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Verso Sud Oggi, anche sui social è usanza condividere gli scatti di un viaggio

Verso Sud Oggi, anche sui social è usanza condividere gli scatti di un viaggio. E’ una modalità comunicativa ma anche un palcoscenico di immagini per mostrare al mondo, quanto è bello il nostro paese. Ogni viaggio da’ la possibilità di aprire la mente oltre i confini del proprio quotidiano. È una esperienza sensoriale eccezionale. Stavolta nell'ammirare la Puglia meridionale mi si è acceso un collegamento tra, la bellezza e il fascino di certi luoghi e il cammino dei popoli con i suoi fenomeni migratori. La storia pugliese è fatta d’intrecci di culture e civiltà. Dai gruppi etnici dominanti nell'era protostorica, i quali formarono le stirpi dei dauni, dei peucezi e dei messapi, ai greci, romani e le ondate migratorie longobarde, slave e arabe nel mar Mediterraneo, bizantini e gotici , normanni, svevi, angioini e aragonesi, turchi e in tempi recenti albanesi. La Puglia ha vissuto il passaggio di tanti popoli anche crudeli. Il mare e le sue piane, scenari di battaglie e barbarie. Solo per ricordare, l’assedio alla città di Otranto (1480) con l’orribile massacro degli ottocento martiri predetto da San Francesco di Paola e il massacro di Vieste (1554) ordinato dal capitano turco Dragut, massacro con cui “s’infierì contro l’innocenza” trucidando “inabili, vecchi e fanciulli che non potevano trasportarsi”. “La paura del turco”, degli Arabi e dell’Islam ,esistente già dall’IX-XI sec. ha lasciato tracce nelle tradizioni popolari, nelle narrazioni letterarie e nel folklore. E’ stato un luogo d’incontro e scontro. Questa miscellanea di razze, di uomini, di architetture anche lontane, si esprimono oggi in tanta bellezza oltre che 2 paesaggistica, culturale e religiosa. Perciò viaggiando in questa terra si vive il mediterraneo, in senso lato, tante culture passate sotto il flash di quella luce d’oriente , che regala ad ogni cosa una luminosità tanto forte, da rendere più brillante che altrove, il candore delle architetture e maggiormente definiti i colori e i contorni della natura. E’ dalla diversità che nasce la bellezza. Più un popolo è in grado di convivere e condividere , più c’è possibilità di generare bellezza. È quello che, più in generale è accaduto da noi, al Sud. La nostra capacità di essere e sentirci un popolo in cammino e allo stesso tempo ospitale e accogliente con gli altri, ci rende speciali. La bellezza dei luoghi, è la ricompensa a questo positivo atteggiamento di vita. È semplicemente umano, pensare che il mondo non è proprietà privata e che tutto è in eterno movimento. Ora più che mai, non vi è alcuna certezza di dimorare sempre negli stessi posti. E’ sempre tanta la strada da percorrere e l'accoglienza e la convivenza sono grandi doni che travalicano ogni barriera difensiva che gli umani tendono ad ergere. Durante una piccola sosta, ho scattato una foto ad un senegalese, che conversava amabilmente con la gente del posto. Quanta reciproca naturalezza e autenticità in quella conversazione, quanta condivisione negli scambi di parole! Noi del Sud siamo questo.. Commettiamo un unico e grande peccato, siamo poco organizzati. Diventiamo così, facile preda di dominatori e chiniamo troppo spesso la testa nei confronti di ogni gruppo organizzato di potere, affarista e senza scrupoli. Ma non dobbiamo mai, in nome di qualcos’altro, commettere l’errore di compromettere l’accoglienza. 3 Noi abbiamo sempre le braccia aperte! Se ci astraiamo per un attimo dalle difficoltà dell’organizzazione che la convivenza comporta e dalla paura dell’estraneo, abbiamo la possibilità di rileggere la storia e la sua eredità con lo spirito dell’accoglienza. Gente del sud, nel nostro dna, è scritto fin da tempi lontani, il messaggio della fratellanza! D.MI

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