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Solofra. I merli in quel di “Cerzeta”

Sicuramente, durante tutto il periodo dell’anno, camminando per i boschi oppure passeggiando per i giardini della Città, è capitato a tutti di vedere questo simpatico passeriforme intento a cercare del cibo sul terreno oppure su qualche albero da frutto.

Il colore nero del maschio e quello marrone scuro della femmina rendono  la specie inconfondibile e ,facilmente, distinguibile tra le altre specie appartenenti alla famiglia dei turdidi.

Questa specie, visibile a singoli individui, a coppie ma anche in gruppi numerosi ,a seconda del periodo dell’anno, è una delle più comuni tra tutte le specie ornitiche, che frequentano gli ambiti urbani sul territorio provinciale.

 Abito nella contrada “Cerzeta” ed ho potuto constatare da vicino questo fenomeno, ma, soprattutto, ascoltare  l’inconfondibile canto dei merli, il più delle volte anche disperato da parte della madre, perché non trova i piccoli nel nido o vede che, nel momento del loro svezzamento, non riescono a prendere il volo.

 Pertanto, i merli, non, ancora,formati per spiccare il volo, si aggirano per terra e, camminando, fanno di tutto, per attirare l’attenzione e protezione materna.

Ma, ahimè, i piccoli diventano facile preda dei predatori oppure possono finire nelle mani dell’uomo, che fanno, affettuosamente, le veci dei genitori  e li allevano, per far prendere il volo definitivo o tenerli in gabbia ed essere allietati dal loro canto.

Comunque vada, il merlo, una volta liberato, continua a svolazzare intorno all’abitato, in segno di ringraziamento.

La Natura c’insegna, sempre, qualcosa. Delle volte, il mondo animale ci fornisce l’esempio di un amore disinteressato, che non si nota, sempre, in quello umano. 

Raffaele Ciuci

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