il grido inascoltato dei maestri invisibili
i diplomati magistrale abilitati raccontano la loro disperazione
Liberato Gioia, il fondatore del Comitato per l'inserimento dei diplomati magistrale abilitante in Gae,purtroppo si ritrova costretto per l'ennesima volta a denunciare pubblicamente il silenzio reiterato del governo Renzi. Difatti,nonostante le continue richieste e solleciti da parte nostra, per affrontare la spinosa ed ormai tristemente conosciuta questione dei diplomati magistrale ante 2001/2002, i membri del governo continuano a tacere. Si ritiene che tale atteggiamento sia un vero e proprio insulto nei confronti di cittadini onesti, i quali richiedono semplicemente il riconoscimento di un diritto e il rispetto della propria dignità. Mentre il Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, con il sorriso sempre splendente, partecipa alle feste del Pd, a convegni, seminari sulla Buona Scuola (se buona, la si puo' definire, usando un eufemismo), migliaia di persone vivono nell'angoscia e in uno stato di assoluta incertezza esistenziale. Il sottoscritto viene contattato ogni giorno da persone di tutta Italia, deluse, arrabbiate, sconcertate, per quest' ingiustizia che dura da molti anni e a cui il governo Renzi non ha intenzione di mettere fine, nonostante le sentenze e la legge ci dia ragione nelle aule dei Tribunali e persino il Consiglio di Stato. La delusione di questi maestri, che definirei 'INVISIBILI',si tramuta in disperazione, depressione, 'indigenza' umana e spirituale. Una persona a cui viene tolta la dignità del lavoro non si sente piu' tale,ma si svuota di senso e progettualità futura. Cosa puo'rispondere un padre ai propri piccoli alla domanda:" Papa', perchè non lavori piu'? Ed ora come compriamo il cibo, i vestiti e i giocattoli?".Oppure, le parole di una donna, che tiene tra le braccia il figlio di 6 anni e gli deve spiegare che la sua mamma molto probabilmente non lavorerà da quest'anno, dopo aver insegnato per anni. E non ci vengano a dire che c'e' la possibilità del prossimo concorso, perche' i diplomati magistrale sono stati gia' penalizzati per anni e non accetteremo il danno oltre la beffa. Ho invitato i membri del Comitato a raccontarmi le loro storie. Ecco alcune parti delle email ricevute.
BARBARA e LE SUE COLLEGHE da LATINA:La nostra è una storia di colleganza di passione e di amicizia... Una storia in cui molti si potrebbero riconoscere! Diplomate magistrali, diversi anni di lavoro insieme(almeno otto)in una paritaria, sottopagate, inquadrate come insegnanti part-time ma sfruttate tutto il giorno...il tutto retribuito con uno stipendio veramente misero e solo per accumulare punteggio e scalare una graduatoria che ora non viene neanche più presa in considerazione. Abbiamo conseguito un diploma abilitante, per tanti anni non riconosciuto tale, dopo lunghi anni trasferite dalla terza alla seconda fascia... con il rischio di essere completamente cancellate, nonostante i nostri sacrifici! Siamo tutte ragazze in gamba con esperienza e un bagaglio culturale... Ed ora.... Il concorso?!?!?! Vogliamo essere inserite in Gae, avere la possibilità di esercitare il nostro lavoro in condizioni non precarie, vogliamo essere delle vere insegnanti.
CARLA da TREVISO: da Novembre 2014 sono entrata in classe e ho avuto la fortuna di lavorare costantemente fino a Giugno. Che belle esperienze! Il sacrificio di aspettare le chiamate mattutine sono stati ricompensati dal fatto di fare un lavoro che amo;Ed ora? Che succede? Dovrei fare un concorso? E a 35 anni, con due bambine e una casa da gestire, senza grossi aiuti, chi riesce a mettersi a studiare per affrontare un concorso??? Quello che penso è che questo sia un modo per eliminare tante persone che purtroppo hanno competenze e buona volontà ma non una reale possibilità.Vorrei scrivere di più ma...si è svegliata la piccola. Ciao e grazie!
FRANCESCA da MONZA: Mi sono diplomata magistrale nell'a.s. 2001/2002. Insegno da quasi 11 anni in una scuola dell'infanzia. Ho 134 punti in graduatoria e non credo proprio di dover dimostrare a nessuno di essere abilitata. Le scuole paritarie mi assumono senza alcun problema .... Non capisco tutto questo caos da parte del governo. È ora di finirla: sono stanca di essere presa in giro!!! Il ruolo, dopo anni di lavoro, me lo merito!!
SILVIA da CASERTA:Mi chiamo Silvia ho 32 anni e vivo aCaserta.Ho tre figli.A 16 anni ho avuto il primo bambino, ma nonostante le difficoltà, portai a termine e con tanto orgoglio il mio diploma magistrale nel lontano 2001.Miinserii nelle graduatorie di terza fascia. Appena ci fu l occasione e mesi dopo mesi realizzai che ricevere una supplenza anche giornaliera per noi poveri meridionali era pura utopia così decisi di inviare mad in varie scuole di Roma e contemporaneamente studiare per laurearmi,il mio sogno (senza un'entrata mia in casa abbiamo fatto salti mortali per pagare le tasse).Arrivauna chiamata ed io fiera alle quattro del mattino prendo il treno poi metro poi cotral e arrivo a scuola.Entrarein aula fu per me un qualcosa di indescrivibile ma il sogno durò poco,non riuscii a reggere i ritmi da pendolare avendo una casa e tre figli da gestire da sola;forse ho omesso un particolare"sono una ragazza madre"..dopo una breve disperazione mi lancio nel paritario,contemporaneamente conseguo il titolo osa e inizio a lavorare per una cooperativa come assistente materiale.Mi si apre un mondo quello dei bambini speciali e io avevo deciso che era con loro e per loro che volevo lavorare.Provo quindi le selezioni al suor Orsola benincasa seppure con minime speranze ce l ho fatta e tutt ora frequento il corso ,svolgo tirocinio presso una sede accreditata e mi sento in parte realizzata anche se ho paura,paura che per lavorare sia costretta a cambiare lavoro e a rinunciare alle mie passioni.Voglio le GAE e le voglio ora!
ROBERTA da ROMA:
Quattro anni fa, mio marito per conservarsi il lavoro si è dovuto trasferire a Milano, lui è nella vigilanza la sua ditta perse tutti gli appalti che aveva a Roma e così lo mise davanti alla scelta di licenziarsi oppure di trasferirsi a Milano; dato che la situazione lavorativa a Roma non era buona nemmeno prima ed avendo comunque 44 anni, decise di andare. Lo stipendio che prende è sui mille euro (quando ci arriva), quindi ti lascio immaginare che tra vitto e alloggio che si deve pagare, rimane assai poco, in pratica se non lavoro anche io non si mangia, ma proprio nel vero senso della parola. Ti dico solo che un anno mi sono dovuta rivolgere alla Caritas che mi fece una tessera per andare a prendere una volta a settimana la busta con i generi alimentari, i vestiti se mi servivano e che mi dava l'accesso, se volevo, alla mensa dei poveri. È un'umiliazione incredibile, ti senti una fallita, un nulla...Ho desiderato di morire, puoi credermi, sei la prima persona a cui lo racconto. Aspettando sempre qualche convocazione o qualche supplenza giornaliera, facevo e faccio le pulizie ad ore. Dicono che gli insegnanti sono fannulloni ed hanno tre mesi di vacanza, per noi precari il periodo estivo è il peggiore penso, sono anni che non vado in vacanza, se hai la fortuna di aver avuto incarichi lunghi, fai la domanda di disoccupazione ma passano mesi prima che te l'accettano. come mangi? Come le paghi le bollette? Come campi tuo figlio? Cercando di farlo venire su il più tranquillo possibile? Quindi per me l'estate non vuol dire vacanza, ma lotta con l'INPS e pulizie ad ore...Se durante l'anno hai la fortuna di ricevere una supplenza, comincia la lotta per lo stipendio, sempre in ritardo, alcune volte parziale, sempre attaccata al telefono con la segreteria, noipa, la ragioneria di stato. Ho sempre svolto il mio lavoro con entusiasmo, la scuola è la mia passione, sono fiera quando i bambini mi riempiono di disegni. L'anno scorso sono stata su una seconda fino all'avente diritto, quando è venuta l'insegnante, i bimbi mi hanno fatto un cartellone di saluto con i loro disegni e le loro parole di affetto, i genitori mi hanno fermata per ringraziarmi perché i bambini si erano trovati bene con me. Ho lavorato tutto l'anno fortunatamente, ora invece mi ritrovo a casa senza neppure una convocazione, ho paura, paura che non potrò più camminare per i corridoi di una scuola, entrare in una classe, vivere l'aria di quel lavoro che ho sempre tanto amato. Ho paura di non farcela a mantenere mio figlio e a farlo stare sereno, ha quindici anni, studia all'alberghiero e mi accorgo che è preoccupato, la mia ansia è così forte che non riesco a nasconderla come dovrei, alcune volte per poter dormire devo prendere le gocce. Questo mi ha fatto la Buona Scuola, per non peggiorare la mia condizione mentale cerco di non pensare,ma la rabbia qualche volta mi sale. In conclusione ho una laurea magistrale che non mi è riconosciuta, un diploma magistrale che non mi è veramente riconosciuto nemmeno quello, un'esperienza lavorativa non calcolata...praticamente mi sento un'invisibile, come se non esistessi e non avessi la mia dignità, lo stato mi dice sì mi sei servita, se mi servirà ancora ti sfruttero', ma non hai nessun diritto perché in fondo ti considero una nullità, una fannullona, un'incapace, se non mi servi posso anche buttarti. Questi sono i miei sentimenti e la mia storia, spero di non averti annoiato e che ti sia utile. Per finire voglio ringraziarti per quello che stai facendo. Un saluto grande
Roberta
CLAUDIA da VENEZIA: sono un'insegnante precaria con una figlia di 6 anni a carico, in quanto mio marito è disoccupato da 4 anni e a 46 anni non riesce più a trovare lavoro come magazziniere dopo che la ditta dove lavorava ha chiuso per fallimento. Io da 5 anni faccio supplenze alla scuola dell'infanzia e della primaria nel mio territorio.I primi due anni lavoravo con le giornaliere, ogni mattina mi svegliavo e non sapevo dove e se sarei andata a lavorare, ma l'ho fatto con passione e dedizione perchè amo questo lavoro e se avessi saputo come funzionava il mondo delle supplenze, avrei iniziato molto prima. Ho fatto il concorso nel 2012 ma non è andato a buon fine, pur passando la preselezione con 47 punti e pur avendo studiato duramente il mio compito non è stato ritenuto sufficiente. Subito mi sono accorta però che il mio titolo non era più considerato abilitante, anche se a scuola nel 1992 ci dicevano che era l'unico modo per entrare ad insegnare a scuola. Ho fatto ricorso per la seconda fascia e abbiamo vinto, finalmente sono arrivate le supplenze lunghe, io sempre più felice di poter sostentare la mia famiglia, ho fatto ricorso al PDR per la gae a Luglio del 2014 e al giorno d'oggi mi ritrovo con molte persone con meno punteggio di me già a lavorare con le supplenze su posto comune al 30/06 perchè hanno fatto il ricorso giusto e io a casa ad aspettare una chiamata. MI chiedo se è giusto tutto questo? Oltre al danno la beffa? Funziona così in questo paese: se vinci un ricorso ti riconoscono i diritti soggettivi altrimenti niente? Si può ancora chiamare uno stato di diritto l'Italia?
CINZIA da PADOVA: sono nata a Nuoro in sardegna ma, per motivi dovuti anche al lavoro di mio padre, ci siamo spostati a Padova quando avevo 6anni e mezzo. Questa vuole essere una premessa che spiega il perché non avrei mai fatto domanda per partecipare al piano straordinario di Renzi anche qualora me ne fosse stata offerta la possibilità. Dico qualora me ne fosse stata offerta,perché sono diplomata magistrale ante 2002, ma non ho avuto ancora accesso alla gae. Sono sposata sa 8 anni e ho tre figli piccoli. Quando ho fatto il salto dalla sardegna a Padova ho sofferto tantissimo e probabilmente ancora oggi ne porto i segni. Per nulla al mondo avrei fatto vivere questa esperienza ai miei figli. Ma, nonostante questo, nel momento n cui si è parlato di buona scuola ho incominciato a non dormire, non mangiare, essere estremamente nervosa e soprattutto amareggiata e triste. Si ho tre bimbi piccoli, ma questo non mi ha tolto la possibilità di poter essere un insegnante per 9 anni della mia vita. Amo il mio lavoro e l’ho sempre svolto con passione e impegno che è sempre stato riconosciuto da tutti, genitori e superiori. Ora, lavoro a stento, con un contratto fino all’avente diritto, non riesco a ridere ed ad essere spensierata come se qualcuno mi avesse dato una pugnalata al cuore. Alcuni miei colleghi infatti sono riusciti, attraverso sentenze positive e del cds e del gdl ad entrare in gae, alcuni di loro hanno acceduto addirittura al ruolo. Per quanto mi compiaccia e sia contenta per loro non riesco a spiegarmi quale sia la ratio di tutto questo. Mio padre è stato un carabiniere, e se c’è una cosa che mi hanno insegnato i suoi 40 anni nel corpo dell’arma è stato il sentimento di giustizia in tutto quello che faccio, nel mio modo di agire e pensare. Ora ci troviamo di fronte alla situazione per cui tutti i valori che mi sono stati trasmessi da quando ero in fasce vengono calpestati, il senso di giustizia ( a pari condizioni dovrebbero corrispondere pari opportunità e invece così non è…) il senso di appartenenza ad uno stato garante dei tuoi diritti, cosa che in questo momento lo stato non sta facendo. A tutto questo si aggiunge le condizioni economiche precarie della mia famiglia, mio marito infatti è un posatore e a stento riesce, con il denaro che guadagna, a pagare le tasse che lo stato ci chiede. Con tasse incorporo anche inps, commercialista, tutte le spese che necessariamente deve affrontare qualcuno che ha una partita iva. Con il mio stipendio si riusciva in qualche modo ad andare avanti, tentando di mantenere un certo grado di serenità, almeno per i piccoli che sono i primi a pagare le conseguenze di tutto questo. Senza il mio lavoro chiaramente manca la linfa indispensabile per mandare avanti una famiglia numerosa come la nostra. In tutto questo non riesco a spiegarmi, a comprendere come non si sia ancora arrivati a un decreto legge che ponga fine a questa diversità di trattamento.L’unica ragione che riesco a darmi è che lo stato ci vuole divisi in questa richiesta dei nostri diritti, che voglia creare una guerra tra poveri, perché altrimenti già da mesi, ormai, avrebbe agito in modo diverso. Mi sto incominciando a chiedere se i miei genitori, quando mi hanno allevato con sentimenti di giustizia e fiducia verso lo Stato che mio padre si è trovato, visto il suo lavoro, a servire per tutta la sua carriera non siano sentimenti sbagliati. Se nella vita per cercare di vivere dignitosamente e serenamente di debbano dimenticare i valori quali la solidarietà, il rispetto, la giustizia. Perché lo stato, comportandosi in questo modo, sta lanciando questo messaggio. E io mi sento sempre più frustrata e impotende di fronte a questo scempio.
ANNA e MASSIMO da BARI:Siamo una coppia di docenti precari, 50 anni la nostra età media.
Con questa riforma, che vuole cancellare le Gi e mantiene i diplomati in seconda fascia (anziché nelle GaE come dovrebbe essere da tempo), rischiamo di essere esodati per sempre dalla scuola.
Già dall’annuncio della riforma, l’estate scorsa, si è smesso di respirare, in casa nostra. Senza questo lavoro, il nostro, non sapremo letteralmente cosa fare delle nostre vite!
Troppo anziani per reinserirci nel mondo del lavoro, troppo giovani per una pensione comunque non maturata, senza più genitori, senza famiglia (figli, in un contesto di simile precarietà non se ne sono mai messi in cantiere, scusa l’espressione), senza una casa in proprietà (in anni e anni tanti soldi sono stati spesi in affitti, perché le banche non ci davano “giustamente” fiducia, essendo precari (!), la vita sembra non riservarci più nulla di buono.
L’unico spiraglio, flebile, sottile, i due ricorsi che abbiamo fatto, affinché ci venga riconosciuto l’ingresso in GaE, forse l’unica via di salvezza, per noi. L’anno scolastico riparte e si porta via un po’ di amarezza, perché il contatto con i bambini, con i colleghi in ruolo, che ci dimostrano la loro stima, la sensazione di poter essere utili… sono un toccasana.
Perché vogliono distruggere le nostre vite?
Grazie Liberato, non è facile parlare di queste cose, ma tu puoi capirci. Grazie ancora.
Queste sono solo alcune delle testimonianze giunte.Non dimentichiamo poi chi non ha mai avuto la possibilità di lavorare, perchè relegato in terza fascia in province piene di aspiranti! Spero che il governo e il mondo politico si renda conto che questo scandalo, tutto italiano, deve finire.Perchè siamo esausti e stanchi di essere presi in giro!
Si ringrazia: Silvia Chimienti e tutto il Movimento 5 Stelle, per l'appoggio concreto che ogni giorno ci offrono. Un ringraziamento anche al Senatore Pittoni (Lega Nord), per la sua vicinanza.
LIBERATO GIOIA