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Venti di guerra

L’intervento militare degli Stati Uniti d’America, di Francia e Regno Unito in Siria apre un nuovo capitolo della storia militare in Medioriente.
È chiaro che l’intervento di Trump fosse ineludibile, perché la comunità internazionale non poteva consentire ad Assad di usare armi chimiche contro i propri cittadini, per cui può avere ragione chi dichiara che il bombardamento di stanotte è, finanche, tardivo.
Ma, è evidente che bisogna inquadrare gli atti di guerra contro la Siria entro una cornice molto più ampia ed articolata, che si sviluppa senza soluzione di continuità, a prescindere dal colore politico dell’Amministrazione americana.
A partire dal 2010 in poi, gli Stati Uniti hanno deciso di sovvertire i vertici dei Governi locali nel Nord-Africa e nel Medioriente, per cui un simile disegno, iniziato dapprima con Obama e la Clinton, sta continuando con Trump.
È pleonastico sottolineare che gli Usa si fermeranno ai bombardamenti degli obiettivi militari, che si sono prefissati, e che non faranno come hanno fatto in Libia o in Iraq, dove si sono fermati solo quando, invece, hanno ottenuto la testa del rais locale.
Ma, è ovvio che, nei prossimi anni, il destino in sorte ad Assad potrebbe non essere dissimile da quello di Gheddafi o di Saddam Hussein, visto che, peraltro, la Siria è uno Stato di fondamentale importanza nello scacchiere arabo.
Inoltre, è più che prevedibile, entro tale cornice, una reazione di non poco conto da parte della Russia di Putin, che si è sempre posto come il contraltare americano in quell’area, e da parte dell’Iran, che ancor più della Siria di Assad è il vero nemico degli Stati Uniti d’America nella regione mediorientale, dove il legame fra la politica estera di Trump e gli interessi di Israele è ridondante.
Si viene, pertanto, a costituire uno scenario di instabilità a livello mondiale, che certo non fa bene in un momento storico nel quale il Mediterraneo è attraversato da ingenti flussi migratori, che non possono che aumentare con lo scoppio della conflittualità in terra siriana.
E l’Italia?
Ovviamente, non possiamo che essere assenti, visto che non si è risolta, ancora, la crisi politica ed, a tutt’oggi, non è dato sapere se l’eventuale ingresso dei Cinque Stelle e/o della Lega nel Governo potrà modificare gli indirizzi ed i comportamenti degli Esecutivi precedenti.
Certamente, tornano a spirare inquietanti venti di guerra, che speravamo - invero - fossero cessati da tempo.


Rosario Pesce

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