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Tempo Ordinario; 1° novembre: Solennità di Tutti i Santi (2024-25).

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com) 

Tempo Ordinario; 1° novembre: Solennità di Tutti i Santi (2024-25)

Introduzione. Apocalisse ci fa contemplare i Santi in paradiso; Gesù in Matteo ci insegna il modo di pensare e lo stile di vita da seguire per arrivarci; 1Giovanni ci rivela il nostro rapporto per l’eternità col Sommo Bene e Amore, al quale aspiriamo, perché Egli stesso ci attrae.

I - Apocalisse 7,2-4.9-14 - Giovanni ha due visioni. (a) Dio sta per castigare l'umanità ribelle sulla terra; l’Apostolo vede un Angelo, che veniva dall’orientecon il sigillo del Dio vivente (2), e gridò a gran voce ai quattro Angeli, incaricati del castigo: Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo divino sulla fronte dei veri servi del nostro Dio (3). I segnati con il sigillo risultano essere 144 milaprovenienti da ogni tribù dei figli d’Israele, un numero simbolico (12x12x1000): 12 sono le tribù di Israele e gli Apostoli e 1000 indica l’indeterminatezza (4). Dio continua ad amare il suo popolo e si preoccupa di proteggere e i suoi servitori, preservandoli dai pericoli dell'anima e del corpo. (b) Poi Giovanni vede in cielo una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, provenienti da tutte le nazioni (9). Tutti stavano in piedi davanti al trono del Padre e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, perché appartenenti ormai al mondo di Dio, e tenevano rami di palma nelle loro mani (9), segno della loro vittoria totale; solo loro acclamavano: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello» (10). Tutti gli Angeli stavano attorno al trono e agli Anziani e ai 4 Esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono  e adorarono Dio e proclamavano (11): «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen» (12). I salvati provengono da tutto il mondo perché Dio è padre di tutti gli uomini e offre la salvezza a tutti e a ciascuno, che la voglia accogliere, facendo la Sua volontà; i salvati cantano questo mistero e gli Angeli lo confermano. E noi accogliamo il dono della salvezza? (c) Come sono arrivati alla salvezza? Lo dice a Giovanni uno (13) dei 24 anziani (12 patriarchi e i 12 Apostoli): col battesimo hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello: sono i purificati dai peccati da Gesù redentore e hanno portato la croce della grande tribolazione (14). Per essere salvati occorre credere in Gesù salvatore e ricevere il battesimo e gli altri sacramenti, che fanno conservare l’unione con Cristo, anche in mezzo alle tentazioni e alle sofferenze: così si è ammessi davanti alla Trinità in unione agli Angeli e ai Santi del Paradiso.

I - Matteo 5,1-12a - 1. (a) Gesù era assediato dalle follesalì sul monte, che fa pensare al Sinai, dove Dio diede la Legge agli Ebrei per mezzo di Mosè; si pose a sedere come maestro, che insegna, e si avvicinarono a lui i suoi discepoli (1) per ascoltare la Sua Parola. E Si mise a parlare e insegnava loro (2). Anche noi apriamo docilmente a Gesù maestro la mente con la fede e il cuore con la carità. Dio ci parla direttamente in Gesù. Accostiamoci a lui in una delle sue presenze, specie nella Parola scritta e ascoltata e meditata o nelle ispirazioni. Abbiamo fede in Lui; alimentiamo la speranza nelle sue promesse; accresciamo la carità verso Lui e verso il prossimo, che è Sua immagine e presenza.  (b) Le Beatitudini formano un’unità, perché la prima e l'ultima sono chiuse dalla stessa promessa: perché di essi è il regno dei cieli (3.10); quindi tutte parlano del Regno di Dio e come comportarsi per entrare a farne parte ora e avere la ricompensa nell'eternità. L'appartenenza al Regno è già attuale, perché i verbi sono al presente: il modo di  pensare e agire è già in corso; le promesse, espresse al futuro, certamente saranno realizzate da Dio, perché è Lui che lo assicura. Si entra nel Regno con la conversione, che è il cambiamento di mentalità: essa include il pentimento dei peccati e il proposito di non più commetterli, l'impegno ad assumere i comportamenti nuovi proposti da Gesù, che ne dà l’esempio e la forza. Tutto è grazia di Dio dall'inizio alla conclusione del pellegrinaggio terreno.

2. (a) Beati sono coloro che appartengono al Regno di Dio, e a cui esso appartiene. Anzitutto i poveri in spirito (3), che ripongono la loro speranza in Dio e non nei beni della terra; sono quelli che sono nel pianto (4), afflitti per il male che c'è nel mondo; sono i miti (5), dolci e pazienti; sono quelli che hanno fame e sete della giustizia (6), della volontà di Dio; sono i misericordiosi (7) col prossimo; sono gli operatori di pace (8) fra gli uomini; sono i puri di cuore (9), cioè che mirano a Dio in tutto quello che fanno; sono i perseguitati per il loro impegno a praticare la giustizia (10), la volontà di Dio. Ed ecco le promesse di Dio per il futuro: saranno consolati (4) da Dio in ogni loro sofferenza, avranno in eredità la terra (5), il paradiso, saranno saziati (6) nel loro desiderio di giustizia, troveranno misericordia (7) presso Dio, vedranno Dio (8), che si offrirà alla loro visione, sono e saranno chiamati figli di Dio (9), che sarà loro padre per sempre. Una beatitudine particolare Gesù riserva ad alcune persone: quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (11); promette loro: Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (12); Dio promette l'assenza di ogni male e la presenza di ogni bene a coloro che rinunciano a fare il male e fanno il bene; ci sarà da soffrire in questo mondo, ma ci sarà la gioia eterna in paradiso. “Grazie, Signore. crediamo alla tua Parola, adoriamo te come sorgente di ogni bene; ci affidiamo a te; ti preghiamo per noi e per il prossimo perché tutti accogliamo questa e ogni tua Parola”.

III - 1Giovanni 3,1-3 – (a) Giovanni invita: Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre; meditiamo e gustiamo: siamo chiamati figli di Dio, per suo dono, e lo siamo realmente! (1). Con l'adozione umana acquistiamo diritti, perché ci fa figli dei genitori adottivi; invece  per l'adozione divina partecipiamo della natura (2Pt 1,4) e vita divina. Dio ce lo rivela e noi Gli crediamo. S. Giovanni insiste: Carissimi, noi, già fin d’ora siamo figli di Dio (2). Gesù aveva detto che chi segue Lui “avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19,29), ma completa: Chi crede nel Figlio già da ora ha la vita eterna (Gv 3, 36; cfr. 3,15; 5,24; ecc.). Siamo figli nel Figlio, fratelli di Gesù e membra del suo Corpo mistico. Crediamo e gustiamo la “nostra” vita divina, la filiazione divina e i diritti presenti e futuri, che il Padre ci comunica per suo amore misericordioso. (b) Già non capiamo granché di questa figliolanza, ma non ci è stato ancora rivelato che cosa essa ci riserva nell'eternità, ciò che saremo (2). Sappiamo però che quando egli, il Padre o Gesù, si sarà manifestato a noi (2) e lo vedremo, faccia a faccia, così come egli è (2), apparirà che noi saremo simili a lui (2). Ma la rassomiglianza con Dio è già incominciata sin da ora, perché l’immagine di Dio in noi (Gn 1,26) è stata restaurata per mezzo di Cristo, a cui dobbiamo essere conformi (cfr. Rm 8,29). Quando più riflettiamo su questo e lo gustiamo, tanto più ammiriamo l'amore di Dio per noi. (c) Chiunque ha questa fede e speranza in lui, Cristo o Dio, purifica se stesso dai peccati  tutti ne abbiamo bisogno -, come egli è puro (3) e vive la sua vita secondo la volontà di Dio, amando Dio e il prossimo, nel rispetto dei comandamenti. (d) Ancora meno capisce la nostra dignità di figli di Dio chi non ha fede, come p. es. il mondo, perché non ha conosciuto lui (1). Noi ci impegniamo a crescere nella conoscenza di Dio e quello che Lo riguarda. Col dono della pietà regoliamo il nostro rapporto col Padre come veri figli.

EUCARESTIA. La vita divina è dono di Dio, che ci rende adatti a riceverla. Nella Messa ci uniamo a Gesù, che ce l’ha meritata e ne è la sorgente. Preghiamo la Madre celeste, regina di tutti i Santi, e Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, e i nostri Familiari e Parenti del Paradiso, di ottenerci la grazia di aprirci alla vita divina, come hanno fatto loro. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Beati i poveri in spirito (3) …i perseguitati per la giustizia (10), perché di essi è il regno dei cieli (3.10). Si potrebbe pensare che, se si pratica una virtù, si può ricevere un premio in Cielo, anche senza praticare le altre. In realtà per tutti è necessaria la carità, che è la radice di tutte le virtù e si esprime in esse, secondo il contesto, in cui Dio vuole o permette che viviamo.

2. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia… (6), i perseguitati per la giustizia  (10). E’ giusto chi fa la volontà di Dio, che si esprime attraverso la Sua Legge e le virtù che Egli comanda di praticare. La Legge si raccoglie nei due precetti dell’amore a Dio e al prossimo; egli è figlio di Dio e può essere salvato. L’empio è chi non rispetta la Legge di Dio e si perde.

3. Beati voi quando vi perseguiteranno… per causa  mia,… grande è la vostra ricompensa nei cieli (12). Per essere salvati si può anche andare incontro a persecuzioni per la propria fede in Gesù; Questi, per essere fedele al Padre, fu perseguitato fino alla morte in croce. Le membra del Corpo di Gesù possono aspettarsi la stessa sorte dal Proprio Capo. Ma la ricompensa  sarà straordinaria…

4. …hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello (14). Il riferimento è al battesimo, che con l’acqua ci lava dalle macchie delle nostre colpe, cioè ci purifica dai nostri peccati; ma questo non avviene col sangue degli animali dei sacrifici dell’AT, ma col Sangue preziosissimo di Gesù, che è l’Agnello immacolato, che toglie i peccati del mondo.

5. Siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente (2). Gesù con la Sua vita e pasqua di morte e resurrezione ci ha meritato di essere figli di Dio Padre, per opera dello Spirito Santo, datoci nel battesimo. Non ci dovremmo mai stancare di mostrarGli la nostra gratitudine che siamo Figli nel Figlio. Ma dobbiamo anche vivere secondo il nostro stato di figli. (mons. Francesco Spaduzzi)

 

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