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“Giornali, TV e istituzioni non stanno fornendo alcuna informazione utile".

Sgominato dall’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) un pericolo che sembrava profilarsi sulle consultazioni referendarie dell’8 e 9 giugno 2025. Ciò in seguito ad una circolare (n° 21/2025 del 1° aprile) che aveva messo in agitazione il sindacato e vari partiti dell’opposizione. Infatti la circolare vieta alle pubbliche amministrazioni, e scuola, di trattare i quesiti referendari, un divieto, a dire del Ministero dell’Interno, previsto dall’art. 9 della legge 28/2000. “Non siamo negli anni ’80 - ha spiegato De Cristofaro di AVS – e non c’è Craxi a invitare gli italiani ad andare al mare, ma la strategia è la stessa: evitare che i cittadini si informino e votino”. Per Landini della Cgil “Giornali, TV e istituzioni non stanno fornendo alcuna informazione utile. Di fatto, una buona parte del Paese ignora completamente che a giugno si vota”.  Quindi è scesa in campo l’Agcom con un comunicato dove invita tutte le emittenti “nel rispetto della disciplina vigente e della libertà editoriale di ciascuna, di dedicare un adeguato spazio informativo sulle questioni sottoposte a voto popolare, affinché i cittadini possano avere gli strumenti per decidere con piena consapevolezza”.

D.G.

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