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Solofra. Solita festa, ma San Michele … aveva due galli?

Non sono appassionato di processioni, feste religiose e feste civili. Le trovo caotiche, rumorose (… mi dà fastidio il suono delle campane!) e piene di vanità, ma non ho nulla contro nessuna festa civile o religiosa o contro le processioni: semplicemente, non vi partecipo.

Da bambino attendevo la festa di San Michele, più per le bancarelle che per la processione, per le luminarie, per il cantante o per i fuochi. Da adulto, raramente ho partecipato alla festa di San Michele: le bancarelle - anche se a Solofra sono quasi del tutto vietate (solo a Solofra?) - ormai non mi attirano più, e la processione, le luminarie, il cantante ed i fuochi, continuano a non interessarmi.

Quest’anno, però, nei pressi del Bar Romano, per circa 10 minuti, in compagnia del mitico Centurione - alias Franchino Gentilucci, un pezzo d’uomo, o meglio “un uomo tutto di un pezzo”, forse l’unico “vero comunista” rimasto a Solofra! -  ho assistito al passaggio di San Michele, in solenne processione, accompagnato - credo come sempre - dalle solite autorità e dai soliti fedeli. Sono poi tornato a S. Andrea per il pranzo: della processione non so null’altro e del resto della festa, proprio niente. Per me la festa è finita qui, e mi è sembrato tutto normale.

A leggere le cronache, però, la festa di San Michele è stata un fiasco  perché è terminata di domenica, perché senza  il lunedì di festa  è crollata l’economia locale, perché non ci sono stati i soliti forestieri e perché c’è stato un confuso défilé che si è fuso con due stancanti processioni: nella prima, quella mattutina,  i Santi non sono riusciti ad ispirare la solita devozione; nella seconda, la sera, ha sostato sotto le luminarie e generato tanta confusione con i fuochi di accompagno, scandalizzando, finanche, il maestro di musica, che ha dovuto interrompere il concerto. In più, a causa delle condizioni atmosferiche, domenica, i fuochi d’artificio, non si son proprio visti.

Insomma, l’intera festa sarebbe stato un vero disastro:tutta colpa del parroco di San Michele?

Con tutti i limiti della mia detta reale partecipazione alla festa, non ho percepito tale disastro: mi è sembrata la solita festa di paese (processione, luminarie, banda, cantante e fuochi), fatta con i soldi del comitato e dei cittadini, con il solito parroco della chiesa di San Michele che guida la processione.

San Michele è sempre lo stesso, i fedeli pure, il parroco - e forse è questa l’anomalia - da un po’ di anni è diverso, probabilmente, meno ortodosso, ma bisogna farsene una ragione, perché, … San Michele non può avere due galli!

 “San Michele aveva un gallo”, oltre che una famosa filastrocca - San Michele aveva un gallo, bianco, rosso, verde e giallo … che di cantare tanto e bene ne aveva le tasche piene! - è anche un famoso film dei F.lli Taviani del 1972 (tratto dal racconto “Il Divino e l’umano” di Tolstoj), che narra di un anarchico italiano, che nel 1870 guidò la rivoluzione di un gruppo di compagni in un paesino umbro, che sfociò in un fallimento ed in una  condanna a morte, poi, tramutata in carcere a vita. Nella solitudine della cella, l’anarchico, per anni, medita sulla sua rivoluzione e ne sogna il trionfo, immaginandosi interlocutore principe di grandi dibattiti politici. Ma, … dopo 10 anni, durante un trasferimento dal carcere, incontra nuovi giovani prigionieri politici con altre idee … con cui proprio non riesce a dialogare: prende allora atto che la sua rivoluzione è finita ed ha lasciato il passo ad una nuova: … si lancia in acqua e si lascia annegare! 

È banale, ma, da secoli, generazioni e rivoluzioni si susseguono credendo sempre di essere migliori delle precedenti!

Tornando alla nostra festa, anche se non sono stato molto partecipe, non mi è sembrato affatto rivoluzionario eliminare il lunedì di festa e fare una processione in più.

Mi è sembrato, invece, poco ortodosso il conflittuale clima cinematografico creatosi post festa, tipo:uomini contro” (ambientato negli scenari della prima guerra mondiale), “kramer contro kramer”(conflitto tra genitori per avere il figlio), o “Don Camillo contro Don Camillo”, … che sarebbe stata sicuramente una ulteriore grande opera della serie “Don Camillo Mondo Piccolo” di  Giovannino Guareschi se questi avesse assistito alle cronache della festa di San Michele 2016! Ma mentre Don Camillo e Peppone - pur nell'eterna gara in cui ognuno ambisce ad arrivare prima dell’altro - si aiutano, per continuare insieme il viaggio della vita, a Solofra, in reciproca maniera, Don Camillo non aiuta Don Camillo, e, anche se non si trattasse dei soliti banali dispettucci, non c’è nessun antipapa e nessuno scisma nella chiesa cattolica apostolica romana che necessiti di scomunica, … sia per un Don Camillo che per l’altro!

Non incorreremo nemmeno nella profezia di San Malachia (1595), che prevedeva che durante il pontificato di tal Pietro romano, ci sarebbe stato il giudizio finale e la completa distruzione di una città dai sette colli, … e fors’anche (n.d.a.), di una Città delle pelli e di una Collegiata dedicata a San Michele?

Diceva quel brav’uomo di mio padre, cattolico praticante, che, tornato malconcio dalla guerra, era riuscito a fare solo la Va elementare: … «un cristiano deve vivere in una condizione di tolleranza e non di privilegio o di sopraffazione», ma io, indifferente e distante da ogni religione, sicuramente, sono il meno indicato … a predicare!

mariomartucci

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