Logo

Tempo Pasquale: Domenica III dell'Anno C (2024-25)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Pasquale: Domenica III dell'Anno (2024-25)

Introduzione. Giovanni ci presenta Gesù, che per amore si prende cura dei discepoli e chiede a Pietro l’amore per affidargli le Sue pecore; Atti ci offre un Pietro coraggioso nella persecuzione; l’Apocalisse ci fa contemplare il Cristo glorificato in cielo.

I - Giovanni 21,1-19 – 1. (a) I discepoli tornarono in Galilea dopo la resurrezione di Gesù, per Suo invito (Mt 28,7; Mc 16,7) e ripresero il lavoro di pescatori in attesa di indicazioni. Pietro decise di andare a pesca e 6 discepoli gli si associarono, ma quella notte non presero nulla (3). Gesù dalla riva (4) chiese loro se avevano pescato companatico e al “no” (5) disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». Essi obbedirono: La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci (6). Allora quel discepolo che Gesù amava, Giovanni, intuì e disse a Pietro: «È il Signore!» risorto. Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, un camiciotto, perché era svestito, e si gettò in mare (7) e a nuoto si diresse verso Gesù. Gli altri lo seguirono in barca, trascinando la rete sovraccarica (8). Pietro, capo e servo della Chiesa, è figura dominante in questo mistero: è nominato 5 volte (2.3.7.11). Tutti i fedeli dobbiamo stare con Gesù, ma come gli Apostoli stanno con Pietro, che ha i suoi limiti, anche noi dobbiamo coltivare la comunione col Papa e sostenerlo con amore e rispetto della sua missione universale, nonostante i suoi limiti. (b) Scesi a terra, i discepoli trovarono che Gesù aveva preparato loro pesce e pane (9) ed Egli chiese del pesce pescato (10). Allora Simon Pietro (da solo?) salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci (11), che gli altri insieme non erano riusciti a sollevare a bordo (8): erano i pesci catalogati allora, per indicare che la salvezza è offerta a tutti. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò (11): la Chiesa non si deve dividere, perché è una sola in Cristo. (c) E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore risorto. Gesù con amore disse loro: «Venite a mangiare» (12) e prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce (13). Così essi vivono con somma gioia questa terza manifestazione di Gesù risorto ai discepoli riuniti (14). Il risorto è sempre presente con noi: per avvertirLo occorre fede e sensibilità.

2. (a) Quand’ebbero mangiato la colazione, Gesù, alla presenza di tutti, disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?» (15); Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene» (15), ma non aggiunse più di costoro, perché altre volte aveva millantato 1a sua superiorità, smentita ben presto dai fatti; Gesù Gli disse: «Pasci i miei agnelli» (15) - immagine per indicare i discepoli di Gesù -  come segno del suo amore per Lui. Gesù gli ripetette una seconda volta la stessa domanda, senza aggiungere più di costoro; Pietro rispose con le stesse parole di prima e Gesù gli ripetette di prendersi cura delle Sue pecore (16). La stessa domanda: «Mi vuoi bene?», ripetuta per la terza volta, rende addolorato Pietro, perché gli ricorda il triplice rinnegamento; egli gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene» (17) e Gesù gli dice di nuovo di pascolare il suo gregge. Gesù aveva insegnato che il primo comandamento è amare Dio e il secondo amare il prossimo, per amor di Dio e come immagine di Dio; adesso Gesù, come segno dell’amore che Pietro ha per Lui, gli chiede di prendersi cura delle anime, che Egli ha redente e che gli affida; Pietro è fatto pastore di tutto il gregge di Cristo, di tutta la Chiesa, e deve amare e prendersi cura di loro, anche quelle che ancora non appartengono al suo gregge. (b) Gesù aggiunge: In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi» (18). Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi» (19): in sostanza Pietro seguirà Gesù in tutto, anche nel martirio della croce, perché dall'unione perfetta con Lui attingerà la forza della sequela fedele c generosa di lui. Tutti i cristiani, con la grazia di Dio, devono e possono seguire Gesù fino all’estremo sacrificio, ma i pastori in modo speciale.

II - Atti 5,27b-32.40b-41 – Il sommo sacerdote fece arrestare gli Apostoli mentre predicavano e li interrogò (27): Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome?, nel nome di Gesù, e li accusò: Volete far ricadere  su di noi il sangue di quest’uomo (28), incolpando il Sinedrio dell'uccisione di Gesù. Con chiarezza Rispose allora Pietro insieme con gli Apostoli: “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini” (29), anche se consacrati da Dio, se non ordinano secondo la volontà di Dio; rinfacciò loro: Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce (30); anzi con l’ascensione Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati (31). Aggiunse senza paura: E di questi fatti e verità siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono (32). Ammiriamo il coraggio degli Apostoli e di Pietro a rinfacciare ai capi religiosi la loro responsabilità nell'uccisione di Gesù, nel testimoniare la resurrezione di Gesù e la sua missione di Salvatore degli uomini e proclamare che lo Spirito Santo parla attraverso i discepoli di Gesù perché sono profeti. (b) I capi stavolta fecero flagellare gli Apostoli, perché già ribelli, e riproibirono di parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà (40). Comunque gli Apostoli allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati da Dio degni di subire oltraggi per il nome di Gesù (41). Interroghiamoci se abbiamo il coraggio di testimoniare la nostra fede anche se presi in giro e perseguitati.

III - Apocalisse 5,11-14 - In una delle sue visioni Giovanni assiste a una liturgia in Cielo; vede miliardi di Angeli intorno al trono, che Dio (7) condivide con l'Agnello, il Figlio di Dio fatto uomo. L’Apostolo ode gli Angeli (11) proclamare la grandezza dell'Agnello con titoli divini, anche se ne ricordano l’immolazione: L’Agnello, che è stato immolato,/ è degno di ricevere potenza e ricchezza,/ sapienza e forza, onore,/ gloria e benedizione (12). Agli Angeli si unisce l'universo, che a sua volta attribuisce gli stessi titoli a Dio Padre e all’Agnello: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello/ lode, onore, gloria e potenza,/ nei secoli dei secoli» (13). I 4 essere viventi, che stanno intorno al trono divino (11.14), aderiscono e confessano con l’Amen (14), mentre i 24 anziani (11.14) si prostrano in adorazione, per riconoscere l’infinità di  Dio (14), uno nella natura e trino nelle persone. Anche noi riconosciamo che Gesù durante la vita terrena ha velato e nascosto la sua divinità, ma con la risurrezione il Padre ne ha voluto manifestare tutta la gloria divina e la perfezione della sua umanità e il dominio sull'universo. Anche noi con gli Angeli, tanto superiori a noi, e con tutte le creature proclamiamo la grandezza di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, la loro potenza e sapienza e bontà infinite, che a noi si manifestano nella creazione del mondo e ancora di più nell'opera redentrice.

EUCARESTIA. Essa ci rende presente Gesù così tenero e attento ai bisogni degli Apostoli e dei fedeli, che Egli affida loro; da Lui viene l’amore che deve caratterizzare e animare il rapporto fra il pastore e i fedeli. Chiediamo alla Vergine SS. e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai santi Patroni, di ottenere ai pastori la carità pastorale e ai fedeli la docilità verso di loro. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli (1). Queste apparizioni servono a rinsaldare la fede dei discepoli nella realtà della sua resurrezione: essi dovranno testimoniare questa verità fino a sacrificare la vita per affermarla di fronte a chi non crede e vuole ostacolare a ogni costo anche la fede degli altri.

2. Veniamo anche noi con te (3). La comunione fra gli Apostoli e con Pietro è indispensabile per la diffusione del Vangelo (Gv 17,22). Gesù conosceva bene la tendenza umana a voler aver ragione; perciò ha dato lo Spirito Santo per unire le menti nella verità e i cuori nella carità; ma la storia e le divisioni tra i cristiani mostrano come è difficile tenere unite le membra del Corpo di Cristo.

3. Simone,… mi ami? Pascola le mie pecore (16). E’ sempre la carità verso il prossimo, ma con la caratteristica di essere pastorale. Chi ama veramente Dio e Gesù, deve amare il prossimo e non può esimersi dall’aiutarlo a raggiungere la salvezza. Collaborare alla salvezza del prossimo è dare a Dio la gloria più grande e procurare la felicità eterna di un fratello, per il quale Cristo è morto.

4. Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini (29), quando c’è opposizione fra la volontà di Dio e quella di chi dà un ordine, fosse anche una persona consacrata a Dio e che ha diritto di ordinare a nome di Dio; attenzione: qualsiasi ordine, da chiunque venga, ha valore solo se non contrasta con la Legge di Dio e quella della Chiesa e con le leggi giuste dello Stato.

5. Udii le voci di molti angeli… il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia (11). Gli Angeli e i Santi stanno a disposizione di Dio per essere inviati al servizio di quelli che devono essere salvati. D’altra parte essi vogliono che sia realizzata la massima gloria di Dio e quindi svolgono volentieri le missioni, che Dio affida loro per aiutare quelli che un giorno condivideranno la loro sorte felice in Paradiso. Dio, quando vuole e per i Suoi fini imperscrutabili, può anche servirsi del diavolo per la salvezza degli uomini, cosa odiata da lui  (mons. Francesco Spaduzzi)

Condividi quest'articolo

Altri articoli di Politica


Contattaci

  • Telefono: 347/ 5355964

  • Email: solofraoggi@libero.it

  • Email: ilcomprensorio@libero.it

Seguici