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Nicolino De Angelis: Medaglia d’onore

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005,

Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Solo nel ventunesimo secolo ci si è accorti di quanto sia doveroso evocare un momento tragico della storia dell'umanità, portare le sempre più rare testimonianze di quanto accaduto alle future generazioni, di sacrifici e ferite impresse addosso ad ogni prigioniero, deportato, mutilato e caduto di guerra, per riconquistare la libertà.

Anche oggi, nonostante le avversità del momento pandemico, il Prefetto di Avellino ha conferito la medaglia d’onore ad alcuni valorosi uomini della nostra Irpinia.

In collegamento, oltre al Prefetto, il Presidente della Provincia, il Provveditore agli studi, il rappresentante delle forze armate e giovani studenti, i sei Sindaci dei Comuni della provincia, tra questi Solofra e Montoro.

Il Sindaco di Solofra, Michele Vignola accogliendo con calorosa e sentita partecipazione i familiari De Angelis, ha conferito medaglia d’onore al Sig. Nicolino De Angelis. Nato a Solofra nel 1919, soldato dal 31 agosto 1939 e tornato dalla guerra il giorno 19 agosto del 1945. Con i segni delle schegge sul corpo si è dedicato alla costruzione della sua piccola comunità. Sei figli, undici nipoti e oggi anche pronipoti. Il più piccolo dei nipoti, generazione 2002, ha avuto la fortuna di ascoltare in tenera età, le narrazioni del nonno e memore dei suoi ricordi, ha gettato lo sguardo nel suo foglio matricolare.

Nel suo post su facebook:

"Un minimo riconoscimento per le persone salvate, per le sofferenze, le fatiche, le ferite che nonno Nicolino De Angelis dovette subire nelle diverse campagne a cui partecipò durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante una di queste venne catturato dai tedeschi e tenuto prigioniero nel campo/stalag XIII D di Norimberga.

Un grande riscatto, in quanto in vita, dallo Stato, non gli era stato mai riconosciuto nulla. Non è mai troppo tardi.

Non può non tornarmi in mente il modo, le espressioni con cui nonno riusciva a raccontare. La drammaticità dei fatti che appariva nel volto spesso veniva spezzata da qualche episodio divertente, dato che non voleva rendere troppo triste la narrazione. Era proprio una sua caratteristica, un suo modus vivendi, quello di esorcizzare sempre il dolore e la tristezza attraverso uno spirito che chiunque lo abbia conosciuto ricorda perfettamente.

Speciali ringraziamenti a Paolo De Stefano che mi ha supportato facendomi perseverare nelle richieste, nonostante tutto."

La giornata della memoria a braccio con una società che funziona, ha acceso la sensibilità del giovane nipote. Questo dimostra quanto sia importante creare occasioni di confronto, ma più di tutto conservare con tutte le nostre forze la capacità di raccontare. Le istituzioni, la scuola, ma prima di ogni altra parte, la famiglia ha questa responsabilità: garantire il dialogo tra il vecchio ed il bambino.
C'è sempre, in ogni epoca un forte bisogno di raccontare storie e una gran voglia dei giovani di porsi in ascolto. È ciò che è avvenuto tra Nicolò ed il nonno.

Un altro orrore viene perpetuato, quando, in nome di una falsa modernità spezziamo questo prezioso filo. 

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