Corri Juve, corri
E’ Uno…..
E’ Uno…..
esclamarono terrorizzati Euriloco e compagni, mentre, capeggiati da Ulisse, rigiravano il tronco di ulivo, con la punta rovente, nell’occhio di Polifemo, dimenticandosi che altro occhio il Ciclope non aveva.
Noi , consapevoli che gli obiettivi sono tre, gridiamo senza paura né eccitazione: è uno, cioè l’incipit del triplete. Dunque, la pratica Lazio, prima del Crotone ed a seguire della finale di Cardiff, è stata espletata tra il chiaroscuro dell’Olimpico , al cospetto di un parterre non esclusivamente di appartenenza juventina, ma sicuramente dal palato raffinato che intonava l’Inno alla gloria , mentre l’orchestra bianconera (le) suonava….. e suonava, costringendo i pur bravi biancocelesti ad una ballata triste. Non sono mancati, in verità, applausi ed incitamenti ai sottomessi avversari , tributando ovazioni, però, alla squadra che più le meritava. Questa è casa Juve, piaccia o no; questa è la realtà amara per vecchi arnesi lombardi dal color medio-orientale, che si esaltano solamente contro la Vecchia Signora , recitando la parte di vittime di turno e prendendole, poi, a destra e a manca. A proposito, i diavoli rossoneri, surclassati e mortificati fuori e dentro casa Meazza, assieme ai cugini nerazzurri, si esibiscono nella consueta sceneggiata solo contro la Juve, oppure l’hanno in cartellone? E la figuraccia fatta dagli uomini dell’attore Serbo, che ha messo in campo un Torino preso letteralmente a pallonate dal Napoli, dove la vogliamo collocare?
Ciao, amata Juve,vai e vinci in terra gallese ,( dopo la pratica Crotone), e dai inizio ad un nuovo ciclo che possa far cadere nell’oblio le tante finali perse dai prodi guerrieri in casacca bianconera. Il mondo pallonaro dei rabbiosi contro le anime buone, già scommette sull’ennesima disfatta; ma noi, irriducibili sostenitori della purezza calcistica, siamo (moderatamente) ottimisti. La rinomata BBBC saprà contenere le sfuriate di Ronaldo & c. ed avviare ripartenze mozzafiato, finalizzate dalla bella coppia al ritmo di Tango argentino. Vai e ritorna con la corona d’alloro. Da parte mia , quella notte invocherò la Musa Calliope, ispiratrice della poesia epica, Tersicore della poesia lirica, ma soprattutto la Musa Erato della poesia d’amore, perché occorre un puro atto d’amore per omaggiare al meglio gli eredi di Gentile e Cabrini, di Paolo Rossi e dell’immenso Tardelli, con un ricordo particolare per Scirea. E se l’amarcord si sofferma sovente su quello squadrone che era paragonato addirittura, udite udite, all’Honved di Puskas degli anni cinquanta, è esclusivamente perché intravediamo nella Juve di questi ultimi anni, bagliori antichi che ci fanno ben sperare nell’apertura di un ciclo, negato allo squadrone che, frattanto, si era arricchito anche di Platini e Boniek. In quel periodo sarebbe bastato sulla panchina un Mister Bean qualsiasi e non un papa/ re/ imperatore del ca…lcio. Oggi i nostalgici ricordano da Zoff fino a Bettega per le vittorie, eliminando dalla mente , invece, le amarezze delle finali perse sistematicamente.
Michele Brescia