Logo

Solofra. Il castello visto da tre ragazzi attempati

Egregio Direttore, siamo tre ragazzi attempati, tre esploratori metropolitani, in erba, che, in un pomeriggio di una domenica di Novembre, passeggiando, lentamente, sono arrivati fin sotto le mura del nostro Castello, ovviamente, non con intenzioni cruente. Guardando le pietre diroccate e coperte di rampicanti, ci sono tornati alla memoria i versi della poesia “All’Italia” di G. Leopardi e quelli del nostro canonico A. Giliberti. Effettivamente, per chi sa ascoltare, le antiche vestigia sono molto eloquenti, ci parlano del vissuto, delle azioni, della Storia, delle storie. Ingenuamente, abbiamo cercato di immaginare come dovesse essere un tempo il castello, cosa potessero aver pensato coloro che dall’alto delle sue mura guardarono la valletta sottostante. Poi, con il sole che calava all’orizzonte, purtroppo, ci siamo rattristati anche noi per lo stato in cui il Castello, attualmente, versa. Pertanto, Le scriviamo questa lettera per unire la nostra voce alle altre che si sono levate nel corso degli anni, la voce di tre semplici cittadini, non quella di giornalisti “illustri” ma nella maggior parte dei casi tendenziosi, non quella di coloro che si atteggiano a difensori dell’urbe per poi aprire le porte al nemico. La nostra è una voce flebile per chiedere ai “nostri” amministratori se vi è la possibilità di poter spendere qualche soldo, almeno per cominciare a ripulire i resti del Castello dalla vegetazione, in modo da rendere più leggibile il sito. In tal modo tutti quelli che amano la storia, che hanno voglia di leggere o di rileggere il loro passato, possano più agevolmente visitare le rovine; affinché tutti maturino un nuovo modo di relazionarsi all’ambiente ed al territorio; affinché in futuro si possano, ad esempio, impedire gli scempi perpetrati durante la ricostruzione post-terremoto, si possa evitare la prosecuzione di quella antropizzazione selvaggia che sta riducendo o soffocando quegli spazi naturali, necessari e vitali per la nostra specie. La natura, come dimostrano i recenti eventi atmosferici, ad un certo punto, doverosamente, ci presenta il conto. Vogliamo continuare ad essere debitori insolventi? E.F.A.

Condividi quest'articolo

Altri articoli di Cultura


Atripalda. “Tra passato e futuro”.

In questo viaggio visivo, Bonadies e Russo tracciano traiettorie simboliche e astratte che sfidano la linearità del tempo. Le loro opere non raccontano: evocano. Sono stanze interiori, mappe dell’invisibile, soglie tra ci&[...]

“Don Carlo Gesualdo e Torquato Tasso".

L’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani organizza per Giovedì 28 agosto a Gesualdo, alle ore 9,30 in palazzo Pisapia il convegno di studio a commemorazione dei 430 anni dalla morte del poeta sorrentino Torquato Tasso, dal tit[...]

Contattaci

  • Telefono: 347/ 5355964

  • Email: solofraoggi@libero.it

  • Email: ilcomprensorio@libero.it

Seguici