Natale di Nostro Signore GesùCristo (Messa della Vigilia)
Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
I - Matteo 1,1-25 – 1. Nella genealogia di Gesù ci sono i santi come Abramo (2), Isacco (2), Ezechia (9-10), Giosia (10-11), i peccatori pentiti come Giacobbe (2), Giuda (2), Davide (6), Manasse (10), e peccatori di cui non si conosce il pentimento come Salomone (6-7), Amos (10); ci sono uomini e anche donne come Tamar (3), che ebbe 2 gemelli dal suocero Giuda (3), Racab (5), che faceva la prostituta prima di convertirsi, Rut (5), Betsabea, che è l’adultera moglie di Uria (6); ci sono ebrei e stranieri, nobili e decaduti, ecc. perché tutte le categorie di persone sono chiamate alla salvezza e sono rappresentate in Gesù, che è fratello di tutti e tutti vuole salvare, perché per tutti nasce e vive, patisce e muore, risuscita e ascende al cielo: nessuno è escluso in partenza; se alcuni non arrivano a destinazione, cioè alla salvezza eterna, è dovuto non a carenze da parte di Gesù, ma delle persone, che si rifiutano di aderire a Gesù totalmente. Alla fine di questa genealogia di uomini concreti, troviamo Maria e Giuseppe, le persone più sante della storia e più intimamente legate a Gesù, che hanno ricevuto da Dio doni unici in vista della loro missione unica, e che più strettamente hanno collaborato con Lui all'opera di salvezza. Credo, adoro Dio e il suo piano di salvezza, lo accetto come è, pieno di elementi umani e divini; spero nei meriti di Gesù per salvarmi; chiedo perdono dei miei tanti peccati, io peccatore come tanti antenati di Gesù; confido nella sua misericordia infinita, come hanno fatto tanti Santi e voglio imitarli nel fare diventare sempre più profonda questa confidenza.
2. (a) Matteo spiega come è nato Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo (18 Così fu generato Gesù Cristo), discendente di Abramo e di Davide (1-2). Giuseppe era discendente di Davide (20 Giuseppe, figlio di Davide) e quindi nella sua famiglia poteva nascere il Messia o poteva essere adottato un bambino che poteva essere il Messia. Egli era promesso sposo di Maria, che, prima della conclusione dell’anno di fidanzamento e dell’inizio della convivenza fra gli sposi, concepì per opera dello Spirito Santo (18 sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo); egli si accorse che Maria era incinta al ritorno di lei dalla casa di Elisabetta. Poiché aveva totale stima della santità e onestà di Maria e capì subito che si trattava di un bambino straordinario, si sentì perplesso se doveva assumere la responsabilità della paternità e pensava di sciogliere la promessa di matrimonio in segreto (19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto). Rifletteva sul da farsi e un Angelo - forse Gabriele - gli apparve in sogno e gli disse di prendere Maria come sposa, giacché il Bambino era stato concepito per opera dello Spirito Santo (20 Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo); inoltre lui doveva fare da padre del bambino. Questo Bambino di Maria era il Messia, come appariva dal suo nome Gesù, che significa Yahweh salva e per prima cosa veniva a liberare dai peccati (21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati); Giuseppe, imponendogli il nome, esercitava l’autorità paterna adottiva nei confronti del Bambino e perciò lo rendeva discendente di Davide. (b) Matteo nota che il parto verginale di Maria realizza la profezia di Isaia ad Acaz (22 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta) circa la Vergine, che avrebbe concepito e partorito un bambino, al quale sarebbe stato dato il nome Emmanuele, cioè Dio con noi (23 Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi). In effetti Gesù è Dio, che sta con noi per sempre (Mt 28,20) e ci salva in ogni circostanza. Giuseppe obbedì fedelmente e senza indugi all'ordine dell'Angelo (24 Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa) e prese con sé il Bambino e Maria, di cui rispettò la verginità per sempre (25 senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù), come la Chiesa ha sempre insegnato. Dio realizza tutte le sue promesse, anche se prende il suo tempo, e ben al di là delle aspettative umane. Non si limita a mandare un angelo o un uomo a redimerci, ma uno della Trinità, una Persona Divina, e si circonda del meglio dell'umanità, Maria e Giuseppe, che Egli stesso crea; in queste due persone ci fa vedere quello che potevamo essere tutti, se non ci fosse stato il peccato originale - e i peccati personali. Ammiriamo l'onnipotenza di Dio nei miracoli della natura e soprattutto in questi spirituali. Ammiriamo la Sapienza Divina nel programmare e realizzare il piano di salvezza: il Figlio di Dio si fa uomo in una famiglia normale con persone comuni ma dotate di doni straordinari, guidate da Dio nel rispetto della loro libertà, come vediamo con Maria e Giuseppe. Ammiriamo l’infinità Bontà divina che nell’Incarnazione e nella Redenzione raggiunge la massima manifestazione: noi non le avremmo neanche immaginate e tanto meno avremmo osato desiderarle. La fede e la carità sono la risposta di Maria e Giuseppe alla proposta Divina. E noi?
II - Isaia 62,1-5 – Dio per mezzo di Isaia proclama il suo amore per Gerusalemme-Sion (1 Per amore di Sion…per amore di Gerusalemme) e avverte che non starà in silenzio e non si darà pace (1 non tacerò… non mi concederò riposo), finché la Città Santa non sarà di nuovo giusta, osservando la legge di Dio, in modo da poter essere salvata (1 finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada). Essa sarà bellissima come una corona regale o come un diadema prezioso nelle mani di Dio (3 Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio). Anche i popoli di tutta la terra si renderanno conto della trasformazione di Gerusalemme, perché vedranno la santità e la gloria della città (2 Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria). A questa nuova situazione corrisponderà il nuovo nome che Dio darà alla città (2 sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà): il nome non sarà più città Abbandonata o Devastata (4 Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata), ma Gioia di Dio e Sposa di Dio, perché sarà la delizia e la sposa di Dio (4 ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo). In effetti con lo stesso amore e gioia, con cui un giovane sposa una vergine, così Dio sposerà il suo popolo (5 Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli) e, come lo sposo trova la sua gioia nella sposa, così Dio troverà la sua felicità nella città - sposa (5 come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te). La profezia si realizza con la venuta di Gesù, che dà la remissione dei peccati e la santità a tutti quelli che accettano di convertirsi, e con l'attività della Chiesa, Corpo mistico e presenza di Cristo attraverso i secoli: essa offre a tutti gli uomini i mezzi per togliersi le brutture dei peccati e ornarsi della santità di Gesù. E noi ci lasciamo santificare da Gesù Cristo per mezzo della Chiesa? o da incoscienti vogliamo rendere inutile per noi l'opera di salvezza di Gesù Cristo? Interroghiamoci se stiamo seguendo la via indicata da Gesù per la nostra salvezza.
III - Atti 13,16-17.22-25 - Paolo vuole ricordare la storia dell'amore e della Provvidenza speciale che Dio ha per gli Israeliti, il suo popolo (16 Si alzò Paolo e, fatto cenno con la mano, disse: Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate), sottolineando come Dio aveva manifestato la sua onnipotenza nella liberazione del suo popolo dalla schiavitù degli Egiziani (17 Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là). Ulteriore segno della cura speciale di Dio è la regalità conferita a Davide, uomo secondo il cuore di Dio e totalmente obbediente a lui (22 Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”); a lui Dio promise che nella sua discendenza sarebbe venuto il Messia: e tale è Gesù (23 Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù). Giovanni Battista si impegnò a preparare il popolo, predicando la conversione e dando il battesimo, che la esprimeva (24 Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele): egli chiaramente aveva precisato di non essere il Messia e che dopo di lui sarebbe venuto uno più grande, tanto grande che lui non si sentiva degno neanche di scioglierli i legacci dei sandali (25 Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”). La nascita di Gesù, discendente di Davide in quanto uomo e vero Dio e Salvatore del mondo, noi ricordiamo con le celebrazioni natalizie, aggiungendo gli altri misteri della Sua infanzia. Giovanni ci ha tenuto compagnia per un paio di settimane per aiutarci a preparar questo nostro incontro col Signore. Alimentiamo la nostra fede, speranza e carità, perché queste sono le disposizioni fondamentali per incontrare il Signore oggi nei segni della sua presenza liturgica ed extra-liturgica.
EUCARESTIA. Nell’Eucarestia incontriamo Gesù nel ministro, nell’assemblea, nella Parola e soprattutto nel Pane e Vino consacrati; per mezzo di essi Gesù comunica a noi la grazia della redenzione: salva noi oggi come salvava a suo tempo la famiglia di Giovanni Battista, i Pastori e i Magi, Simeone e Anna. Portiamo nell’incontro con Gesù la loro fede, speranza, carità. Preghiamo la Madre di Gesù e il suo Padre putativo, i nostri Angeli Custodi e i nostri Santi Patroni di ottenerci di crescere in queste virtù.