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Salerno. Meetup amici di Beppe Grillo e le zone buie del teatro Verdi

L’11 maggio riparte l’ennesima stagione lirica del Teatro Verdi di Salerno. Sul sito web del Comune, anche quest’anno, vengono pubblicizzate in pompa magna le prossime esibizioni che costeranno tre milioni settecentosettantacinquemila euro ai salernitani, cosi` come deliberato dalla Giunta comunale il 22 marzo scorso.

Nulla cambia nella compagine dirigenziale delle opere che vede in prima fila il direttore artistico Daniel Oren gestire l’intera somma per la messa in scena delle cinque opere liriche a cui, come si legge in delibera, verra` affiancato un segretario artistico individuato, ancora una volta, in Antonio Marzullo.

Eppure quest’anno, sollecitato anche dalle dimostranze di questo gruppo contro la gestione fallimentare dell’impresa, il Comune di Salerno tenta di gettare fumo negli occhi dei cittadini introducendo alcuni concerti sinfonici nel pacchetto culturale legato al Teatro Verdi.

L’occasione e` stata ghiotta per rafforzare le politiche nepotistiche a cui siamo ormai abituati da queste parti. Infatti nel cartellone concertistico spunta il nome della figlia di Oren che, il 6 novembre, si esibira` in una performance al pianoforte per la quale non e` neanche dato sapere il cachet. E`, quindi, evidente che ad Oren non soddisfano piu` gli oltre trecentomila euro che percepisce in media ogni anno da questa kermesse, ma l’interesse economico personale cresce di anno in anno.

Cosi` facendo l’amministrazione vorrebbe far credere che l’ingente quantita` di soldi spesa possa trovare una giustificazione alle enormi lacune in questo tipo di gestione cosi` dannosa per la citta` da oltre un decennio.

Crediamo che neanche la propagandata collaborazione con gli istituti scolastici cittadini, di cui non se ne conoscono i termini, non vada nella giusta direzione nei confronti di una spesa che ancora oggi non produce alcuna ricaduta in termini di formazione, lavoro e produzione sul territorio salernitano.

Anche quest’anno saremo costretti ad assistere ad una sceneggiata in cui i beneficiari principali sono rappresentati da quell’oligarchia di personaggi benvoluti dall’amministrazione comunale e regionale che utilizzano il Comune di Salerno come un bancomat a cui attingere per il noleggio di qualsiasi elemento necessario alla messa in scena degli spettacoli.

Intendiamo, quindi, opporci a questo modus operandi con cui vengono impegnati tanti soldi pubblici senza nessuna trasparenza nei confronti dei contribuenti salernitani. Noi tenteremo di opporre le nostra idea di investimento nella cultura con il coinvolgimento delle numerose realta` artistiche salernitane che non sono mai state interessate da un auspicabile processo democratico di partecipazione, affinche´ anche Salerno, cosi` come avviene in molti altri comuni italiani, possa dotarsi di una produzione in grado di realizzare ed esportare le proprie rappresentazioni e valorizzare le professionalita` territoriali.

Agiremo inoltre nei confronti degli organi di controllo che dovranno vigilare sulla legalita` e sulla trasparenza di questa gestione che sembra essere tenuta troppo nascosta agli occhi dei cittadini.

La citta` e` totalmente estranea a questo cartellone teatrale e nulla viene fatto per coinvolgere le maestranze, i professionisti e i cittadini alla partecipazione.

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