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Serino. Commemoriamo i morti avendo cura dei vivi.

Il miglior modo per commemorare le vittime di una tragedia, come fu il Terremoto del 1980 in Irpinia, è quello di fare tutto il possibile perché in futuro possano evitare altri drammi simili. Il ricordo serve a mantenere vive le coscienze su un fenomeno naturale che in passato ha sempre portato morte e distruzione. Purtroppo, i terremoti ci sono sempre stati e continueranno ad esserci, ma non dobbiamo convivere con la paura che un giorno non lontano un altro terremoto possa di nuovo portare disperazione e lutto. Dobbiamo invece prendere coscienza reale di questi fenomeni ed essere capaci di reagire con prontezza in modo serio ed organizzato. Il genere umano non ha ancora imparato a prevenire un terremoto, ma può certamente ridurne gli effetti distruttivi. Dall’evento sismico irpino del 23 novembre del 1980 ad oggi, ci sono stati molti altri terremoti in Italia e si continua a morire sotto le macerie. Una delle tragedie che ci ha scosso maggiormente fu quella del 2002 a San Giuliano di Puglia, dove morirono 27 bambini e un’insegnante a seguito del crollo che interessò l’edificio scolastico. La magistratura ha poi accertato le responsabilità, ma questo ancora oggi non ci toglie dalla mente che quel dramma poteva essere evitato. In quel piccolo paesino, in provincia di Campobasso, è poi stata costruita una nuova scuola e in tutta Italia, a seguito di interventi legislativi rapidamente varati dopo l’evento di San Giuliano, che indignò tutto il Paese, si è proceduto a ridisegnare le mappe del rischio sismico e a definire quali edifici pubblici debbano essere sottoposti ad interventi di messa in sicurezza. Anche a Serino sono stati individuati edifici pubblici a rischio grazie ad uno “studio di vulnerabilità” specifico. Delle cinque scuole presenti sul nostro territorio, quattro sono risultate a rischio, con classificazione del livello di vulnerabilità medio-alto. Per noi il miglior modo per commemorare le vittime del terremoto dell’80 è quello di fare il possibile per evitare altre vittime in futuro. Sappiamo che possiamo farlo, dobbiamo avere solo la determinazione di farlo. Le risorse ci sono e ci deve essere solo la volontà di reperirle, a costo di indebitarci: meglio investire per la sicurezza dei bambini e degli operatori scolastici che in piazze e parcheggi. Dobbiamo necessariamente costruire un polo scolastico nuovo, nel pieno rispetto delle vigenti normative antisismiche e in una totale efficienza sia dal punto di vista energetico che dell’utilizzo. E’ necessario inoltre fornire maggiori strumenti e risorse alla protezione civile, predisporre un serio piano d’emergenza e intensificare le esercitazioni nei luoghi sensibili. Il ricordo senza la consapevolezza è l’anticamera dell’incuria.

 

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