Tempo di Avvento: Domenica 3A
Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
I - Matteo 11,3-11 1. Giovanni Battista incomincia la sua predicazione, annunciando che era imminente la venuta del Messia, il quale giudicherà gli Ebrei e tutti gli uomini nel Giudizio Universale alla fine del mondo. La sua predicazione è breve perché viene arrestato presto. Egli è il primo profeta dopo 400 anni di silenzio e si mostra duro nel linguaggio, quando invita alla conversione; conosce Gesù da prima che nascessero entrambi e sa che il cugino è il Messia atteso. Comunque in carcere i suoi discepoli gli fanno sapere che Gesù è mite e non aggressivo nella predicazione, non parla di prossimo giudizio universale, insiste invece molto sulla necessità della conversione, per accogliere il Regno di Dio, che è prossimo; perciò essi si domandano se è il Messia. Per Giovanni Battista va bene anche così, ma vuole rassicurare i discepoli e così manda una delegazione a Gesù (2 Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò), per fargli chiedere se è lui il Messia atteso od occorre aspettare un altro (3 a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»). Gesù in risposta opera alcuni miracoli, come già ne aveva fatti tanti e che corrispondevano a ciò che aveva preannunziato Isaia (62,5) a proposito del Messia e rimanda la delegazione con un messaggio (4 Gesù rispose loro), che riferisce i miracoli, che Gesù ha operati e loro hanno visti (4 Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5 i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano) e soprattutto che ai poveri ed emarginati è annunciato il Vangelo della salvezza (5 ai poveri è annunciato il Vangelo). Gesù conclude il messaggio di risposta con una beatitudine, che è anche un ammonimento: E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo! (6). In effetti i discepoli di Giovanni erano un po’ sorpresi e meravigliati, perché Gesù, presentato da Giovanni come Messia, non rispondeva in alcuni particolari al loro modo di pensare e alla predicazione del precursore; i capi ebrei si scandalizzavano molto di più perché Gesù non era un Messia politico e combatteva la loro religiosità esteriorizzante; i discepoli di Gesù si scandalizzavano moltissimo perché Gesù preannunziava la passione e morte e il rifiuto della sua missione da parte della classe dirigente, che rappresentava la religione ufficiale. Gesù avverte che è beato chi accetta Lui e la sua missione così come è, come l’ha voluta Dio. Noi vogliamo essere fra questi beati: accettiamo Gesù come maestro e come crocifisso e anche la nostra crocifissione con lui; vogliamo prendere anche in seria considerazione le osservazioni di rimprovero, che fa il Papa a proposito della mondanità del clero e delle persone consacrate, mondanità che non corrisponde alla volontà di Dio e alla nostra vocazione di cristiani e persone che sono state scelte dal Signore, affinché stiamo in modo speciale con lui, per poter essere mandati a collaborare alla salvezza del prossimo.
2. Gesù lascia partire gli inviati di Giovanni e poi ne parla alla folla presente, che ben lo conosce (7 Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle), e fa notare loro che nel deserto (7 Che cosa siete andati a vedere nel deserto?) essi non hanno avuto a che fare con una persona qualunque, debole e incostante, pieghevole come le canne (7 Una canna sbattuta dal vento?), né con uno che viveva nel lusso, giacché costoro vivono nei palazzi regali (9 Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re!); essi hanno incontrato in Giovanni il profeta più grande dell’AT e anche qualcosa in più (9 Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta): di lui l'AT dice che è il messaggero, che precede la venuta del Messia e ne prepara l’accoglienza (10 Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,/ davanti a te egli preparerà la tua via). In effetti Giovanni è un personaggio importantissimo nell'AT e nel mondo intero (11 In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista), anche se c'è distanza immensa tra lui, che è il precursore, e il Messia, al quale Giovanni ha fatto da battistrada (11 ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui). Giovanni ha portato avanti benissimo la sua missione di preparazione, ma è un'altra cosa il Messia, che inaugura i nuovi tempi. Gesù esalta Giovanni, perché è un grande santo ed è arrivato fino a dare la sua vita per fare la volontà di Dio; così ha preceduto Gesù nel tempo, ma anche nella stessa sorte, di essere condannato a morte senza nessun motivo, assolutamente innocente. La Parola di Dio oggi ci indica chi è Gesù, il Messia che viene a salvarci, e chi è Giovanni, il suo precursore, che viene a preparare gli Ebrei ad accogliere Gesù. Leggiamo e studiamo anche l’AT con attenzione e specie Giovanni per accogliere Gesù nella nostra vita e così lasciarci guidare alla salvezza.
II - Isaia 35,1-6a.8a.10 - Isaia preannunzia che si trasformerà il deserto in giardino (1 e fiorisca la steppa; 2 Come fiore di narciso fiorisca) e diventerà bello come il Libano e il Carmelo e la Pianura di Saron (2 Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron). Esso deve gioire di tutto questo (1 Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti; 2 sì, canti con gioia e con giubilo): motivo della gioia è che Dio verrà ed esso ne vedrà la gloria e lo splendore (2 Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio). La trasformazione interesserà soprattutto gli uomini, che vengono invitati a rafforzare le mani e le ginocchia (3 Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti) e a tirarsi su col morale (4 Dite agli smarriti di cuore: Coraggio, non temete!), perché Dio viene a salvare il suo popolo - e l'umanità - e porta la ricompensa ai buoni e il castigo ai cattivi (4 Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi). In occasione della sua venuta Dio opererà miracoli: i ciechi vedranno, i sordi udranno, gli zoppi cammineranno, i muti parleranno (5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. 6 Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto). Inoltre Dio aprirà nel deserto una strada, che sarà chiamata Via Santa (8 Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa), per la quale cammineranno i riscattati da Dio per arrivare fino a Gerusalemme nella gioia più grande, che si sostituirà alle sofferenze del passato (10 Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto). Questa profezia si realizzerà parzialmente quando gli Ebrei lasceranno Babilonia e torneranno nella Palestina, cosa che darà loro tanta gioia, e completamente quando verrà Gesù (il Vangelo di oggi), opererà questi miracoli ed egli stesso diventerà la via, che porta alla salvezza. Questa salvezza riguarda gli ebrei e i pagani, tutti gli uomini. Gli ebrei desideravano tanto la venuta di Dio, che avrebbe portato loro tanta gioia; anche noi prepariamoci bene ad accogliere Gesù Signore, che viene ora nell'oscurità dei segni sacramentali e non, per poterlo ricevere bene quando verrà a prenderci alla fine della vita e alla fine del mondo.
III - Giacomo 5,7-10 - Giacomo raccomanda ai fratelli (7.10), destinatari della sua lettera, di prepararsi bene alla seconda venuta del Signore (7 fino alla venuta del Signore), annunciando che essa è vicina (8 perché la venuta del Signore è vicina), motivazione molto forte per impegnarsi seriamente nella vita cristiana. Il Signore viene come giudice di tutti gli uomini (9 ecco, il giudice è alle porte). Anzitutto raccomanda la costanza, ricordata 4 volte, 2 volte come aggettivo e due volte come sostantivo: Siate dunque costanti (7), Siate costanti anche voi (8), imitando la costanza dell’agricoltore, che semina a suo tempo e poi aspetta che ci siano le piogge primaverili e autunnali, che consentiranno alla terra di produrre il prezioso raccolto (7 Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge) e la costanza e la pazienza nelle sofferenze, di cui hanno lasciato splendido esempio i profeti, che hanno proclamato la Parola di Dio (10 Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore). Oltre la speranza e la fiducia, è necessario alimentare il coraggio e la sicurezza (8 rinfrancate i vostri cuori), che Dio non mancherà di infondere nei cuori attraverso la sua grazia e la sua Parola. Infine raccomanda di non mormorare gli uni contro gli altri, perché il giudizio tocca solo all’unico Signore e per evitare di essere giudicati e condannati da Lui (9 Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati); Dio conosce le azioni esterne degli uomini ma scruta anche i loro cuori e solo Lui può dare un giudizio veritiero e completo, mentre i nostri giudizi spesso sono temerari e avventati. Queste quattro raccomandazioni di Giacomo giovano anche a noi: la costanza, il coraggio, la pazienza, il rispetto del prossimo. Mettendo in pratica queste indicazioni, faremo progressi nell'amicizia col Signore e coi fratelli.
EUCARESTIA. Il Signore venne, il Signore verrà, il Signore viene... Viene nell’Eucarestia e nei tanti modi di presenza. Valorizziamoli tutti per la nostra crescita spirituale, ma soprattutto questo dell’Eucarestia, perché è il più intenso e quello che ci dà più energia spirituale. Preghiamo la Vergine e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, perché ce ne ottengano la grazia.
mons. Francesco Spaduzzi