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Solofra. Troppe lacrime terremotate: i soccorsi, da soli, non possono tenere in piedi le case!

Dopo soli 15 giorni, anche l’ultimo terremoto non fa più notizia.

Le morti (296), i drammi e le lacrime dei terremotati dell’estate 2016, hanno perso le prime pagine dei giornali e l’apertura dei telegiornali: non fanno più notizia, esattamente come le 309 vittime della primavera del 2009 (Aquila: 6 aprile, ore 03.32, magnitudo 6,3), che dovevano essere le ultime, in una nazione che non scopriva certo sette anni fa di avere un patrimonio edilizio che espone i cittadini a mortale rischio sismico.  

Anche oggi, come allora, dopo i soccorsi, è stata annunciata la ricostruzione degli edifici crollati e l’avvio della grande operazione di messa in sicurezza e recupero di tutti gli altri edifici a rischio.

Tutti a pontificare:Si devono ristrutturare gli edifici prima che la disgrazia avvenga”, ma tutto è rimasto, finora, lettera morta e tutto rimarrà tale anche dopo Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto!

Così, dal 1968 ad oggi, i terremoti hanno fatto ben 4.885 vittime (Belice, Friuli, Irpinia, Marche, Umbria, Puglia, Molise, Abruzzo, Emilia Romagna, Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto).

I costi della prevenzione, non sarebbero nemmeno così proibitivi: nel 2012, il Centro Studi Consiglio Nazionale Ingegneri (http://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/08/26/16912/), ha stimato che per mettere in sicurezza le abitazioni private (per fare in modo che un edificio non crolli durante il terremoto), lo Stato doveva spendere circa 94 miliardi di euro.

DA DOVE VENGONO I SOLDI PER LA RICOSTRUZIONE?

La Cgia di Mestre (http://www.repubblica.it/economia/2016/09/03/news/sisma_accise_cgia-147099628/?ref=HRLV-6), ha stimato che lo Stato ha incassato dalle apposite accise sulla benzina, dal 1970 al 2015, circa 145 miliardi di euro nominali, pari a 261 miliardi di euro attualizzati (0,11 €/litro).

QUANTO È STATO SPESO?

Per ricostruire sette aree terremotate - Belice, Friuli, Irpinia, Marche-Umbria, Molise-Puglia, Abruzzo ed Emilia Romagna - lo Stato ha speso solo 70,4 miliardi di euro (attualizzati: 121,6): in pratica, i cittadini hanno versato più del doppio rispetto alle spese sostenute dallo Stato, e, con la Finanziaria 2013, le accise per le zone terremotate sono diventate addirittura permanenti (circa 4 miliardi l’anno!).

Quindi, a conti fatti, i soldi per non far crollare le case addosso alle persone sarebbero stati già incassati dallo Stato con le accise sulla benzina: se non ci sono più, se sono stati utilizzati ad altri fini, qualcuno dovrà pur risponderne!

 “Dopo” il terremoto, a destra, come a sinistra o al centro, i politici piangono come coccodrilli, ma nessuno fa l’unica cosa veramente risolutiva che c’è da fare: investire per intervenire “prima”! … Perché?

Le disgrazie, si sà, uniscono il paese e prevenire è, purtroppo, meno popolare che ricostruire. Così la politica spera nella minore frequenza dell’evento e nel minor costo della singola, locale, ricostruzione post sisma: in pratica, … scommette sulla vita della gente!

Dopo un po’, però, la storia si ripete - il 24 agosto 2016, alle ore 03.36, un nuovo terremoto (di magnitudo 6), rade al suolo Amatrice, Accumoli, e Arquata del Tronto, e fa altre 296 vittime - ma il terremoto continua ad essere una disgrazia che accade altrove, … che a noi non succederà nulla, … ed allora è inutile investire nelle ristrutturazioni preventive, istruire i cittadini e/o fare esercitazioni per le emergenze.

Invece, poi, la disgrazia accade, ... a noi come ad altri è accaduta, ed eravamo tutti pieni di buona volontà, ma non sapevamo cosa fare: impreparati, persino, a gestire gli aiuti e la solidarietà umana.

Ancora oggi, purtroppo, pochissimi sindaci hanno istruito i cittadini sul Piano di Emergenza Comunale (PEC), ed effettuato esercitazioni. I PEC sono lettera morta (non sono neppure pubblicati su internet per favorire i soccorsi!): un mucchio di carte accantonate nei comuni, e, al massimo, qualche cartello segnaletico! …

La prevenzione resta un miraggio. Basti pensare che il PEC del Comune di Solofra, ha persino confuso la popolazione solofrana con la popolazione sanmarzanese!

Per non dire, poi, dei lavori strutturali per l’adeguamento statico di palazzo Orsini (da realizzare con il sistema CAM: Cuciture Attive per la Muratura), magicamente spariti a seguito di apposita variante (delibera G.M n° 57 del 9 aprile 2013): … il preventivo adeguamento statico delle strutture pubbliche - con fondi pubblici: 100% P.O.R.  FESR 2000/2006 - non viene fatto neanche quando i soldi ci sono!

Invece dei lavori strutturali, si è preferito fare “un’alleccatella” al palazzo: ma se in futuro, palazzo Orsini, dovesse crollare e/o causare vittime, … sarebbe ancora una disgrazia?

Dal 1968 ad oggi, abbiamo avuto 10 terremoti, più o meno uno ogni 5 anni, con circa 5.000 vittime: da queste catastrofi si salva solo l’eroica macchina della protezione civile, che ha dato sempre il massimo (ed anche più!), … ma non si possono tenere in piedi le case solo con i soccorsi post sisma, occorre ristrutturare gli edifici prima che crollino addosso alle persone:  quante altre persone dovranno ancora morire, prima che un qualsiasi governo affronti seriamente il problema della ristrutturazione degli edifici prima del terremoto?

Dopo un terremoto, le case, le strade, le chiese, le piazze, … le facce della gente, … si assomigliano tutte, sono uguali a quelle di Amatrice, dell’Aquila, di Gemona o di Solofra, … ma case, chiese, ospedali e scuole, non devono più crollare addosso alle persone: in Giappone ci sono edifici più alti dei nostri e terremoti anche più frequenti, … ma, a magnitudo 6, è difficile che qualcuno muoia!

mariomartucci  

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