Domenica 22B
Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per l’omelia. Sono graditi consigli e suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi)
I - Marco 7,1-8.14-15.21-23 1. i Farisei e alcuni maestri della legge si radunarono intorno a Gesù (1 Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme) e gli fecero notare che alcuni dei suoi discepoli mangiavano con mani, non lavate secondo l’uso religioso, cosa che loro ritenevano una mancanza di rispetto per la religione (2 Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate). I farisei rispettavano le tradizioni dei loro antenati: per esempio mangiavano solo dopo aver fatto il rito della purificazione delle mani (3 i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi) e così anche quando tornavano dal mercato (4 e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni); altre cose simili erano la purificazione dei bicchieri, stoviglie, recipienti di rame, letti (4 e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti). Questi maestri ebrei domandarono a Gesù perché i suoi discepoli non rispettavano questi usi tradizionali, trasmessi dagli antenati, e portavano alla bocca i cibi con mani impure (5 quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?»). Gesù ricordò loro che per mezzo del profeta Isaia Dio li aveva già tante volte rimproverati e si era lamentato di loro perché lo onoravano con parole, ma non con i pensieri, i sentimenti e la vita (6 Ed egli rispose loro: Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra,/ ma il suo cuore è lontano da me). Dio rifiutava questo modo di onorarlo come senza valore, tanto più perché presentavano come dottrina di Dio gli insegnamenti degli uomini (7 Invano mi rendono culto,/ insegnando dottrine che sono precetti di uomini). E Gesù aggiunse il suo rimprovero: essi trascuravano i comandamenti di Dio per osservare le tradizioni degli uomini (8 Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini). Purtroppo era frequente per i rabbini ebrei proporre le loro interpretazioni, invece di insegnare la Parola di Dio com'era; per esempio Dio aveva ordinato un giorno di digiuno all'anno ed essi ne chiedevano due la settimana; l'abluzione delle mani era obbligatoria solo per i sacerdoti in una certa occasione ed essi la estesero tutti gli ebrei in occasioni, che si ripetevano tantissime volte nella giornata, rendendo praticamente impossibile l'osservanza di quella che essi facevano passare come legge di Dio; così aggiungevano tantissimi altri precetti ai 613 ordini e proibizioni dell’AT. Tutto questo non per ascetismo, ma per farsi vedere e ammirare dagli altri. Dio vuole che osserviamo la sua Parola, ma nel modo richiesto da lui, e dobbiamo diffidare di certi cosiddetti “buoni pensieri”, che in realtà potrebbero essere suggerimenti del diavolo o della mentalità mondana o delle tendenze cattive, che sono dentro di noi.
2. Gesù avverte la folla (14 Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: Ascoltatemi tutti e comprendete bene) che ciò che viene da fuori ed entra nell'uomo non può renderlo impuro davanti a Dio (15 Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro), ma lo rende impuro ciò che esce dal suo cuore (15 Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro). E ai discepoli, che gli chiedono spiegazioni, precisa in che senso ciò che esce dall'uomo lo rende impuro (Marco 7,20); infatti dall'intimo del cuore dell'uomo escono i pensieri e propositi cattivi, che lo portano al male (21 Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male) ed elenca i peccati sessuali, i tradimenti tra marito e moglie, le oscenità, la voglia di avere le cose degli altri, i furti, gli imbrogli, l'invidia, le malizie, la maldicenza, la stoltezza, la superbia, gli omicidi (21-22 impurità, furti, omicidi, 22 adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza). In effetti tutte queste cose vengono fuori dall'uomo e lo fanno diventare impuro (13 Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo). Con questo elenco di peccati, magari completato con altri che si trovano nel NT, Gesù ci dà un esame di coscienza da fare. Se facciamo queste azioni, siamo impuri davanti a Dio; alcuni di questi sono peccati gravi, interrompono la comunione spirituale con Dio, ci fanno perdere l’amicizia con lui e ci impediscono anche la comunione eucaristica. E, se non ci pentiamo per tempo, ci portano alla dannazione eterna. Esaminiamoci bene ogni sera e prima della confessione. Se scopriamo in noi peccati gravi, pentiamoci subito con un atto di dolore perfetto, che consiste nel pentirci dei peccati non per la paura dell’inferno, ma per l’offesa fatta a Dio, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa, o con un atto di amore perfetto, che consiste nell’amare di Dio perché bene infinito, bene perfetto, bene eterno.
II - Deuteronomio 4,1-2.6-8 1. Dio ordina agli Ebrei per mezzo di Mosè (a) l'ascolto delle leggi e norme, che egli insegna (1 Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno) e a metterle in pratica (1 affinché le mettiate in pratica; 2 ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo; cfr Dt 14,5-6), stando attenti a non aggiungere e a non togliere nulla a quanto Dio stabilisce (2 Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla); purtroppo prima della distruzione di Gerusalemme e del Tempio nel 587 a.C. gli ebrei sottrassero i comandamenti nel senso che non li osservavano; prima della distruzione Gerusalemme e del Tempio del 70 d.C. aggiunsero le loro interpretazioni: il risultato finale era che comunque non osservavano la legge di Dio come lui l'aveva data. Ai nostri tempi alcuni cristiani aggiungono ai comandamenti osservanze inutili o dannose, per es. prestano fede a credenze superstiziose o a fatture, si creano riti propri, credono ad apparizioni che non ci sono state, nutrono paure ingiustificate del diavolo. Molti di più quelli che tolgono di mezzo i comandamenti: per es. per alcuni non esiste il terzo comandamento della partecipazione alla messa nei giorni festivi, il quarto del rispetto e aiuto ai genitori, il sesto e il nono comandamento, che riguardano la castità e la fedeltà coniugale, ecc.; le loro scuse: credo a modo mio, faccio a modo mio, faccio quello che mi va e voglio, seguo quello che la mia coscienza (distorta) mi dice. Stiamo attenti perché Dio ci tiene al rispetto della sua volontà da parte nostra, per la sua gloria e la nostra salvezza e felicità eterna; impariamo ad assimilare la Parola di Dio come la interpreta la Chiesa. (b) I motivi qui presentati per rispettare la legge di Dio sono tre: (a) per poter entrare possesso della Terra promessa da Dio ai patriarchi e (b) viverci tranquillamente (1 perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi). Certamente Dio si riferisce alla vita in questo mondo, come viene promesso a chi rispetta il quarto comandamento, e al possesso della Palestina, cose che facevano parte del patto di alleanza tra Dio e gli ebrei, stabilito ai piedi del Sinai: gli ebrei avrebbero rispettato i dieci comandamenti e Dio li avrebbe fatti entrare e restare in possesso stabile della Palestina. Ma Dio voleva il compimento della sua volontà sopratutto per dare la vita eterna, il possesso della patria del cielo, cosa che gli ebrei capirono solo un po' alla volta e molto lentamente e confusamente, mentre noi abbiamo chiaro l’insegnamento nel Nuovo Testamento. (c) Terzo motivo per osservare i comandamenti, sostanza della legge dell’Antico Testamento e confermati da Gesù nel Nuovo, è che nessuna grande nazione possiede leggi e norme giuste, come gli insegnamenti che Dio allora trasmetteva (8 E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?). Adoriamo, lodiamo, amiamo Dio per se stesso e per le sue promesse.
2. In effetti, se il popolo ebreo avesse osservato con impegno la legge, si sarebbe manifestato agli altri popoli come saggio e intelligente (6 Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli) ed essi lo avrebbero proclamato come l'unico popolo saggio e intelligente (6 i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”). E gli ebrei realmente fecero esperienza che nessun altro popolo, anche se forte, aveva un Dio così vicino a sé come Yahweh era ed è vicino al suo popolo ogni volta che viene invocato (7 Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?). In effetti chi studia la religione ebraica e quella cristiana si rende conto subito della loro superiorità rispetto alle altre religioni a causa della bellezza delle leggi, date nell'Antico Testamento e perfezionate nel Nuovo: uguaglianza di tutti davanti a Dio, pari diritti della donna e dell’uomo, matrimonio monogamico e indissolubile, difesa dei poveri e delle categorie più deboli, libertà… Vedete come da tutto il mondo i profughi vogliono venire da noi, nell’Europa, sviluppatasi in questi duemila anni secondo la religione cristiana, e non vogliono andare nei ricchissimi paesi arabi, perché la nostra civiltà è superiore. Ringraziamo il Signore e impegniamoci a conservare le radici cristiane della nostra Europa; purtroppo l’Europa Unita s ne stanno allontanando sempre più.
III - Giacomo 1, 17-18.21b-22.27 1. (a) Tutto ciò che abbiamo di buono e di perfetto sul piano naturale e soprannaturale - dice Giacomo - viene dall'Alto ed è un dono di Dio Padre, creatore della luce (17 ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce), il quale non va soggetto a cambiamenti e non produce tenebre (17 presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento). In effetti tutto quello che siamo e abbiamo viene da Dio, e non da noi, ed Egli ce lo dà come un padre ai figli, dei cui bisogni si occupa con cura costante. Sentiamoci figli di Dio, che si prende cura di noi con Sapienza infinita e con la sua divina provvidenza. Egli non cambia e quindi possiamo fare affidamento su di lui. (b) Per un atto di libera volontà e amorosa misericordia Dio ci ha rigenerati, come fa una madre, alla vita eterna per mezzo della sua Parola, che annunzia la vita eterna – e prima ancora ci ha creati perché esistessimo - ed Egli ha voluto che noi fossimo come i primi frutti maturi dell'umanità e della creazione (18 Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature). Crediamo in questa paternità e maternità di Dio nei nostri confronti, visto che siamo stati creati alla vita eterna col battesimo e veniamo ricreati con la confessione, che ci fa recuperare la vita eterna, se la perdiamo col peccato grave. Dio ci perdoni perché non siamo sempre coerenti e con facilità dimentichiamo che siamo tutto dono e inoltre non sempre abbiamo fiducia. Siamo figli di Dio, non parenti alla lontana!
2. (a) Giacomo ci invita ad accogliere con fede la Parola di Dio, che la predicazione semina in noi e che ci porta la salvezza (27 accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza), ma non basta ascoltare la Parola con fede, perché occorre metterla in pratica per evitare le illusioni (22 Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi). (b) Chi osserva la Parola di Dio pratica la vera religione davanti a Dio (27 Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa); concretamente occorre aiutare i fratelli nel bisogno e guardarsi dai pericoli, che provengono dal mondo (27 visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo). S. Giacomo insisterà molto sulla inutilità della fede, che non è accompagnata da opere di bene: occorre la fede nella Parola, ma poi bisogna passare alla pratica; due segni rendono evidente che siamo sulla via giusta: praticare la carità verso il prossimo ed evitare la mentalità mondana. Esaminiamoci; chiediamo fede, speranza e carità.
EUCARISTIA. Nella Messa Gesù ci offre la sua Parola autentica e ce l’offre per mezzo della Chiesa, da Lui investita a esercitare ufficialmente e infallibilmente questa missione. Egli offre al Padre per espiare le nostre ribellioni passate e ottenercene il perdono e con la comunione eucaristica ci comunica la grazia per osservare la Parola di Dio con fedeltà nel futuro. Preghiamo la Vergine dell’ascolto e S. Giuseppe, i nostri Angeli Custodi e i nostri Santi Patroni di ottenerci la grazia di essere fedeli per il futuro.