Solofra. Il bombardamento del 21 settembre 1943
"Non abbiamo imparato niente dal passato: la sete degli interessi non finisce mai”.
Il bombardamento del 21 settembre 1943, ad opera degli americani intenti ad inseguire i tedeschi in ritirata, segnò senza dubbio Solofra ed i suoi abitanti soprattutto quelli residenti nelle zone alte della città. Ad 82 anni dal triste evento c’è ancora qualcuno desideroso di scoprire ed intervistare persone che hanno vissuti quei difficili momenti. E’ il caso dell’appassionato della storia ed archeologia solofrana, Aniello Coppola, che ha incontrato il sig. Liberato De Stefano, 94enne, residente a Canale di Serino. “Il bombardamento del 21 settembre 1943 – spiega Liberato – toccò un lato di Canale e Ferrari dove morirono due persone. Dopo qualche giorno con alcuni amici mi recai a Solofra, dove mia madre Rosina aveva dei parenti e voleva sapere loro notizie. Fui animato dalla curiosità e l’incoscienza di un 14enne”. Il tragitto fu facilitato dal fatto che uno zio di Liberato, Agostino Martucci di Solofra, molto bravo nel disinnescare le mine, liberò l’unica strada a disposizione minata dai tedeschi con l’intento di rallentare l’avanzata degli Alleati. Era la strada che dalla zona Toppola portava a Solofra ed era percorsa dai solofrani che si recavano a Canale in cerca di cibo. Ricorda pure che il fratello Domenico (104 anni e vivente) era bravo a sminare, ma in quel periodo era impegnato militarmente in Grecia. “Giunto nella parte alta solofrana, - continua - vidi delle tende nella zona di Caprai, Sorbo e Scorza, servivano da rifugio per la gente. Rimasi scosso nel vedere i danni causati dal bombardamento sia alle persone, sia alle cose, sia alle case. A terra vi erano corpi sventrati dalle bombe, pagliai andati in fumo insieme alle persone che lì si erano rifugiate, per lo più ragazzi. Sentii dire che i morti superavano il numero di cento”. Si ferma un po’ Liberato portando lo sguardo nell’azzurro del cielo, poi riprende “Spero che ciò non accada più a nessuna nazione, no alla guerra. Però oggi, vedi Gaza e l’Ucraina, siamo ritornati indietro di molto tempo, non abbiamo imparato niente dal passato: la sete degli interessi non finisce mai”.
In foto: Liberato De Stefano, Aniello Coppola.
D.G.