Montoro. ...riportare il borgo di Aterrana al suo antico splendore.
Io sono nato nel 1972, anno del crollo della chiesa di San Martino ad Aterrana. Quindi sono quarantaquattro anni che questo edificio, che per più di duecento anni è stato luogo di devozione e spiritualità, è ridotto a un cumolo di macerie. Il crollo fu dovuto ad un cedimento strutturale causato da lavori che indebolirono le fondamenta. La parte centrale collassò, restando in piedi solo la facciata con il campanile e la parte retrostante. Non ci furono morti e feriti perché il crollo avvenne di notte. Nell’immediato la comunità fu emotivamente scossa e molti, nei mesi e negli anni successivi, si diedero da fare per riportare il luogo di culto così com’era. Ma ci furono parecchi intoppi e molto menefreghismo da parte di chi avrebbe dovuto impegnarsi per la ricostruzione.
Per una comunità la chiesa è un sito fondamentale , non soltanto per chi è religioso. La bella chiesa di San Martino era il cuore pulsante per gli abitanti del piccolo borgo di Aterrana. E questo possono confermarlo le persone anziane del posto. La mia generazione ha vissuto quel luogo solo nei racconti che loro facevano, di come era bella la navata centrale, fatta di statue di angeli, quadri e affreschi rappresentanti santi ed eventi biblici; la congrega poi, dove si riunivano i confratelli per le riunioni più importanti, ci veniva descritta come un luogo favoloso. Se parliamo dell’11 novembre, festa di San Martino, gli occhi degli anziani si riempiono di gioia nel ricordare l’emozione collettiva quando tutta la comunità si radunava intorno alla chiesa. Le campane che facevano sentire il loro suono allegro , bambini che manifestavano la loro felicità per il giorno tanto atteso, molta gente di altri paesi che veniva apposta ad Aterrana per seguire l’evento. Questa era una comunità viva che amava il luogo dove era nata e cresciuta. Questo amore con gli anni non si è spento ma è stato mortificato dall’ignavia di chi aveva il dovere di risanare il cuore della comunità.
Il sima del novembre 1980 fu un altro dramma. Prima di questo evento la maggior parte delle famiglie di Aterrana viveva in bei palazzi antichi. Strutture caratteristiche dalla cui entrata principale si accede ad un cortile. Questi cortili erano sempre pieni di bambini che d’estate giocavano fino a tarda sera. Il sisma rese inagibile la maggior parte di queste strutture. Qualche palazzo venne giù, come in via Fontana, e anziché ricostruirlo com’era, qualche sciacallo pensò bene di far sparire anche le pietre che componevano arcate e colonne. Un altro scempio fu fatto in via Madonna delle Grazie (all’inizio del paese) dove il proprietario, con l’appoggio di amministratori compiacenti, con i soldi della ricostruzione ha demolito definitivamente la vecchia struttura e ne ha costruita una del tutto nuova. Un vero genio! Disfarsi di un’architettura vecchia di secoli per sostituirla con qualcosa che non ha niente a che fare con l’estetica del luogo. Definirlo un obbrobrio è poco! Ma non è finita qui. Qualche palazzo è stato aggiustato, qualcun altro è stato ristrutturato, qualcun altro però versa in condizioni pietose. Palazzi che hanno più di duecento anni, stanno lì , aspettando l’ultimo sospiro per venire giù. Dal 1980 ad oggi nessuna amministrazione è stata in grado di risanare questa situazione. Il Comune ,se vuole, può fare, ne ha tutto il potere, così come hanno fatto la maggior parte dei comuni dell’alta Irpinia i cui borghi antichi sono stati riportati al loro vecchio splendore. Quindi basta con speculazioni come quella che è sta fatta in via Crocifisso, dove un bell’asilo degli anni ‘50 di proprietà della chiesa, con il consenso dell’allora prete della parrocchia di Aterrana, è stato buttato giù per agevolare la costruzione, nella parte retrostante, dove c’era un bel giardino, di un grosso palazzone. Dove c’era l’asilo hanno eretto un’altra struttura che da quattro o cinque anni sta lì incompiuta (solo pilastri, solaio e copertura) e non viene completata ,mentre il palazzo retrostante ha ricevuto tutte le rifinizioni possibili e immaginabili. Anche qui il Comune di Montoro potrebbe dire una parola: che ci fa una struttura come quella rimasta incompleta al centro di un borgo antico come quello di Aterrana? Situazione che contribuisce a deturpare ulteriormente l’estetica del luogo.
Bisogna adottare dei provvedimenti innanzitutto per la chiesa di San Martino e questo è un impegno che devono prendere la Curia e il Comune di Montoro con la sollecitazione dei cittadini di Aterrana. Non si può più fare chiacchiere e restare semplicemente a guardare; feste, eventi e quant’altro vanno bene, ma bisogna che ci sia un impegno serio per riportare il borgo di Aterrana al suo antico splendore.
GERARDO DE MAIO – Circolo S.E.L. Montoro-Solofra