Tempo di Avvento: Domenica II dell’Anno A (2025-26).
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo di Avvento: Domenica II dell’Anno A (2025-26)
Introduzione. Isaia preannuncia la venuta del Messia e le Sue caratteristiche personali e quelle della Sua opera di salvatore; Matteo ci presenta il precursore di Gesù Messia e la sua predicazione; Paolo nella Lettera ai Romani ci indica la Parola di Dio come mezzo per prepararci all’incontro col Signore.
1. Isaia 11,1-10 - (a) Come germoglio che spunta da un tronco, tagliato e inaridito (Is 11,1), così dalla famiglia di Iesse, sconosciuta in Israele, perché modesti lavoratori, sorgerà il personaggio straordinario (1), il 7spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore, (2-3) tutta una serie di doni, che lo renderanno capace di opere grandiose: egli realizzerà un regno di giustizia e di imparzialità: giudicherà con giustizia i miseri e… gli umili della terra, e di difesa dell’oppresso, perché con la sua sola parola eliminerà il violento e l’empio (4), quindi di pace; e si regolerà secondo giustizia e fedeltà (5). Invochiamo lo Spirito del Signore che venga anche su di noi e ci trasformi in veri discepoli di Gesù. (b) Nel Suo regno si vivrà come in un paradiso terrestre dove andranno d’accordo le coppie antitetiche e ostili, animali selvaggi e domestici: Il lupo e l’agnello, il leopardo e il capretto, il vitello e il leoncello, (6), La mucca e l’orsa con i loro piccoli, il leone e il bue (7); Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso (8); tutti si congiungeranno nell’armonia solidissima della pace messianica perché la conoscenza del Signore riempirà la terra (9), tutto il mondo. Tutti i popoli e nazioni cercheranno con ansia e guarderanno al discendente di Iesse, al Messia, e La sua dimora sarà gloriosa (10). Non si tratta di Davide o di un qualsiasi suo discendente, perché questi riveleranno i loro limiti. Queste perfezioni si ritroveranno solo in Gesù, il cui insegnamento, se messo in pratica, trasformerà i cuori degli uomini e li renderà capaci di amare Dio e il prossimo, grazie all’opera dello Spirito in loro. Preghiamo che tutto il mondo divenga credente in Cristo e ne metta in pratica la Parola con la Sua grazia.
II. Matteo 3,1-12 - (a) La venuta del Messia fu preceduta dal precursore, preannunciato in Isaia (3), che preparò il popolo ad accoglierLo, invitando alla conversione: Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino… Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri (2-3; cfr. Is 40,3). Il suo nome era Giovanni il Battista, un grande penitente come si sapeva dalla sua vita sacrificata nel deserto (4); vi si era ritirato ragazzo dopo la morte dei genitori anziani, ai quali era nato miracolosamente. Come penitenza di Avvento ascoltiamo un po’ di più la Parola di Dio e preghiamo di più; facciamo più opere di misericordia e qualche fioretto. (b) Accorrevano a lui e alla sua predicazione della Parola di Dio persone da tutta la Palestina presso il Giordano (5), dove si facevano battezzare per immersione, confessando i loro peccati (6), per significare la morte al peccato e la resurrezione a vita nuova grazie al pentimento dei peccati. Giovanni, vedendo molti farisei e sadducei, sacerdoti, venire al suo battesimo, rivolse loro un discorso particolare (7), come faceva anche con altre categorie di penitenti; i primi si ritenevano santi, ma non lo erano perché osservavano la legge di Dio solo esteriormente, ma il cuore era lontano da Dio; i sacerdoti credevano a modo loro solo nei primi cinque Libri della Bibbia e negavano l'immortalità dell'anima, l'esistenza degli Angeli e la resurrezione dei corpi. Giovanni li ammonì: Non crediate di poter dire dentro di voi: ”Abbiamo Abramo per padre!” (9) come se questo potesse essere una garanzia per essere salvati, anche se non condividevano con lui la sua fede e carità; li avvertì di convertirsi subito perché il giudizio di Dio era già in corso (10). Pensiamo all’illusione di certi cristiani di salvarsi solo perché sono battezzati e credenti a modo loro. Non basta credere al Vangelo, ma bisogna anche metterlo in pratica. (c) Giovanni spiega la differenza fra se stesso e Gesù: Colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali, e fra i loro battesimi: Io vi battezzo nell’acqua per la conversione, cioè il suo battesimo è per creare le condizioni interiori della conversione, il pentimento dei peccati e il proposito di non più peccare; ma colui che viene dopo di me, il Messia,… egli vi battezzerà in Spirito Santo, che vi donerà, e fuoco purificatore (11). Giovanni si riconosce inferiore come persona e come missione di fronte a Gesù e anche a noi ci farebbe bene tenerlo sempre presente. (d) Il Messia verrà come giudice che separa i buoni dai cattivi, premiando i primi e punendo i secondi (12). Giovanni predica a tutti, ai pretesi Santi e a quelli che non lo volevano diventare, e tutti invita alla conversione. Sacerdoti e fedeli di oggi, tutti abbiamo da imparare da Giovanni: battiamoci tutti il petto perché tutti peccatori. E ricordiamoci che il giudizio universale potrà anche essere lontano, ma quello particolare è sempre imminente. Il Signore ci può chiamare in qualsiasi momento.
III. Romani 15,4-9 - (a) Paolo ci suggerisce un mezzo prezioso per la conversione: ascoltare anche noi con attenzione e impegno la Parola di Dio, perché ciò che è stato scritto prima di noi nella Sacra Scrittura, è stato scritto per nostra istruzione (4), per dare luce alla nostra intelligenza e alimentare la nostra fede e anche trasmettere forza alla nostra volontà. Facciamo il proposito serio di leggere tutta la Bibbia in due anni: bastano 40 versetti dell’AT e 11 del NT. (b) In effetti essa ci comunica pure, se le prestiamo fede, la perseveranza nell'osservare i comandamenti e la consolazione nelle sofferenze; e quindi per mezzo di esse teniamo viva e alimentiamo in noi la speranza (4) nelle promesse di Dio e nella sua bontà, perché la Scrittura ci mette in contatto diretto con Lui e per mezzo di essa, il Dio della perseveranza e della consolazione ci concederà di avere anche noi (cfr. Rom 5,1-5) gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti (5), che troviamo riversati nella massima misura nei cuori di Gesù, Maria e Giuseppe: la fede e la carità e gli altri; tutto questo ci porterà a rendere, con un animo solo e una sola voce, gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo (6). Queste parole di Paolo sono un ulteriore invito e motivo per rafforzarci nel proposito di essere fedeli alla lettura quotidiana della Bibbia. (c) Cristo ci accolse, nonostante fossimo peccatori, per la gloria di Dio e anche noi dobbiamo accoglierci gli uni gli altri (7), con amore reciproco. Egli accolse tutti: gli ebrei circoncisi, per mostrare la fedeltà di Dio nel compimento delle promesse, fatte ai padri nell'AT (8), e le genti pagane, che invece glorificano Dio perché salvate dalla sua misericordia. Paolo conferma questa verità con una profezia dell’AT: Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome (9; cfr. Sal 18,50). Gesù ci ha salvati per la gloria di Dio e per la nostra felicità e quella degli altri. Non possiamo essere indifferenti di fronte ai bisogni materiali e spirituali del nostro prossimo.
Eucarestia. La Parola di Dio dell’AT e del NT è il centro della prima parte della Messa, ma anima anche tutta la seconda parte. Chiediamo la grazia per intercessione della Vergine e di S. Giuseppe, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni, che ci ottengano di aprire il nostro cuore ad accoglierla e a metterla in pratica, perché la conversione sia autentica.(mons. Francesco Spaduzzi)