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Solofra: teatrali smentite? … Ma di che parliamo?

Bisogna saper …leggere.

Lo dico prima a me stesso, perché in effetti mi è veramente sfuggito che anche l’articolo relativo allo spettacolo “Macadamia Nut Brittle” pubblicato venerdì 25 settembre 2015 su Solofraoggi contenesse l’espresso riferimento di evento consigliato ad un pubblico adulto”  …riportato anche nel titolo!

Di questo faccio ammenda e chiedo scusa. Ma ciò non cambia le tematiche toccate nel pezzo, perché bisogna saper leggere sempre … e tutto.

DEL RESTO DI CHE PARLIAMO?

PARLIAMO DEL TERMINE LUSTRI?

Chiunque può usare il termine “LUSTRO” o “LUSTRI” come sostantivo per indicare …cinque anni di ipocrisia o di volgarità o come aggettivo …per rimarcare la qualità di qualcosa.

Il termine LUSTRI può anche essere usato come antifrasi (figura retorica che consiste nell’utilizzare un’espressione per dire l’esatto contrario di ciò che quell’espressione afferma), per indicare il contrario dei sinonimi dei termini “verità” e “gentilezza” per indicare “ipocrisia” e “volgarità”. Non è lustro chi e ipocrita e non è lustro chi è volgare: non risultano acquisiti diritti esclusivi sull’uso del termine ”LUSTRI” né da parte di operatori teatrali né da parte di  Associazioni  culturali.

PARLIAMO DELL’AGGETTIVO VOLGARE?

L’articolo dava espressamente conto che riferiva giudizi di persone che avevano liberamente assistito alla rappresentazione dell’opera “Macadamia Nut Brittle” e che liberamente avevano anzitempo abbandonato la sala perché avevano ritenuto lo spettacolo più che volgare.

 : magari se l’avessi vista “Macadamia Nut Brittle” mi sarebbe anche piaciuta!

L’aggettivo “volgare” è espressamente riferito allo spettacolo e non fa riferimento alcuno a persona o persone: gli spettatori che hanno pagato il biglietto e che hanno abbandonato anzitempo la sala, sono liberi di esprimere un giudizio critico sullo spettacolo e dire che esso …era più che volgare?

 

Chi mette in scena una qualunque opera si espone al sacrosanto diritto di critica degli spettatori (paganti e non) che possono liberamente ritenerla “volgare” o “gentile” come più gli pare!

Idem …per tutti gli articoli pubblicati sui giornali!

 Il film “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertucci (con Marlon Brando e Maria Schneider, fotografia di Vittorio Storaro e musiche jazz di Gato Barbieri), pur essendo stato all’epoca (1972) campione d'incassi in Italia e all’estero, fu da molti ritenuto volgare. Il film venne anche sequestrato per "esasperato pansessualismo fine a se stesso" e la pellicola fu addirittura condannata alla distruzione. Per fortuna nel 1987 la censura riabilitò il film che fu distribuito anche in TV.

La volgarità - ove mai fosse stata considerata un’offesa gratuita - non era comunque in alcun modo riferita alla persona, Bernardo Bertolucci (uno dei più grandi registi italiani), ma era una legittima critica al film!

PARLIAMO DI FINAZIAMENTI PUBBLICI E DI USO DI STRUTTURE PUBBLICHE?

Non è al giornale Solofraoggi che l’operatore teatrale deve chiedere rettifiche sulla veridicità dei fatti, ma al Comune di Solofra, smentendo solennemente di aver stipulato in data 21.08.2014 una convenzione con lo stesso Comune di Solofra e di aver da questi ricevuto finanziamenti pubblici e l’uso di strutture pubbliche!

GLI ATTI DA SMENTIRE SONO I SEGUENTI:

Delibera G.M. n° 40 del 31 marzo 2014, che istituisce l’Accademia di Teatro “ Città di Solofra”;

Delibera G.M. n° 87 del 5 maggio 2014 “Gestione laboratorio teatrale. Stipula convenzione. Atto d'indirizzo”, che individua nella nota Associazione rappresentata dal noto operatore teatrale …il referente utile (dell’Accademia di Teatro “ Città di Solofra”) per la gestione, in via provvisoria, delle attività recitative, e approva la convenzione che  disciplina le modalità di collaborazione tra il Comune e la detta Associazione.

Delibera di G.M. n° 91 dell’11.06.2015 che approva il progetto "Lustri Teatro-Eventi culturali settembre 2015/giugno 2016dichiarandolo “conforme alle finalità ed agli indirizzi formulati dall’Ente” precisando al punto 3): “che, per la parte economica, il programma annuale potrà avvalersi di contributi del Comune, di sostegni privati e di finanziamenti pubblici regionali!”

DeterminaN. 274 del 10-09-201 RG n° 597 “Accademia di Teatro "Città di Solofra". Corso dizione e recitazione” che impegna € 475,80 per la produzione e fornitura di manifesti divulgativi dei corsi di dizione e interpretazione indetti dalla nota Associazione convenzionata con l’Ente;

DeterminaN. 112 del 09-04-2015 RG n° 235   che liquida alla nota Associazione € 3.660,00 compresa IVA al 22% quale acconto del contributo per il corso di dizione-pronunzia e laboratorio teatrale “Il Corpo Narrante” in virtù degli art. 5 e 7 della Convenzione del 21.08.2014;

DeterminaN. 251 del 09-04-2015 RG n° 508   che impegna euro 610,00 compresa IVA 22% a saldo del contributo dovuto dal Comune alla nota Associazione in virtù della citata convenzione.

PARLIAMO DEI TERMINI “MONOPOLIO CULTURALE” E “MONOPOLISTA CULTURALE”?

Gli atti ufficiali sopra citati (tratti dall’Albo Pretorio on line del Comune di Solofra), documentano in maniera inequivocabile i finanziamenti ricevuti dall’Associazione. La stessa Associazione è qualificata come “referente utile per la gestione, in via provvisoria, delle attività recitative” ed è individuata come utilizzatore del centro propulsore del ristrutturato complesso di Santa Chiara.

Se non hanno modificato il vocabolario della lingua italiana i termini “monopolio culturale” o “monopolista culturale”, non indicano nulla di illegittimo e non rappresentano affatto delle offese, tantomeno …gratuite.

A Solofra c’è più di un monopolio, ma in genere il monopolista acquisisce (legittimamente) tale posizione sul mercato con risorse proprie …senza far uso di risorse e strutture pubbliche!

Ognuno, con i soldi propri, è liberissimo di fare tutto ciò che vuole …se non è vietato!

Ma l’uso di risorse pubbliche, considerato “culturalmente e socialmente importante” da un operatore teatrale o da una Associazione …può non esserlo per altri?

Per fortuna non siamo nel giugno del 1929, né a “Fontamara  (romanzo di Ignazio Silone), ed in giro non c’è alcun cartello che dice: …PER ORDINE DEL PODESTÀ SONO PROIBITI TUTTI I RAGIONAMENTI!

mariomartucci

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