"Preoccupazione per la riduzione dei dazi Ue-Usa".
Dai dati 2024 relativi alla frutta a guscio, emerge che l’UE ha importato dagli Stati Uniti merci per 2,36 miliardi di euro, pari a 477,8 milioni di kg, a fronte di esportazioni verso gli USA per soli 19,3 milioni di euro: un disavanzo complessivo di circa 2,34 miliardi di euro. L’Italia è tra i Paesi più esposti: ha importato frutta a guscio dagli Stati Uniti per 400,1 milioni di euro (88,6 milioni di kg) ed esportato per 9,4 milioni, con un deficit di 390,7 milioni. Germania, Spagna e Italia da sole assorbono quasi due terzi del valore importato dall’UE; la quota italiana pesa per circa il 17 per cento del totale comunitario.
Alla luce di questo quadro, l’ipotesi di azzeramento dei dazi e di “accesso preferenziale” per la frutta a guscio statunitense “sarebbe oggi dannosa come non mai per i produttori italiani e campani, già colpiti da shock produttivi e da una pressione competitiva straordinaria”, spiega Fabrizio Marzano, presidente Confagricoltura Campania. “Chiediamo quindi che la frutta a guscio - e in particolare la nocciola italiana - sia esclusa dalle misure di liberalizzazione previste, o comunque protetta da rigorose clausole di salvaguardia e da stringenti condizioni di reciprocità su standard fitosanitari e d’uso degli agrofarmaci, insieme a un rafforzamento dei controlli e della tracciabilità a tutela dei consumatori”.
“Gli sforzi degli associati di Confagricoltura Campania, già alle prese con un calo produttivo delle nocciole di circa il 50 per cento - afferma Giampaolo Rubinaccio, presidente della Sezione Economica Frutta a guscio di Confagricoltura Campania - rischiano di essere vanificati da produzioni che, pur nel rispetto delle linee guida dei Paesi d’origine, adottano metodi molto diversi da quelli della nostra filiera, dalle nuove aree dell’Alto Casertano ai colli irpini fino all’area della Tonda di Giffoni IGP”.