Il neo-liberismo è in crisi ma il liberismo non è stato un fallimento completo
Caro direttore, lo storico ed economista Emanuele Felice ha scritto un articolo nel corso del quale ha sostenuto che “Il pensiero neo-liberale è oggi in crisi, alle prese con tre fallimenti storici: la questione ambientale; l’aumento delle disuguaglianze nel mondo avanzato; il fatto che i nuovi giganti economici, a cominciare dalla Cina, non sembrano interessati a quell’evoluzione democratica per loro auspicata” (Hanno tradito il pensiero liberale; L’Espresso, 12/1/2010). E’ vero che il pensiero neo-liberale è alle prese con alcuni grossi problemi (sicuramente un grosso problema è lo scoppio della questione ambientale così come lo è la crisi della democrazia, che non riguarda solo la Cina ma anche i Paesi tradizionalmente democratici). Ed è vero anche che si pone il problema di andare, per certi aspetti, oltre il liberismo per affrontare adeguatamente il problema ambientale e quello democratico. Ma starei attento a dire che il liberismo ha fallito su tutta la linea. Siamo in un’epoca in cui: 1) E' stata quasi vinta la lotta alla povertà; centinaia di milioni di persone in Cina, in India e in Africa sono uscite dall’indigenza assoluta. L’aumento delle disuguaglianze nel mondo avanzato è un problema del tutto secondario rispetto al traguardo storico quasi raggiunto nel Terzo Mondo tanto più che l’aumento delle disuguaglianze procede di pari passo con un generalizzato aumento del tenore di vita. 2) C’è un diffuso declino della violenza; il ricorso alla guerra è un opzione sempre meno diffusa, soprattutto nei Paesi avanzati. In Europa non ci sono guerre da oltre mezzo secolo e questo è un traguardo storico inimmaginabile se consideriamo che veniamo da due guerre mondiali e dalla guerra fredda tra le due superpotenze. 3) C’è un diffuso sviluppo della scienza e della tecnologia, a livelli mai raggiunti in passato.
Cordiali saluti
Franco Pelella – Pagani