, e per questo rivela loro ciò che ha udito dal Padre (15 ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi). Applichiamo a noi queste parole come faceva S. Paolo, che arrivò a dire di Gesù: mi ha amato e ha consegnato se stesso per me (Gal 2,20). Gustiamoci l'amore di Gesù per noi; è un amore senza limiti; ha dato la vita per noi, che eravamo nemici (Rm 5,6-10); ci considera amici e non servi; ci fa conoscere i segreti del Padre Celeste, cioè le intimità della vita trinitaria; ci ama veramente! Ricambiamolo: amor con amor si paga. (b) Gesù ci ama con un amore senza limiti e vuole che noi ci amiamo allo stesso modo tra noi (12 che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi; 17 che vi amiate gli uni gli altri); questo amore verso il prossimo, che dovrebbe essere la cosa normale in cuori sensibili, umani, egli lo presenta come il suo comandamento: Questo è il mio comandamento (14), Questo vi comando (17), e fa dipendere il nostro rapporto di amicizia con lui dalla sua osservanza (14 se fate ciò che io vi comando). Non è spontaneo l’amore verso il prossimo, a causa del nostro egoismo e delle nostre paure verso gli altri: è una grazia da chiedere; l'occasione migliore è di chiederlo nella celebrazione eucaristica e dopo la comunione, giacché l'amore a Dio e al prossimo ne è la grazia sacramentale.
II - Atti degli Apostoli 10,25-26.34-35.44-48 – (a) Pietro ha avuto una visione, di cui non ha capito il significato (At 10,9-17), e ha ricevuto l'ordine di seguire gli uomini, che sono venuti a cercarlo. Lo accompagnano a Cesarea, a casa di Cornelio, ufficiale dell'Esercito Romano, credente nel Dio unico e molto caritatevole, che lo accoglie con molta deferenza (25 Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio), prostrandosi in adorazione, gesto che gli Ebrei riservavano a Dio; perciò Pietro lo rialza, facendogli notare di essere un semplice uomo (26 Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Alzati: anche io sono un uomo!»). L’Apostolo ascolta da Cornelio il racconto della visione avuta e ne conclude che Dio non fa preferenze di persone (34 Pietro allora prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone) secondo l’origine nazionale (35 a qualunque nazione appartenga), ma accoglie ogni uomo che segue la coscienza nel cercare Dio e nel praticare ciò che è giusto (35 ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia). Certamente noi non faremo mai gesti di adorazione agli uomini, ma dobbiamo stare attenti agli idoli, che ci possiamo creare e che potrebbero essere una persona, o un gruppo, o un'ideologia, o un partito, o uno sport. Dio è uno solo ed è un Dio di infinita bontà, che vuole salvare tutti gli uomini, anche se scelse il popolo ebreo per preservare nel mondo la retta fede nell'unico Dio. Tutti sono chiamati alla salvezza e noi dobbiamo dare la testimonianza della nostra fede a ciascun uomo, che incontriamo, perché la sua salvezza potrebbe dipendere anche da noi. (b) Pietro ha appena iniziato a parlare e lo Spirito Santo scende su coloro che l’ascoltano (44 Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola) e credono alla sua parola. Il segno evidente della venuta dello Spirito sui presenti è che parlano altre lingue (46 li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio) come era avvenuto agli Apostoli a Pentecoste (At 2,4). I cristiani, provenienti dall’ebraismo, che hanno accompagnato Pietro, constatano il fatto e se ne meravigliano (45 E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo). Fino a quel momento lo Spirito era disceso sui nuovi credenti solo dopo il loro battesimo (At 2,38). E Pietro tira un'altra conclusione: non si può rifiutare il battesimo a questi uomini, provenienti dal paganesimo - e quindi non circoncisi -, perché hanno già ricevuto il dono dello Spirito Santo, che è frutto del battesimo (47 Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?»). Perciò ordina di battezzare tutte le persone della famiglia di Cornelio (48 E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo) e rimane lì alcuni giorni come ospite (48 Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni). Fu un avvenimento straordinario. Nella Chiesa, per iniziativa dello Spirito Santo, entrano ufficialmente i pagani convertiti. Ringraziamo Dio, perché questo ci riguarda da vicino: significa il nostro ingresso nella Chiesa e nella via della salvezza. Adesso gli ebrei sono pochi nella Chiesa e grande il numero dei provenienti dal paganesimo; allora era il contrario. Paolo sarà il predicatore per i pagani. Preghiamo per la salvezza dei 4 miliardi di non cristiani che ci sono nel mondo e collaboriamo.
II - 1Giovanni 4,7-10 - (a) Dio è bontà infinita, sommo bene, e quindi è infinitamente amabile e ama di amore infinito: dall'eternità anzitutto dentro la Trinità, cioè nei rapporti fra Padre e Figlio e Spirito, e poi verso le creature, sia quelle spirituali, come Angeli e uomini, e sia le altre, tutte fatte da lui. Perciò di lui Giovanni dice: Dio è amore (8). L’Apostolo ci vuole rivelare in che cosa consiste l'amore di Dio (10 In questo sta l’amore) e anzitutto ci avverte che non abbiamo preso noi l'iniziativa di amare Dio (10 non siamo stati noi ad amare Dio), ma è lui che ha amato noi (10) per primo (1Gv 4,19) e nel mondo ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (10). Gli ebrei ammazzavano animali, pecore e capri, buoi e uccelli, per espiare alcune inosservanze contro la legge e ne ottenevano il perdono; Dio, per espiare i nostri peccati veri e orribili, ha permesso la morte del Figlio, per poterci dare il perdono. Così ci ha offerto la prova più grande del suo amore per noi (9 In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi), con l'invio del suo Figlio nel mondo (9 Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito), perché credessimo in lui (Gv 3,16) e noi avessimo la vita per mezzo di lui (9), che ha espiato i nostri peccati (10). Crediamo all'amore di Dio (1Gv 4,16), speriamo in lui, adoriamo l'Amore che è Dio, ricambiamolo, ringraziamolo, umiliamoci perché non ne siamo degni. Supplichiamo perché venga lo Spirito Santo in noi e amiamo Dio e la Sua immagine, che è il prossimo: Dio per se stesso e il prossimo per amor di Dio. (b) Se Dio ama noi e il prossimo, anche noi dobbiamo amare noi stessi e amare il prossimo per questo amore vero, che viene da Dio (7 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio) a noi con il dono dello Spirito (Rm 5,5); oltretutto chi ama di amore soprannaturale rivela che è generato da Dio (7 chiunque ama è stato generato da Dio), è figlio adottivo di Dio, è partecipe della natura divina (2Pt 1,4), e di conseguenza diventa capace di conoscere Dio pienamente (7 e conosce Dio): la fede, che è dono di Dio, ci fa conoscere Dio, ma è la carità che ci porta all'unione con Lui. S. Giovanni conclude il suo insegnamento, rivelando la tristissima situazione spirituale di chi non ama Dio e il prossimo: non conosce Dio; sarà anche un dottore in S. Scrittura, ma ignora Dio (8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore), proprio come gli scribi e i farisei, che conoscevano la Parola di Dio, la recitavano a memoria, ma Dio era per loro sconosciuto ed estraneo. Esaminiamo il nostro amore a Dio e al prossimo, cioè come rispettiamo i comandamenti, e ne avremo il termometro esatto; pentiamoci e preghiamo molto per avere più fede, speranza e carità.
EUCARESTIA. Per opera dello Spirito Santo Maria concepì Gesù; per opera dello stesso Spirito Gesù si rende presente sotto i segni del pane e del vino consacrati; lo Spirito è l’Amore del Padre e del Figlio: egli apre l’intelligenza degli uomini a credere e i loro cuori alla carità. Preghiamo che per intercessione di Maria e Giuseppe, pieni di grazia e di Spirito Santo, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni, anche noi ci apriamo ad accogliere la fede e la carità nei nostri cuori.