"Solofra Metafisica".
Organizzare una mostra d’arte intitolata Solofra Metafisica nasce dall’esigenza di guardare la nostra città con occhi nuovi, profondi, interiori. Viviamo in un tempo in cui l’apparenza ha spesso la meglio sulla sostanza, e Solofra – con la sua storia, il suo patrimonio, la sua bellezza ferita ma ancora viva – merita di essere riscoperta in una dimensione simbolica, visionaria, spirituale.
Il termine “metafisica” non è casuale: richiama l’oltre, l’invisibile, ciò che pulsa dietro la materia. In questa mostra, gli artisti non rappresentano semplicemente luoghi o volti, ma evocano presenze, silenzi, memorie, energie. Solofra diventa così uno spazio dell’anima, un luogo archetipico dove si intrecciano storia, dolore, rinascita, arte e mistero.
Vogliamo che i giovani smettano di vedere la città come qualcosa di immobile o scontato. Attraverso pittura, scultura, fotografia, narrazione e poesia, raccontiamo Solofra come una città che parla ancora, che sogna, che cerca senso. Una città che è anche specchio di chi la abita: ferita ma non vinta, inquieta ma piena di luce.
In questa mostra c’è la memoria dei vicoli, l’eco delle botteghe artigiane, l’arte della concia fatta con cura, il respiro dei monti, le bellezze della natura. Ma tutto trasfigurato, rielaborato, caricato di simboli. Perché la bellezza non è solo paesaggio: è visione, è intuizione, è atto d’amore.
Solofra Metafisica è un atto poetico e politico insieme: poetico perché tenta l’impossibile – dare forma all’invisibile – e politico perché chiama alla responsabilità della cura, della conoscenza e della riappropriazione del proprio luogo d’origine.
È tempo di smettere di voltarsi altrove.
È tempo di guardare Solofra dentro.
ESPORRANNO: Lello Bonadies, Gerardo A. Russo