Logo

Combattere il dilagante sistema corruttivo nel Paese

 

                                                                                           AL SEGRETARIO CITTADINANZATTIVA 

                                                                                                      DOTT. LATELLA LORENZO

 

 OGGETTO: contributo civico al governo in merito all’indebolimento della deterrenza concorrente a combattere il dilagante sistema corruttivo nel Paese, specie   nell’ambito della gestione della pubblica amministrazione, conseguente alla paventata abrogazione o modifica sostanziale del vigente articolo 323 Codice Penale (abuso d’ufficio).  

L'abuso d'ufficio  art.323 C.P. fino al 1997 era considerato troppo generico  in quanto il suo ampio campo di applicazione generico permetteva ogni giorno in ambito nazionale migliaia di incriminazioni o semplicemente aperture di indagini penali a carico degli amministratori, specie di quelli locali, i quali erano costretti ad accettare nella consapevolezza che poi la questione si risolveva e quasi mai subivano l'applicazione dell'interdizione dai pubblici uffici. Per allontanarlo  il parlamento con legge 16.7.1997 n.234, nel cambiare il precetto dell'art.323 C.P. ne restringeva significativamente l'ambito di applicazione, circoscrivendolo a ben definiti parametri, per evitare improprie ed inopportune ingerenze dell'Autorità Giudiziaria sull'attività di gestione amministrativa nella prospettiva del rafforzamento dell'Autonomia locale ormai matura.  Il cambiamento   del precetto del previgente art.323 C.P. rispetto a quello precedente alla modifica della legge 1997/234 è riscontrabile dal semplice esame dei due dispositivi. Quanto allontanato nel 1997 è rientrato con legge Severino in modo del tutto anacronistico e spregiudicato rispetto all'evoluzione dell'Autonomia Locale.  Non è accettabile il suo assurdo automatismo dell'applicazione della sanzione accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici in caso di condanne non definitive come accaduto a noti e meno noti amministratori dell'intera nazione che sono incorsi nell'ipotesi dell' art.323 C.P. In tutti  i casi nell'adempimento di un proprio dovere- potere   la cui  prova regina della intenzionalità di produrre vantaggi a se  o ad altri, come riscontrato nei fatti, difficilmente ha retto nei successivi gradi di giudizi.

Da tanto ne consegue , a nostro avviso, che bisogna iniziare seriamente a pensare che il problema creato dalla legge Severino non è un  fatto da trattare a personam ma  come emergenza nella tutela dall'Autonomia degli Enti così come concepita nell'ultima riforma costituzionale rispetto ad una facile quanto obbligatoria  ingerenza dall'attività dell'Autorità Giudiziaria che la condiziona fino a violare il democratico sistema di rappresentanza dei cittadini. Questo è il vero vulnus delle incerte conseguenze che inevitabilmente sono generate dallo spregiudicato automatismo dell’applicazione dell’interdizione dai pubblici uffici in caso di prima condanna non passata in giudicato. L’ambito di applicazione dell’art.323 con decreto semplificazioni d.l. 16.7.2020 n.76 convertito in legge 11.9.2020 n.120 è stato ulteriormente ristretto. L’interesse del legislatore si è dimostrato più forte che mai poiché nonostante il Paese fosse in piena pandemia Covid ha trovato il tempo per modificare ancora una volta il testo dell’art.323 C.P  mettendolo  praticamente all’angolo in quanto applicabile espressamente solo in violazione di condotte previste per legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità. In altri termini ha sostituito le parole “norme di legge o di regolamento” con quelle di “specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità”. Pensavamo di esserci acquietati da questa importante limitazione. Invece e dei giorni scorsi che il medesimo art.323 C.P, è diventato nuovamente la priorità e l’urgenza del governo che sugellata dalla scellerata sollecitazione dalla massa dei sindaci del Paese e dal Governatore della Campania sarà senz’altro tra qualche settimana se non pochi giorni oggetto di decreto legge di modifica se non addirittura soppressione come sembra essere stato paventato da una modestissima parte a cui la deterrenza della norma e destinata. C’è un aspetto, in tutto questo, però, di cui tenere in debito conto e non è di poco conto, i destinatari non sono solo il ristretto numero dei sindaci e qualche governatore (ottomila Sindaci sono poco a fronte di centinaia e centinaia di migliaia di pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi) ma la massa di pubblici ufficiali ed incaricati di pubblico sevizio. Quindi non si capisce come il legislatore continua con i suoi interventi di modifica dell’art.323 c.p. prendendo a riferimento le lamentele di una piccolissima parte (ndr sindaci e amministratori in genere) senza tener conto che i destinatari della deterrenza della norma sono le centinaia e centinaia di migliaia di pubblici ufficiali ed incaricati di pubblico servizio. Non si capisce poi perché tale norma, cosi come ora limitata nell’ambito di applicazione, dovrebbe incidere negativamente sull’azione di trattazione degli affari dell’azione amministrativa e quindi delle risorse economiche, patrimoniali ed umane, dal momento che ora impone solo il rispetto “di specifiche condotte espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità”.

In questa fase noi cittadini siamo estremamente preoccupati del fatto che tutto questo continuo interesse sulla autonomia differenziata possa significare passare dall’autonomia all’anarchia. I Sindaci stessi, comunque, non possono pensare di amministrare senza tenere conto delle perimetrazioni costituzionali che prevedono semplicemente che chi amministra la cosa pubblica deve farlo nel rispetto della legge. Del resto è anche questo semplice concetto monitorio che ribadisce anche l’art.323 c p con la recente modifica del 2020 prevede in astratto indicando come destinatari pubblici ufficiali nei quali si inquadrano anche gli amministratori prescindendo dall’Autonomia dell’incarico pro-tempore.

Sempre in riferimento al dettame Costituzionale giova ricordare in proposito  anche il dispositivo dell’art.54 della Costituzione che è ancora più restrittivo dell’ambito di applicazione del vigente art.323 C.P. Quest’ultimo articolo, come più volte ricordato, richiama al rispetto della legge mentre l’art.54 della Costituzione impone ai pubblici ufficiali e più  in generale alle persone che esercitano funzioni pubbliche testualmente: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempiere con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.

NON È POSSIBILE  farsi  ingannare dalla modesta giurisprudenza formatasi su procedimenti in itinere dopo la recente modifica del 2020 dell’art.323 C.P. che, contrariamente a come si vuole paventare, non risulta avere alcuna connotazione derimente per prendere in seria considerazione una eventuale abrogazione di un così importante  dispositivo di legge che per la sua cogente deterrenza rimane tuttora uno dei pochi strumenti per combattere  il sempre più dilagante sistema corruttivo nel nostro Paese.

Per quanto sopra si invita il Segretario Regionale ad inoltrare la presente richiesta al  nostro segretario generale per valutare ogni possibile intervento in sede dell’imminente iniziativa legislativa urgente di governo per mettere in essere una vera e propria lotta civica di partecipazione per impedire la paventata abolizione del vigente articolo 323cp e comunque qualsiasi modifica che ne farebbe perdere ulteriore forza di deterrenza in un settore così delicato nella gestione della pubblica amministrazione  al fine di allontanare o quantomeno concorre ad infrenare ogni fenomeno corruttivo o di mal costume.

Montefalcione, li 29 novembre 2022

 

                                                                                                                                 LA COORDINATRICE

                                                                                                                                  Angela Marcarelli

Condividi quest'articolo

Altri articoli di Cronaca


Contattaci

  • Telefono: 347/ 5355964

  • Email: solofraoggi@libero.it

  • Email: ilcomprensorio@libero.it

Seguici