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FedAgriPesca Campania “al centro il modello cooperativo”.

Promuovere la produzione di carne di qualità lungo la dorsale appenninica, a partire dal Sannio, e sostenere le opportunità di investimento che ne derivano, anche all’estero. In questa direzione va il progetto, in risposta al quinto bando filiere del Ministero dell’Agricoltura, “Patto NATURA per la produzione di carne di qualità – Naturalità”, che vede come capofila la cooperativa agricola Terramadre, nella rete della Confcooperative FedAgriPesca Campania.

Il progetto coinvolge Iccrea Banca e BCC, istituti di credito cooperativo, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con i dipartimenti di Ingegneria Elettrica e di Biologia, per sviluppare strumenti innovativi in materia di tracciabilità digitale, sostenibilità ambientale e miglioramento genetico e alimentare, nonché diversi colossi della trasformazione e della distribuzione.
Questo progetto prende piede e si eleva sul modello cooperativo, esaltando la filiera e coinvolgendo ben quaranta aziende agricole che hanno presentato un programma di miglioramento aziendale. Un ruolo centrale sarà svolto dalle aree interne dell’Appennino molisano, campano, dauno e lucano,  territori autentici, ricchi di biodiversità e di una tradizione secolare di allevamento tradizionale ed estensivo” spiega Nicola De Leonardis, presidente della Confcooperative FedAgriPesca Campania.
Il contributo pubblico è di 25 milioni e mezzo di euro, mentre l' investimento complessivo è di quasi 36 milioni di euro, tutti al sostegno di una filiera vitale per le aree interne e della strutturazione della rete tra allevatori, trasformatori, distributori e centri di ricerca, rafforzando la competitività della carne sui mercati nazionali ed internazionali.
Un valore non secondario è che nei territori coinvolti l’allevamento non è solo produzione, ma presidio ambientale e sociale, capace di contrastare l’abbandono rurale e di generare nuove opportunità economiche e occupazionali. Il progetto, che nasce nella nostra rete, coniuga tutela del made in Italy agroalimentare, tradizione, tutela ambientale e innovazione e può costituire un traino per lo sviluppo delle aree interne” conclude De Leonardis.
 
 


Marina Bisogno 

 

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