Solofra. Tariffa servizi Asi, cambio di destinazione d’uso e ZES: Gabriele Buonanno a tutto campo
L’intervista a Solofraoggi del consigliere Gabriele Buonanno sulla tariffa per i servizi Asi, ha riacceso il dibattito sui rapporti tra mondo economico solofrano e Consorzio Asi di Avellino, troppo spesso distante dalle reali necessità dell’imprenditoria locale, che lamenta di non aver ricevuto in passato, e nemmeno nel 2018, i servizi di cui l’Asi chiede il pagamento (€ 2.22/mq). L’Asi, dal canto suo, cerca di salvare la sua partecipata, «Consorzio CGS scarl», e, con un protocollo d’intesa firmato con la sola Confindustria, impone a Solofra tariffe per servizi mai resi, a beneficio di una società che, ivi, nessuno ha mai sentito nominare.
D. Consigliere Buonanno, la sua intervista a Solofraoggi ha riacceso i riflettori sul ruolo dell’Asi a Solofra. Riguardo alla tariffa per i contestati servizi Asi, il Presidente, Vincenzo Sirignano, in presenza di servizi parziali, si è dichiarato disponibile ad una proporzionale riduzione dei costi. Qual è il suo pensiero?
R. Apprezzo la disponibilità del Presidente Sirignano a considerare la tariffa come una diretta conseguenza dei servizi effettivamente resi sul territorio. Dire che, in presenza di servizi parziali, l’Asi è disposta a procedere ad una proporzionale riduzione percentuale dei costi, significa ammettere che, in assenza di servizi, non è dovuta alcuna tariffa: il Presidente Sirignano è persona seria, non poteva dire altrimenti!
D. Diversi conciatori, imputano al sindaco Vignola di aver taciuto sull’applicazione della tariffa Asi di euro 0,22/mq, pur essendone a conoscenza già da giugno 2018, esibendo anche i relativi atti.
R. Si, ho visto il documento: trattasi del verbale 2018/2 del consiglio Generale dell’Asi del 29 giugno 2018. In effetti, nella delibera di approvazione del Bilancio di esercizio 2017, si dà atto di un serrato confronto tra Asi e Confindustria per giungere ad un accordo per l’adeguamento delle tariffe dei servizi svolti nelle aree industriali e per ripartire gli oneri anche tra le aziende delle quattro aree industriali storiche: Solofra, Pianodardine, Valle Ufita e Valle Caudina, al fine di ottenere maggiori ricavi e raggiungere l’auspicato pareggio di bilancio 2018.
D. Allora è certo che il Sindaco era a conoscenza della “nuova tariffa” per complessivi 176.514,10 euro, imposta a Solofra?
R. Che dire? Gli atti sono atti e sono inconfutabili. Per la verità, il sindaco, nella precedente consiliatura, nel 2016, con apposita delibera di Giunta (GM n° 181 del 21.10.2016), in cambio della concessione in uso di 2 vecchi pozzi Asi, aveva già posto a carico del Comune di Solofra le spese e gli oneri per la manutenzione dei due tratti stradali di proprietà dell’Asi di Avellino, sgravando i conciatori da tale incombenza. Probabilmente si sarà anche dimenticato di aver partecipato alla seduta del Consiglio Generale dell’Asi del 29 giugno 2018: ha tante cose da fare e a volte certi dettagli possono sfuggire…
D. Gli imprenditori solofrani sono insoddisfatti dei rapporti con Asi, un Ente giuridicamente arroccato votato ad impedire qualsiasi evoluzione nell’uso delle aree Asi: pronto più a prendere che a dare. Qual è la sua opinione al riguardo?
R. L’Asi così com’è, ha esaurito la sua funzione storica: è pieno di debiti e le sue partecipate non producono alcun reddito. Ad esempio, viene posta in discussione persino l’opportunità di continuare l’attività della Solofra Service srl (che gestisce il centro Asi di Solofra), in considerazione del fatto che un grande patrimonio dell’Asi non produce alcun reddito, in un momento in cui, il proprietario, necessita di fondi strutturali. Ma, non mi sottraggo alla domanda. Il punto vero è il cambio di destinazione d’uso nelle aree Asi, ma, aggiungerei, anche l’inserimento dell’area industriale solofrana nelle Zone Economiche Speciali (ZES), da cui siamo fuori, e non per colpa dell’Asi. Il cambio di destinazione d’uso nell’area Asi era una delle battaglie della lista “Continuiamo Solofra” alle amministrative di giugno 2017 - di cui facevo e faccio parte - che aveva promesso di farlo nei primi 100 giorni, ricevendo anche una marea di voti (3.721 voti, pari al 44,73%). Sono trascorsi più di 18 mesi, e tutto è fermo. Anzi, nulla è iniziato. Il Sindaco, ad un anno dalle amministrative 2017, ha semplicemente chiesto all’Asi che, nel redigendo PRT, venga previsto il cambio di destinazione d’uso, pena l’uscita del Comune di Solofra dall’Asi. Il cambio di destinazione d’uso, è sì una necessità per il nostro sovradimensionato distretto conciario, ma è anche una fonte di sopravvivenza per lo stesso Consorzio Asi di Avellino, che vedrebbe ampliato il suo ruolo istituzionale e le sue fonti di finanziamento: sinceramente non comprendo le ragioni di tanto ostracismo urbanistico. Ripeto, di fronte a specifiche richieste del mercato, non ha alcun senso impedire l’uso diverso di fabbricati che risultano da anni inutilizzati.
D. E, riguardo alle ZES (Zone Economiche Speciali), come stanno le cose per Solofra?
R. Le ZES della Campania - composte da porti, aree retroportuali, aree produttive e aeroportuali - sono aree in cui le imprese beneficiano, per le nuove attività, di speciali incentivi fiscali e normativi per 1.440 mln di euro, sotto forma di credito di imposta (fino a 50 mln per ogni investimento!) e di semplificazioni amministrative, per favorire investimenti e sviluppo in un arco temporale di minimo anni 7 e massimo di anni 14. Per le ZES campane sono previsti incrementi occupazionali compresi tra 15 e 30 mila addetti: le nuove attività economiche, godranno, per i primi 3 anni, di particolari esenzioni (IRES, IRAP, IMU e TARI) e dello sgravio contributivo del 100 % sulle retribuzioni. Le ZES ospitano attività di natura industriale, commerciale, artigianale o di natura logistico-distributiva, nonché imprese di servizi. Se il distretto di Solofra fosse parte di una ZES avrebbe risolto all’origine anche il problema dei cambi di destinazione d’uso e avrebbe rilanciato alla grande le sue potenzialità e la sua economia: non è possibile che la Giunta Regionale della Campania abbia riconosciuto come ZES, le aree Asi di Pianodardine, Valle Ufita e Calaggio che distano un bel po' di chilometri dall’area portuale di Salerno, e sia rimasta fuori Solofra, che vi dista un tiro di schioppo, e che, nonostante la crisi, è l’area industriale Irpina più produttiva. Il Regolamento prevede che la proposta di istituzione di una ZES (D.P.C.M. 25 gennaio 2018, n.12), è presentata al Presidente del Consiglio dei ministri, dal Presidente della Regione, sentiti i sindaci delle aree interessate. I territori di Solofra e Montoro, non possono non essere interessati a divenire ZES. Finora, a parte qualche verbale richiesta, non esistono atti ufficiali di Giunta e/o di Consiglio in tal senso. Dobbiamo ricostruire il futuro: ai sindaci il compito di darsi da fare e di incalzare il Governatore per istituire una ZES anche nei nostri territori.
Grazie al consigliere Buonanno per la disponibilità.
Grazie a voi per l’ospitalità.