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Tempo di Natale – 1° gennaio: Maria SS. Madre di Dio (2025-26).

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili e fruttuose queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com) 

Tempo di Natale – 1° gennaio: Maria SS. Madre di Dio  (2025-26)

Letture: Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21

Introduzione. (a) Celebriamo oggi la Solennità della Madre di Dio, perché vogliamo ringraziarla per averci dato Gesù otto giorni fa. Siamo all’inizio dell’anno e vogliamo anche ringraziare Dio per tutte le grazie che ci ha fatte finora e specie nell’anno trascorso; Gli chiediamo perdono, perché abbiamo peccato, usando male proprio i doni che Lui ci ha fatti, e Lo supplichiamo di conservarci ciò che ci ha dato e di darci ciò di cui abbisogniamo, farcendocelo usare bene; inoltre Lo preghiamo per il nostro prossimo, confidando che questi preghi per noi. Ringraziamo Dio, chiediamo perdono e supplichiamo per la mediazione di Maria, Madre di Gesù e nostra. (b) Ricordiamoci sempre che non celebriamo anniversari, ma i misteri di Cristo per avere anche noi le grazie che ebbero i contemporanei, che con fede, speranza e carità, parteciparono a quei misteri: li contempliamo nella preghiera, li rendiamo presenti nei sacramenti, specie nella Riconciliazione e nell’Eucaristia, per attingere da questi lo Spirito Santo, che ci aiuterà a distruggere il peccato dentro di noi e ci farà rassomigliare a Gesù, quel Gesù, che e come si rende presente nel mistero, che celebriamo. Il Vangelo del giorno ci indica il mistero di Gesù, che la Chiesa vuole richiamare alla nostra attenzione e che vuole celebrare in questo momento dell’anno liturgico: ascoltiamo e contempliamo, riflettiamo e celebriamo, uniamoci a Gesù nella Comunione. Oggi la Chiesa ci fa riascoltare la nascita di Gesù, ma con un occhio particolare a Maria, che venne incontrata dai Pastori insieme con Gesù e Giuseppe; guardiamo a lei, che era con quelli che, con fede e amore, udivano e si stupivano delle cose dette loro dai pastori (Lc 2,18), lei che, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (19), lei che presenziò al rito della circoncisione del Figlio all’ottavo giorno della nascita. Nell’Eucaristia noi abbiamo lo stesso Gesù con Maria.

I – (a) Come i Pastori andiamo verso Gesù per poterlo incontrare. A fianco a Gesù incontreremo certamente anche la Madonna, perché non è possibile separare la Madre dal Figlio: non ci sono riusciti i carnefici sul Calvario, certamente non lo faremo noi, che siamo contenti di incontrarli entrambi, Gesù nostro fratello e Maria Madre Sua e nostra. Ascolteremo con fede e stupore anche noi il messaggio che i pastori riferiscono su Gesù da parte dell’Angelo: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,11-12). Condivideremo l’atteggiamento di riflessione di Maria, che custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore (19). Ci incanteremo davanti a Gesù Bambino e ci innamoreremo di lui, come lo erano Maria e Giuseppe e i pastori… Vedendolo così bello e così buono, non potre mo fare a meno di pensare quanto siamo fortunati a ritrovare proprio lo stesso Gesù nel sacramento della Riconciliazione a perdonarci i peccati e nell’Eucaristia a unirci al Suo sacrificio e a farsi nostro cibo e nostra bevanda. Siamo in un certo senso più fortunati di S. Giuseppe e degli stessi Pastori che lo poterono solo ricevere nelle loro braccia. (b) Non ringrazieremo mai abbastanza la Madonna di aver accettato di diventare la Madre del Figlio di Dio e anche di conseguenza la nostra madre. S. Agostino dice che nel grembo di Maria era presente Gesù nostro capo e in qualche modo eravamo presenti anche noi, come fratelli di Gesù e figli di Maria. Accettando questa maternità unica di Gesù, Maria ha voluto condividere tutta la vita di sofferenza del Figlio: subito la scelta di estrema povertà fatta dal Figlio, che ha deciso di nascere in una stalla al freddo e al gelo, poi il rito della circoncisione, al quale Gesù si sottomette: Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo (21), pur non essendovi obbligato a questo rito doloroso. In quest’occasione, a solo otto giorni dalla nascita, Gesù versa il Suo primo Sangue per la nostra salvezza. Lo avrebbe poi versato tutto durante la Passione e Morte, sempre sotto gli occhi straziati della Sua e nostra Madre Maria.

II – Gesù che versa sangue è il Gesù che ci ha riscattati, come ci dice la Lettera ai Galati. Dio ci fa un duplice dono; ecco il primo: quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge (4-5); ed ecco il secondo: E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! (6). (a) Il primo dono che Dio ci dà è suo Figlio: Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna (Gv 3,16). In concreto il termine dare significa che Lo ha consegnato a una vita di sofferenza e alla morte per noi, per riscattarci, liberarci dai nostri peccati e farci diventare suoi figliperché ricevessimo l'adozione a figli (5). Crediamo; ringraziamo; non rendiamo inutile il dono di Dio. (b) Il secondo dono che ci dà il Padre è lo Spirito Santo: Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli rimane presso di voi e sarà in voi (Gv 14,16 17). Lo Spirito Santo viene in noi al momento del Battesimo e ci fa diventare membra del Corpo di Cristo, ci inserisce nel Figlio di Dio e quindi ci fa fratelli di Gesù e figli di Dio; negli altri sacramenti, specialmente nella Riconciliazione e nell’Eucaristia, che sono i sacramenti che faremmo bene a ricevere il più frequentemente possibile, viene il medesimo Spirito e ci fa crescere in questa figliolanza di Dio, fino quando entreremo con Cristo nell’eredità eterna: Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per grazia di Dio (6)(c) Tutto questo non l’abbiamo meritato con le nostre opere buone; anzi se Dio avesse dovuto guardare ai nostri meriti, ci avrebbe piuttosto dovuto allontanare da sé. E’ la Trinità, Padre Figlio Spirito, che ci ha donato la salvezza: l’inserimento nella vita trinitaria. Riconosciamo che Dio ci ha arricchiti di tanti benefici: ci ha creati a sua immagine e somiglianza, ma noi abbiamo rovinato questa immagine; nella sua misericordia ha mandato il Figlio e lo Spirito Santo perché fosse restaurata in noi la Sua immagine. Sono sommi doni spirituali. Ma ricordiamo anche i doni materiali, che il Signore continua a darci: ci ha conservati in vita fino a questo giorno, dandoci la possibilità di avere la funzionalità del nostro corpo, nonostante i tanti peccati che abbiamo fatti col corpo. Non avevamo niente di meglio rispetto ai morti in tante disgrazie, ma il Signore ci ha conservati ancora per Sua misericordia, perché ci ha voluto ancora lasciare tempo per la conversione. Dobbiamo veramente esclamare: siamo nati sotto il segno zodiacale della Bontà e Amore, Misericordia e Grazia, della Trinità, che ci è resa visibile in Cristo, che ha dato la vita per noi, per riscattarci (cfr. Tt 3,4-7).

III – Tutto è un grande dono di Dio: sentiamoci veramente benedetti da Lui. Dio ci benedice, cioè ci arricchisce con i suoi benefici, con i suoi doni, e noi, a nostra volta, Lo dobbiamo benedire, cioè lodarLo per quello che è e ringraziarlo per quel che ci dà. Dal Libro dei Numeri abbiamo sentito la benedizione che il sacerdote ebreo doveva dare al popolo in alcune occasioni e dopo il sacrificio della sera al Tempio di Gerusalemme; adattata, la possiamo ricevere anche noi alla fine della Messa: Ti benedica il Signore e ti custodisca, cioè ti arricchisca dei Suoi benefici e vegli su di te perché ti conservi intatto. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia, cioè ti mostri il Suo volto favorevole e ti sia benevolo. Il Signore rivolga a te il suo volto, cioè non ti volti le Sue spalle, e ti conceda pace (24-26), che, nel significato biblico, include ogni prosperità materiale e spirituale. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò (27): Dio promette efficacia sovrana a questa triplice invocazione del nome di Yahweh, infinita potenza e sapienza e bontà, in favore di coloro ai quali viene data la benedizione. Il salmo responsoriale ce la fa chiedere. Se crediamo alla Parola di Dio, le grazie verranno in abbondanza.

EUCARESTIA. (a) Questa è la preghiera più importante di noi cristiani. Siamo all’inizio dell’anno e prendiamo 3 impegni: pregare ogni giorno le preghiere del mattino e della sera e leggere la Parola di Dio - se leggiamo ogni giorno 40 vv. dell’AT e 11 vv. del NT, in due anni avremo completato tutta la Bibbia; partecipare alla Messa ogni domenica, facendo la comunione; confessarci almeno una volta al mese e anche più spesso se commettiamo un peccato grave. Un tavolo con 3 piedi è stabile, ma lo è di più con 4: partecipiamo attivamente alla vita parrocchiale, specie nelle associazioni. (b) Ricordiamoci dell’importanza di fare i primi venerdì e sabati del mese; (A) Gesù ha promesso che chi fa la comunione il primo venerdì di nove mesi consecutivi non morirà in disgrazia di Dio e riceverà i sacramenti, se necessari; (B) la Madonna ha promesso che chi, il primo sabato di 5 mesi consecutivi, si confessa, fa la comunione, prega una corona del rosario e fa 15 minuti di meditazione sui misteri del rosario coll’intenzione di darmi sollievo, Io prometto di assisterli, nell’ora della morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza di queste anime. (mons. Francesco Spaduzzi)

 

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