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Natale del Signore: Messa della Notte

 I - Luca 2,1-14 – 1. (a) La nascita di Gesù coincise con la data del censimento, ordinato dall'imperatore Augusto per tutto l'Impero Romano (1); esso si realizzò al tempo di Quirinio, governatore della Siria, nel cui ambito si trovava anche la Palestina, nonostante regnasse Erode il Grande (2). Secondo le consuetudini ebraiche, ogni persona si faceva censire nel paese di origine della propria famiglia (3); perciò anche Giuseppe da Nazaret in Galilea si spostò a Betlemme in Giudea, città di origine del casato di Davide (4 egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide); con lui si mise in viaggio anche Maria, incinta di 9 mesi (5 Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta). Perché far affrontare a Maria, in quelle condizioni, questo viaggio, in ogni caso così scomodo? Erano 120 km, occorrevano da 3 a 6 giorni, era inverno, si andava a piedi o a dorso di un asino. L'occasione è il censimento; il motivo vero è che si deve realizzare la profezia di Michea (5,1-5), sulla nascita del Messia a Betlemme: profezia nota agli esperti della Bibbia - i rabbini, gli scribi e i sacerdoti, interrogati da Erode -, ma anche alla gente del popolo, che ascoltava ogni sabato la Parola di Dio nelle sinagoghe cittadine. Maria e Giuseppe ne avevano perfetta conoscenza e aspettavano che Dio trovasse la maniera per realizzare la profezia; e Dio, che fa le cose in grande, fa intervenire Augusto: egli pensa a come far soldi tassando i sudditi, Dio vuole rafforzare la fede di chi crede e suscitarla in chi non l’ha. Impariamo a vedere la volontà di Dio in ogni avvenimento, o perché Egli lo vuole o perché lo permette, e comunque lo userà a nostro vantaggio, giacché siamo suoi figli. (b) Arrivano a Betlemme e Maria sta per partorire (6); non trovano posto nell'alloggio, che poteva essere il caravanserraglio o la parte della casa riservata alle persone (7 perché per loro non c’era posto nell’alloggio). Nasce il figlio primogenito e unigenito di Dio e di Maria ed essa lo avvolge in fasce e lo depone nella mangiatoia (7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia). (A) Non c'è posto per Giuseppe e Maria e Gesù Bambino, che sono le persone più importanti dell'universo: Gesù è Dio e uomo, Maria e Giuseppe sono le persone più sante e per questo più gradite a Dio. Ma questi tre si presentano in povertà e perciò per loro non c'è posto. Gesù ha scelto la povertà per sé e vi coinvolge quelli che gli sono vicini. Così potrebbe fare anche con noi, nella misura in cui ci vuole intimi con lui. La povertà è distacco interiore dai beni e poi anche accettazione degli incomodi, connessi con la scarsezza dei mezzi. Il povero impara ad affidarsi solo a Dio. (B) La venerazione e il rispetto, che la Sacra Famiglia non ricevette dai Betlemiti, vogliamo darglieli noi con i nostri buoni sentimenti, ma concretamente anche con l’amore compassionevole verso i bisognosi, durante tutto l'anno ma specie adesso.

2. (a) E’ nato nella povertà questo Bambino, Figlio di Dio e Cristo, discendente di Davide. I Betlemiti lo trascurano, ma Dio provvede per mezzo di un Angelo a farne conoscere la nascita ai pastori, che vegliano la notte sul gregge (8). L'Angelo appare loro ed essi avvertono la presenza di Dio, che li circonda di luce (9 la gloria del Signore li avvolse di luce); sentono un timore intenso di fronte allo straordinario (9); ma egli li rassicura e annuncia loro la gioiosa notizia, che è destinata a tutti (10 Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo): a Betlemme, la città di Davide, è nato Dio fatto uomo, che è il Messia atteso da sempre e che viene a salvare gli uomini (11 oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore); lo riconosceranno perché avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia (12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia). Certo, per una persona così importante ci si aspetterebbe una culla più prestigiosa e un ambiente più dignitoso, ma Dio fa le cose a modo suo, che è sempre il migliore. I pastori - e noi - devono credere alla Parola di Dio, perché viene da Dio e non per l'apparato esterno, che potrebbe accompagnare il Bambino. Perciò adoriamo in Gesù il Figlio di Dio, fatto Uomo; riconosciamolo come Cristo e Salvatore; mettiamolo al centro della nostra vita. (b) Per glorificare Gesù appare anche un coro di Angeli (13 E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva), che proclama la gloria di Dio nei cieli e la pace agli uomini, oggetto della benevolenza di Dio (14 «Gloria a Dio nel più alto dei cieli/ e sulla terra pace agli uomini, che egli ama»). La gloria di Dio e la salvezza degli uomini è il fine di tutte le opere di Dio e specie dell'Incarnazione del Figlio di Dio e della sua opera redentrice: Dio deve essere conosciuto, amato e servito; solo così gli uomini, che Dio ama - tutti nessuno escluso - avranno la pace, che è la pienezza di tutti i beni, anzitutto spirituali, senza escludere i materiali. Dio ci ama e vuole la nostra felicità, che Egli ci donerà per mezzo di Cristo, se aderiamo a lui con la fede, speranza e carità di Maria e Giuseppe.

II - Isaia 9,16 – Il Profeta annuncia ciò che Dio gli ha fatto conoscere circa il futuro. (a) Il Popolo ebreo, che era dominato dall'oscurità e quindi camminava nel buio, all'improvviso si trova circondato da luce (1).  Per intervento di Dio cambia la condizione esterna e muta anche lo stato d'animo del popolo: dalla tristezza e ansia passa alla gioia (2), la stessa gioia che si prova quando, dopo mesi di attesa ansiosa, si fa un abbondante raccolto o si divide una ricca preda di guerra (2). Effettivamente Dio aveva tante volte liberato dalla schiavitù e dai lavori forzati il suo popolo (3), eliminando ogni suono e segno di guerra (4). Dio realizza questo per ciascuno di noi nella vita spirituale: ci libera dalla schiavitù di Satana, dalla mentalità mondana e dalle tendenze cattive, che sono all’origine dei nostri peccati e malanni e delle nostre tristezze, e ci dà il gusto e la gioia della libertà, arricchendoci dei suoi doni: la grazia santificante e le virtù infuse. Dio è infinitamente buono con noi e ci aiuta, se lo lasciamo agire nella nostra vita. (b) A che si deve tutto questo passaggio dalla tenebra alla luce e dalla tristezza alla gioia? Al dono che Dio fa al popolo di un bambino straordinario (5 Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio), che ha nomi (5 e il suo nome sarà), che rivelano che non si tratta di un semplice uomo, ma di Dio - Uomo: egli è Dio onnipotente (6 Dio potente) con sapienza infinita (5 Consigliere mirabile), re pacifico (5 Principe della pace), che agisce sempre da padre nei confronti dei sudditi (5 Padre per sempre); è un re (5 Sulle sue spalle è il potere; 6 Grande sarà il suo potere) con un regno, quello di Davide (6 sul trono di Davide e sul suo regno), che egli rende forte non con guerre di conquista, ma con l'esercizio costante della giustizia secondo leggi giuste (6 che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre). L'effetto sarà la pace per i sudditi del regno (6 e la pace non avrà fine). Tutto questo avviene per volontà amorosa e onnipotenza di Dio (6 Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti). E’ Dio ci dà suo Figlio, che opera la salvezza degli ebrei e dell'umanità. Lo ha fatto 20 secoli fa, continua a farlo adesso per mezzo dei sacramenti. Adoriamolo, lodiamolo, amiamolo, mettiamoci nelle mani di Dio.

III – Tito 2,11-14 – S. Paolo in poche parole ci presenta tutto quello che Dio ha fatto per salvarci per mezzo di Gesù e quello che dobbiamo fare noi, per consentirgli di salvarci. Dio ci ha rivelato la sua benevolenza (11 È apparsa infatti la grazia di Dio) e per essa offre la salvezza a tutti e a ciascun uomo (11 che porta salvezza a tutti gli uomini). Chi opera la nostra salvezza è Gesù, che è vero Dio, Messia e Salvatore (13 del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo) e che per noi ha donato se stesso, tutta la sua vita e la sua opera (14 Egli ha dato se stesso per noi). Anzitutto ci ha insegnato lo stile di vita divina che dobbiamo assumere: esso comporta il rifiuto sia di ciò che ci fa venir meno ai nostri doveri verso Dio sia della mentalità mondana, che alimenta in noi desideri cattivi (12 e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani); anche è necessario vivere dominando noi stessi, rispettando i nostri doveri verso il prossimo e verso Dio (12  e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà). Inoltre Gesù, durante tutta la sua vita - e in particolare nella Passione e Morte - col suo amore obbediente al Padre, ci ha liberati dalla schiavitù di satana (14 per riscattarci da ogni iniquità), per fare di noi un popolo che sia tutto di Dio (14 e formare per sé un popolo… che gli appartenga), libero da ogni peccato (14 puro) e impegnato a fare opere buone (14 pieno di zelo per le opere buone). In questo modo dobbiamo vivere fino alla seconda venuta di Gesù, che manifesterà la sua gloria e ci darà la salvezza definitiva, che ora abbiamo solo nella speranza (13 nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria). Anzitutto facciamo un atto di fede in questa manifestazione della bontà di Dio verso di noi per mezzo di Gesù e consideriamola come offerta di salvezza da parte della misericordia di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo. Ringraziamo per quanto la Trinità operò per noi per mezzo di Gesù e continua a realizzare in noi per mezzo dello Spirito Santo. Proponiamoci di accettare senza riserve l'insegnamento di Gesù e di metterlo in pratica, evitando il peccato e facendo il bene. Non perdiamo di vista che la salvezza è dono di Dio per mezzo di Gesù, morto e risorto per noi, e la sua venuta come giudice alla fine della nostra vita e del mondo. Ringraziamo anche la Vergine e S. Giuseppe, che hanno collaborato con Gesù alla nostra salvezza. Preghiamo di regolare la nostra vita secondo questi principi.

EUCARESTIA. Celebrando il Natale del Signore con l’Eucarestia, noi lo rendiamo presente nella sua Passione e Morte, il momento vertice della sua vita e della sua opera redentrice, ma anche in tutta la sua vita, e quindi anche nella sua nascita. Ricorriamo all’intercessione della Vergine Maria e di S. Giuseppe, dei nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, per ottenere di vivere i loro sentimenti alla nascita di Gesù e seguire il loro esempio.  (mons. Francesco Spaduzzi)

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