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Caro Sales, è vero che al Nord il fenomeno mafioso tocca solo di striscio la società civile

     Caro direttore, lo storico Isaia Sales ha scritto un interessante articolo sullo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa (Mafia e politica, i due pesi tra nord e sud; Il Mattino, 8/7/2019). Egli ha sostenuto che nonostante tante inchieste giudiziarie, nonostante tanti arresti per 416 bis di diversi sindaci e assessori settentrionali, nonostante tante interdittive antimafia ad imprese che hanno relazioni con i comuni, il numero delle amministrazioni del Nord sciolte per rapporti con le mafie è assolutamente esiguo. Su 314 scioglimenti solo 6 riguardano comuni del Nord, cioè il 2% del totale. Il numero arriva a 10 se si includono quelle del Lazio e di altri territori fuori dalle quattro regioni di storico insediamento mafioso. Questi dati sono stati illustrati nei giorni scorsi a Roma da Avviso Pubblico, l'associazione dei Comuni per la formazione civile contro le mafie, in un dettagliato studio sull'argomento. Ciò può voler dire solo due cose: o che gli allarmi sulla presenza mafiosa al Nord sono stati esagerati, oppure che c'è una diversa utilizzazione della legge a seconda dei territori coinvolti. Ma se si vanno ad approfondire le relazioni che sono alla base di tanti scioglimenti si può capire meglio il diverso atteggiamento delle autorità preposte. In molte relazioni, accanto alla descrizione di episodi di sicuro condizionamento mafioso, si fa riferimento a reiterati casi di cattiva amministrazione, di corruzione, di abuso di potere, di clientela, di parentela di diversi amministratori con appartenenti alle cosche criminali. Fenomeni gravi, seri, preoccupanti ma che spesso non hanno alcuna relazione diretta con l'infiltrazione mafiosa. Quasi a voler dimostrare a tutti i costi che la presenza mafiosa è causa dal degrado amministrativo, politico, sociale. Cosa vera nella stragrande parte dei casi, ma non si deve dimenticare che le mafie al Nord riescono a convivere stabilmente con amministrazioni efficienti e con il buon governo locale. Ed è forse proprio questa circostanza che spiega il raro ricorso allo scioglimento per mafia dei comuni del Nord. La loro efficienza, il loro buon governo li lascia ritenere esenti da infiltrazioni mafiose. Niente di più sbagliato. Se è del tutto possibile che ci sia degrado e cattiva amministrazione senza presenza mafiosa, è altresì possibile una infiltrazione mafiosa anche laddove c'è una tradizione di buon governo e un buon funzionamento dei servizi. Tra i tanti motivi che hanno impedito alla società del Nord di prendere atto di ciò che stava avvenendo nel campo criminale, c'è stato un errore di valutazione grave, cioè l'idea delle mafie come fenomeno esclusivo di aree arretrate, di degrado sociale e di cattiva amministrazione, per cui non avrebbero mai potuto attecchire in zone sviluppate e ben amministrate, perché imprenditorialità, benessere e civiltà le avrebbero tenuto lontane. Ma le mafie si sviluppano anche laddove c'è un alto senso civico, perché il loro punto di attacco non è nella cultura ma nell'economia e nelle istituzioni. Le mafie possono convivere con un alto tasso di civismo e al tempo stesso condizionare la vita amministrativa locale.

Sono d’accordo con quanto sostenuto da Isaia Sales. Ma scrivere quello che ha scritto vuol dire smentire ciò che per tanto tempo hanno teorizzato lui e altri studiosi della criminalità organizzata, come Roberto Saviano. Vuol dire, cioè, ammettere che il fenomeno mafioso al Nord è completamente diverso da quello del Sud, vuol dire che tale fenomeno al Nord tocca solo di striscio la società civile e che si gioca tutto nel rapporto tra le imprese mafiose e le amministrazioni pubbliche, vuol dire convincersi del fatto che la società civile del Nord è poco toccata dal fenomeno mafioso perché essa continua ad avere un alto tasso di senso civico. La realtà è che le imprese mafiose che operano al Nord sono composte quasi esclusivamente da criminali meridionali che si sono spostati in cerca d’affari e che sono pochi i settentrionali coinvolti nella gestione di queste imprese. I pressochè unici settentrionali che sono coinvolti nelle attività criminali di queste imprese sono gli amministratori locali che entrano in rapporti d’affari con esse perché gestiscono il potere amministrativo.

Cordiali saluti

Franco Pelella

 

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