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Solofra. Il nuovo pozzo … fa acqua ‘a pippa! …era meglio chiamarlo pozzo di San patrizio!

Una pipa (o pippa) che perde acqua rende benissimo l’idea di inadeguatezza, di qualcosa che non funziona bene o non funziona affatto.  Ma cos’è questa pippa o pipa?  La pipa (o pippa) non è il famoso attrezzo dei fumatori, ma una piccola botticella - in spagnolo “pipa” -  in cui si metteva il liquore da offrire agli ospiti: …quando non c’era liquore da offrire, si metteva l’acqua!  

Il nuovo pozzo in località Scorza “fà acqua ‘a pippa” o, meglio, “fa acqua da tutte le parti”, nel senso (figurato) che non ha risolto il problema idrico.

Riguardo alla carenza idrica, mi ha molto colpito l’educato post di denuncia di una giovane coppia solofrana del 5 ottobre 2017 sul gruppo facebook “Solofra una Città allo sbando”: «Stamattina già alle 7 e 30 niente acqua, sono mesi che manca, la ridanno per un’ora e poi di nuovo niente ...senza avvisare, senza sapere come, quando e perché da potersi organizzare, ormai ci siamo assuefatti a vivere in questo modo, a non ricevere servizi per quel che paghiamo: ...è uno schifo davvero».

La mente, allora, è subito andata alle ore 11.00 del 13 aprile 2017, quando, in località Scorza, in pompa magna (mò ce vò!), si festeggiava l'apertura del “miracoloso” pozzo San Francesco che con i suoi 24 litri al secondo avrebbe risolto l’emergenza idrica solofrana soddisfacendo le esigenze dei cittadini e delle imprese.

Allocato a valle di una ex discarica di rifiuti, il nuovo pozzo ha avuto un parto anche molto travagliato: doveva essere realizzato in 2 mesi, ma ce ne sono voluti ben 15, perché il progetto aveva ignorato la presenza di uno strato di argilla spesso oltre 200 metri!

Da interviste rilasciate sul posto, un raggiante sindaco (acquaiuolo-sommelier) garantiva la qualità dell’acqua («L’acqua è ottima, buonissima: d’altronde l’ha certificata l’Istituto Superiore della Sanita che è acqua di pregio e di qualità»). E dopo averla platealmente assaggiata, affermava solennemente: «Questo pozzo ci consente di superare il problema della disponibilità di acqua per la popolazione e per le stesse aziende…»

Evidentemente, almeno per i cittadini, così non è stato.

Ad ottobre 2017, sotto la gestione della stessa società e dello stesso sindaco, l’acqua continua a mancare nelle stesse zone, nelle stesse case e nelle stesse ore.

Ora i casi sono due: o, dopo l’assaggio del sindaco, l’acqua del pozzo San Francesco se l’è bevuta tutta l’ottimo idraulico Gino ‘a bucìa, o, sul nuovo pozzo, Vignola ha detto un sacco di bugie.

Il pozzo è stato solo un piccolo palliativo per non affrontare il vero problema della priorità nella fornitura dell’acqua potabile: essa spetta prima alle imprese o ai cittadini?

L’acqua del pozzo San Francesco non ha affatto risolto l’emergenza idrica e la tanto sbandierata portata media di circa 24 litri al secondo ha solo soddisfatto la sete elettorale di giugno.

Le concerie forse non pagheranno più l’acqua potabile con lo sconto del 50% (1 euro anziché 2 euro a metro cubo, … pare che la misura sia stata revocata!), ma continuano ad essere servite prima dei cittadini, anche se la legge prevede esattamente il contrario (art. 144 comma 4 T.U. Ambiente).

Comunque, la crisi idrica apertasi a gennaio 2014 continua!

Da qualunque parte la si esamini, l’intera vicenda del pozzo San Francesco è stata un disastro: è stata deturpata la Scorza, è stata sovraccaricata la falda con un nuovo emungimento, non è stata risolta l’emergenza idrica e sono stati spesi tanti soldi del Comune per un pozzo che, ex lege (L.R. n° 5/2015), sarà trasferito, “a gratis”, all’Ente Idrico Campano. I cittadini sono stati presi in giro.

A Napoli si dice: “n’ci hanno appiso ’e cuppitielli arrete ‘e spalle”!

Forse sarebbe stato più lungimirante intitolare il nuovo pozzo a San Patrizio, anziché a San Francesco: per definizione, il pozzo di San Patrizio, sarebbe stata una fonte inesauribile ed avrebbe risolto tutti i problemi idrici (e non!) della Città di Solofra...

mariomartucci

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