Solofra Area vasta ... Filctem ... chiediamo di essere coinvolti nel processo decisionale
Il dibattito su “Area Vasta” irpina, che a detta di tanti rappresenta un’opportunità per il territorio e per la comunità, ha trovato una diversa interpretazione da parte del Sindaco di Solofra il quale ha pensato di rivolgersi verso Salerno. Il fatto che la città di Solofra, epicentro del Distretto Conciario, si tiri fuori dall’area vasta Irpina dovrebbe aprire un vero e serrato dibattito su questo strumento di governo del territorio, considerando che negli anni scorso il "protagonismo" del sindaco di Mercato San Severino e assessore regionale sul versante dei progetti finanziati per il suo comune, la scelta del sindaco di Solofra potrebbe essere quantomeno debole se non estremamente deleteria in prospettiva.
Bene chiarire cos'e' l’area vasta, territorio legato dalle amministrazioni provinciali e delle Città Metropolitane, cioè i programmatori, pianificatori e gestori del territorio, delle risorse e dei rapporti tra l'Ente locale intermedio, la Provincia (che dovrebbe cessare le sue funzioni), ed i Comuni e la Regione. Tale definizione discende da riferimenti dell’Unione Europea sulle aree Urbane e lo sviluppo sostenibile.
Per essere più pratici e diretti "Area Vasta" è uno strumento per un determinato territorio di pianificare il proprio futuro socio-economico, non attraverso una serie di iniziative episodiche, lasciate ai singoli attori istituzionali, ma attraverso un programma codificato di opere ed attività nel medio-lungo periodo.
Se questo è l’intento del legislatore tanto più ci dovrebbero essere momenti di condivisione e partecipazione sia dei cittadini che delle associazioni quali portatori di interessi.
Un processo che non abbia queste caratteristiche, ed è calato dall’alto, dalle sfere politiche o amministrative, che non è determinato dalle realtà sociali locali, dalle varie associazioni datoriali, dal mondo del lavoro attraverso le proprie rappresentanze sindacali è destinato a fallire, anche perché per le motivazioni prima dette, l’Unione Europea ha messo a disposizione ingenti somme per sostenere e finanziare soltanto quei progetti, presentati dalle aree urbane, che abbiano un lungo respiro, l’ambizione direi di affrontare le criticità economiche, ambientali, climatiche, sociali e demografiche, in quanto fortemente interconnesse tra di loro, in sostanza che siano progetti, piani, sostenibili per migliorare le aree urbane.
Quindi anche per Solofra, il distretto conciario in particolare si apre una nuova fase di opportunità, sempre se non si faccia come per Apo_Emas o come per le varie proposte definite nell'allora PIT distrettuale rimaste incomplete e o disattese.
La pianificazione strategica che avanza, e di cui abbiamo conoscenza, riguarda temi che nell’ultimo decennio come FILCTEM CGIL abbiamo più volte richiamato e richiesto. Gli assi portanti sono: -sistemazione della ferrovia e sua elettrificazione da Benevento-Avellino-MercatoS.S.-Salerno per trasporto merci passeggeri; -Intermodalità e retroportualità per Pianodardine-Avellino, Solofra-Montoro, Mercato S.S., utilizzando aree industriali dismesse es. Ex Map, exJuliani, Albatros, ecc.; - Riorganizzazione funzionale ed opertiva Servizio Sanitario cioè dell'Ospedale Landolfi e delle strutture sanitaria pubbliche pubbliche convenzionate; - rafforzamento dell’Istruzione pubblica con Centri Alta Formazione, azioni mirate di riqualificazione professionale cioe' politiche attive per il lavoro e la conoscenza, così da dare sostegno efficace alle realtà produttive locali dando sollievo ai lavoratori espulsi dal ciclo produttivo; Ambiente con la difesa del suolo, delle falde acquifere, quindi finalmente si vuol intervenire per il disinquinamento della falda Montoro_Solofra recuperandone la piena fruibilità per cittadini ed imprese, per il controllo dei fenomeni di sversamenti illegali, per la valorizzazione del sistema depurativo in termini efficacia, efficienza ed economicità del sistema anche con il riutilizzo delle acque depurate, tutela del sistema paesaggistico naturalistico dell’area vasta, meglio sarebbe con un insieme indissolubile, a cui Solofra con il suo patrimonio artistico e di "archeologia"industriale potrebbe dare e avere tanto.
Se davvero sono queste le idee/progetti che si vuole quali motori dello sviluppo, della crescita, del territorio e delle eccellenze per l’area vasta.
Avremmo un territorio che assicura un buon livello di qualità della vita per i cittadini, giovani, anziani, lavoratori grazie ad un sistema di infrastrutture per la mobilità, dei servizi, di produttività che garantiscono un un futuro sostenibile .
Per questo occorre definire il perimetro dell’area vasta che includa anche Solofra, permettendo di raggiungere un massa critica necessaria all’agire strategico, che non nasconda le criticità ma che anczi pensa di risolvere proprio nel programma di pianificazione.
La città di Solofra in tal modo può recuperare la sua missione di città industriale del mezzogiorno in grado di indicare una strategia industriale-manifatturiera di eccellenza ed eco compatibile per l’intero Mezzogiorno oltre che a valorizzare la sua "storia".
Da troppo tempo nella città di Solofra non si discute realmente di sviluppo, progresso, utile all’intero territorio irpino, acuendo la frattura e la fragilità del sistema imprenditoriale già ampiamente rimaneggiato e compromesso dalla crisi di questi anni. L’idea di non aggregarsi all’area vasta di Avellino, guardondo quindi verso Salerno, è anche asincrona rispetto alle azioni fatte con la IrnoService l’azienda di Servizio Idro potabile per rimanere nell’ATO Calore-Irpino.
Penso che sia “strategico” colmare queste contraddizioni recuperando Solofra all’area vasta Avellino, per un processo di crescita territoriale sostenibile, equilibrato e dinamico per l’intero territorio irpino.
Come Organizzazione Sindacale chiediamo di essere coinvolti nel processo decisionale che potrebbe portare Solofra a non essere nell’area vasta, perché questa decisione interverrà, in seguito, sulla qualità dei servizi, sulla capacità di produzioni di beni pubblici collettivi, sulle politiche del Welfare urbano,sui livelli di sicurezza sociale, negli ambiti urbani caratterizzati da degrado fisico e sociale, sulla qualità ambientale, sul posizionamento competitivo della città e dell’area urbana in termini di capacità di attrazione dei nuovi investimenti e di innovazione.
Possiamo recuperare ritardi, incomprensioni e visibilità politica facendo bene non fuggendo.
Su queste considerazioni la FILCTEM-CGIL, come ha anche detto in più di un’occasione il segretario provinciale confederale della CGIL, non vuole essere spettatore ma vuole essere protagonista convinto e determinato per incidere nelle scelte che segneranno il futuro, neanche, tanto lontano della vita di tanti cittadini e lavoratori del distretto conciario.
Franco Fiordellisi