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La campagna per il No al referendum costituzionale è stata una battaglia democratica

Claudio Cerasa, rispondendo ad un lettore, ha criticato i promotori del comitato del No al referendum costituzionale. Ecco una sintesi di quello che ha scritto: “Sono andato a rivedere il comitato del No al referendum costituzionale, quello del 4 dicembre 2016, e ho trovato sul sito del più importante comunicato un appello per votare No contro la riforma costituzionale…L'appello era firmato da un numero significativo di personalità del mondo dello spettacolo, della cultura, dell'informazione [ndr – 139 persone]. Due anni dopo quel referendum costituzionale c'è un partito che vuole abolire la democrazia rappresentativa e un altro che vuole distruggere la democrazia dell'Europa. Ora, la domanda è spontanea: se i nomi che vi abbiamo appena elencato due anni fa hanno unito le loro forze per difendere davvero la democrazia rappresentativa, cosa aspetta la Zagrebelsky Associati a firmare con urgenza un appello per dire no ai veri ed espliciti nemici della democrazia rappresentativa? Più passerà il tempo e più sarà chiaro che aver trasformato gli avversari politici in nemici della democrazia ha contribuito ad abbassare le nostre difese immunitarie di fronte ai veri nemici della democrazia. E’ la favola dell'al lupo al lupo. E oggi è arrivato il momento in cui il lupo c'è davvero” (Il silenzio della Zagrebelsky Associati spiegato con la favola dell'al lupo al lupo; Il Foglio, 25/10/2018).
Non sono d’accordo con Claudio Cerasa. I promotori del comitato del No al referendum costituzionale avevano pienamente ragione. Il tentativo di involuzione democratica portato avanti da Matteo Renzi e dai suoi amici era effettivamente pericoloso e bene hanno fatto coloro che si sono opposti, anche i promotori del comitato del No. Sostenere che questa battaglia abbia fatto abbassare le difese immunitarie di fronte ai nemici della democrazia è sbagliato perché essa era, sostanzialmente, una lotta per evitare una minore democrazia; la battaglia è servita a dimostrare l’erroneità del disegno di Renzi e a indebolire ulteriormente la sua figura politica, già parecchio debilitata dai tanti errori commessi. Che poi dell’indebolimento di Matteo Renzi abbiano approfittato soprattutto i Cinque Stelle e la destra è il segno che il tentativo antidemocratico di Renzi è servito a indebolire tutta la sinistra, erroneamente identificata con il segretario del Pd. Ciò non toglie che Cerasa ha ragione nel chiedere che i promotori del comitato del No al referendum costituzionale si facciano promotori di appelli dello stesso tipo di fronte agli attacchi alla democrazia portati avanti dalla maggioranza di governo attuale.

Cordiali saluti

Franco Pelella - Pagani 
 
 
 

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