Tempo Ordinario: Domenica IV dell'Anno B
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it)
Tempo Ordinario: Domenica IV dell'Anno B
I - Marco 1,21-28 – 1. Gesù, ormai seguito stabilmente dai 4 discepoli Pietro e Andrea, Giovanni e Giacomo, di sabato - come spesso farà in seguito - si reca alla Sinagoga della città, dove si trova, Cafarnao, e si dedica all'insegnamento (21 Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava). Ce ne era almeno una per ogni centro abitato - e anche di più nei grossi centri - ed era retta da un responsabile o sacerdote, che presiedeva le riunioni e insegnava o sceglieva chi doveva fare il commento alla Parola di Dio, che si leggeva quel giorno. Gesù veniva sempre invitato a parlare, quando era presente. Qui siamo agli inizi della sua vita pubblica e la gente ammira e si stupisce per due elementi del suo insegnamento: il contenuto nuovo e sublime (27 Un insegnamento nuovo) e il fatto che egli dice quello che pensa e non si rifà a ciò che era stato detto da altri (22 Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi; 27 dato con autorità); gli scribi e i rabbini, invece, si appoggiavano all'autorità della S. Scrittura - anche stravolgendone il significato - o di altri maestri. I Vangeli ci presentano spesso gli ascoltatori pieni di ammirazione per l’insegnamento di Gesù e anche gli stessi avversari ne sentivano il fascino e ne temevano la profondità e la sottigliezza – quando Gesù era costretto a ricorrervi da quelli che l’avversavano. La sua fama per l’insegnamento e i miracoli, che operava, si diffondeva dappertutto e lo precedeva nei suoi spostamenti (28 La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea). La Parola di Gesù è proprio la Parola, che Dio Padre vuole comunicare a noi per dirci che cosa dobbiamo credere e che cosa dobbiamo fare per salvarci. Gesù ci tiene a sottolineare che la sua dottrina coincide con quella del Padre; essa porta i segni dell'infinita Sapienza della Trinità. La nostra risposta alla Parola di Gesù deve essere, al di là dell'ammirazione e dello stupore, anche la fede per aderire alla verità, che ci propone, e la volontà di metterla in pratica. L'atteggiamento da imitare è quello di Maria e Giuseppe, che credevano, conservavano nel loro cuore, meditavano e mettevano in pratica: essi sono stati ammirati e seguiti dai Santi di tutti i secoli. E’ ovvio che dobbiamo cercare con impegno Gesù Maestro e la sua Parola anzitutto nella Sacra Scrittura, ma anche in quel che insegnano la Chiesa e i Santi. La somma cura, che abbiamo nel non lasciar cadere per terra neanche il più piccolo frammento del Pane consacrato, la dobbiamo avere anche nel non trascurare neanche una sola Parola di Dio. E preghiamo per avere la grazia di metterla in pratica.
2. Mentre Gesù insegna e la gente commenta con ammirazione (22.27), un uomo nella sinagoga si agita proprio per la presenza di Gesù: è posseduto da uno spirito diabolico, che comincia a protestare contro Gesù (23 Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare), rivelando che Lo conosce come il Santo di Dio (24 Io so chi tu sei: il santo di Dio!) e che non vuole avere a che fare con lui (24 dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?), perché Egli rappresenta la rovina del regno di Satana nel mondo (24 Sei venuto a rovinarci?). Gesù gli ordina di tacere e di uscire dall'uomo (25 E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!»). Lo spirito diabolico è costretto a obbedire e lasciar libero l’uomo, ma mostra la sua rabbia, protestando con urla inumane e tormentandolo (26 E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui). La liberazione dell’ossesso provoca un senso di timore nei presenti, perché percepiscono di trovarsi davanti a Uno, che non è un semplice uomo come gli altri, e si pongono interrogativi (27 Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda); inoltre conferma il potere di Gesù e consolida l'apprezzamento per il suo insegnamento, come appare dal commento dei presenti: Che è mai questo? Un insegnamento, nuovo dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono! (27). Ammiriamo anche noi l'insegnamento di Gesù; ringraziamo Dio perché i miracoli, che avvengono ancora oggi nella Chiesa, specie quelli che vengono riconosciuti dall’Autorità ecclesiastica in occasione della beatificazione di qualche vero cristiano. Sono anche per noi di oggi un aiuto a credere nella Chiesa di Cristo, come l’unica vera Chiesa.
II - Deuteronomio 18,15-20 - Sull'Oreb-Sinai Dio apparve con tuoni e lampi, terremoto e fuoco, ecc.; gli Ebrei, che stavano i piedi del monte, rimasero atterriti dalle manifestazioni della grandezza di Dio e chiesero a Mosè di non udire più la voce di Dio, accompagnata dei tuoni, e di non vederLo sotto forma di fuoco, perché avevano paura di morirne (16 Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia). Dio acconsente a non parlare più direttamente al popolo (17 Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene) e promette che avrebbe continuato ad annunciare la sua volontà per mezzo di Mosè adesso, ma in futuro avrebbe mandato loro un profeta, scelto in mezzo al popolo, uguale a Mosè (18 Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli; 15 Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me) e gli comunicherà quello che dovrà dire al popolo (18 e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò); a questi occorre dare ascolto (15 A lui darete ascolto); chi non ascolta questa Parola di Dio sarà giudicato da Dio (19 Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto) e sarà condannato a morte il profeta, che attribuirà a Dio la propria parola o parlerà a nome di falsi dèi (20 Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire). (a) Dio, quando manifesta la sua Sapienza nelle parole o nelle opere, suscita l'ammirazione degli uomini; se manifesta la sua bontà, attira l'amore; se fa vedere la sua onnipotenza, suscita il timore. Dio preferisce rivelare la sua bontà misericordiosa e sapienza, ma a volte alla nostra cattiveria è utile anche di sperimentarne l'onnipotenza e ricordarci del giudizio di Dio. Dobbiamo tener presenti tutti gli attributi di Dio per avere il giusto rapporto con lui. (b) Dio accontenta il popolo ed evita di presentarsi a esso, ma è intransigente sul rispetto della sua volontà e sull'obbedienza alla sua Parola sia da parte del Profeta, che deve essere fedele nel trasmetterla, sia da parte di chi lo ascolta, che la deve mettere in pratica; Egli sottopone al giudizio l'uno e l'altro, se la sua volontà non è rispettata. La Chiesa ci propone la Parola di Dio in tante occasioni e modi, ma in modo particolarmente solenne nella Messa e nell’amministrazione dei sacramenti; ma noi possiamo leggere la S. Scrittura anche per conto nostro e sarebbe cosa ottima leggere almeno una volta in vita tutta la Bibbia: se leggiamo ogni giorno 35 versetti dell’AT e 11 vv. del NT ogni giorno, in due anni leggeremmo tutta la S. Scrittura - eccetto i Salmi, che sono preghiere e vanno letti a parte.
III - 1Corinzi 7,32-35 - Paolo parte dalla constatazione che uomini e donne sposati sono costretti a preoccuparsi dei problemi della vita quotidiana e devono cercare di piacere al coniuge (33 chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie; 34 la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito); così, in qualche modo si trovano divisi (34 e si trova diviso!) fra il desiderio di seguire il Signore a tempo pieno e la necessità di occuparsi della vita familiare. Chi invece non è sposato - uomo o donna -, si preoccupa solo delle cose del Signore, di come piacere al Signore (32 chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; 34 Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore) e si sforza di vivere con anima e corpo consacrati al Signore (34 per essere santa nel corpo e nello spirito), al suo totale servizio. Lo stato celibatario favorisce una più intensa applicazione alle realtà celesti e perciò prepara meglio all'incontro finale con Cristo; le inevitabili cure e occupazioni della vita matrimoniale e di coppia e della famiglia facilmente dividono il cuore e distraggono dal concentrarsi su Dio, se non sono costantemente animate da una carità vera e impegnata. S. Paolo desidererebbe che i suoi lettori fossero liberi da preoccupazioni terrene (32 Io vorrei che foste senza preoccupazioni) e per il loro bene sottolinea l'importanza della verginità consacrata a Dio (35 Questo lo dico per il vostro bene), non certo per creare loro insidie (35 non per gettarvi un laccio); egli vuole aiutare i credenti a comportarsi come servitori fedeli del Signore, senza distrazioni (35 ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni). E’ evidente che ognuno ha la sua vocazione da parte di Dio: alcuni sono chiamati alla vita matrimoniale e devono seguire questa strada, se vogliono camminare sulla via della salvezza e raggiungere la santità; altri sono chiamati alla vita consacrata e devono seguire tale vocazione. Ognuno ha da Dio le grazie per vivere secondo il proprio stato e salvarsi. Certo oggettivamente è più facile battere la via della salvezza, per chi si consacra totalmente al Signore, ma Questi ama tutti e aiuta ciascuno a camminare con fedeltà per la via, che porta a Lui.
EUCARESTIA. Nella Liturgia della Parola della Messa incontriamo Gesù che ci ama e ci parla oggi, come 20 secoli fa, e ci unisce all’offerta di se stesso al Padre nel rendere presente il suo sacrificio e ci unisce a sé nella comunione eucaristica per renderci capaci di vivere secondo la sua Parola. Chiediamo alla Vergine Maria e a S. Giuseppe, ai nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, di ottenerci da Dio che apra la nostra intelligenza alla comprensione delle Scritture e ci dia la grazia di metterle in pratica.