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Tempo Ordinario: Domenica X dell’Anno B (2023-24)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Ordinario: Domenica X dell’Anno B (2023-24)

Introduzione. Genesi ci racconta il peccato dei progenitori e la punizione dell’uomo e del diavolo. Il Vangelo e Paolo ci indicano il compimento della volontà di Dio per essere salvati.

I – Genesi 3,9-15 1.  (a) Fu disastroso il risultato della mancanza di fede e di amore a Dio  da parte dei nostri progenitori: restarono nudi, perché persero tutto quello che Dio aveva dato di più rispetto alla semplice natura umana, e anche questa si trovò indebolita. Il Signore Dio cercò e chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?» (9), perché non abbandona mai le sue creature; Adamo Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto» (10). Domandò Dio: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?» (11). Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato» (12) accusando in modo velato Dio. Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?» (13) ed essa addossò la responsabilità al diavolo (13). I responsabili furono i progenitori, ma, invece di ricorrere a Dio per chiedere perdono e aiuto, si chiusero in se stessi. Anche dopo il  peccato, Dio ci ama ancora, anche se con sofferenza, e vuole perdonarci al più presto, anzi subito: perciò viene alla nostra ricerca come fa il buon pastore alla ricerca della pecora perduta. (b) Allora il Signore Dio si rivolse al serpente, gli mandò un'imprecazione e un castigo (14)che rese manifesta la sua bassezza e abiezione: sarà sconfitto e umiliato da un uomo e una donna, che sfuggiranno totalmente al suo potere e che gli sottrarranno il dominio, che ingiustamente si era creato sulle creature di Dio: Io porrò inimicizia fra te e la donna, / fra la tua stirpe e la sua stirpe:/ questa ti schiaccerà la testa/ e tu le insidierai il calcagno (15). Si tratta di Gesù e Maria, che sono senza peccato originale e personale e, come Redentore e Corredentrice, salveranno gli uomini dalla schiavitù di Satana e li trasferiranno nel Regno di Dio. Crediamo, adoriamo, ringraziamo e ammiriamo la salvezza offerta da Dio, che ha reso più bello l'uomo e gli dà una dignità più alta.

II - Marco 3,20-35. 1. Gesù Entrò in una casa (di Pietro?) con gli Apostoli a Cafarnao e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare (20). Allora i suoi parenti, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé» (21) o addirittura che era pazzo; peggio: Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, addirittura dicevano: Costui è posseduto da Beelzebul (22) o da uno spirito impuro (30) e quindi scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni (22)con l’aiuto di Satana. L’accusa, gravissima e infamante per screditare Gesù, rivelava la cattiveria e l’odio viscerale e la prevenzione, che avevano contro di Lui. Gesù con parabole mostra anzitutto la stupidità, irrazionalità e infondatezza dell’accusa: Come può Satana scacciare Satana? (23) e usa 2 paragoni: (a) non possono sussistere un regno (24) o una casa (25) divisi in se stessi (24-25) e sono destinati a scomparire. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito (26); Gesù quindi non scaccia i demoni con collaborazione di Satana; (b) un uomo forte, per saccheggiargli la casa, bisogna ridurlo all’impotenza (27); ora Gesù si mostra il più forte, predetto da Giovanni Battista (1,7), che ha il potere di spodestare Satana e instaurare il Regno di Dio: i suoi miracoli sono segni per aiutare gli Ebrei a capire che Egli viene da Dio e che bisogna accettare il suo insegnamento e riconoscere la sua opera di salvezza. Ma i capi ebrei rifiutano la verità evidente e perciò fanno un peccato gravissimo, che non sarà perdonato in eterno: bestemmiano contro lo Spirito Santo e quindi sono rei di colpa eterna (29); mentre Gesù dichiara perdonabili tutti gli altri peccati: In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno (28). Noi riconosciamo Gesù vero Dio e vero uomo e nostro Salvatore, mandato da Dio; riconosciamo che Gesù fa i miracoli perché è Dio e che in tutta la sua vita egli si è fatto guidare dallo Spirito Santo. Riconosciamo la sua sapienza infinita (altro che fuori di sé!) e anche l’amore verso i nemici, che cerca di illuminare e convertire.

2. Potremmo ipotizzare: (a) alcuni parenti di Gesù nutrono riserve su Gesù e si propongono di riportarlo a Nazaret per la sua incolumità e per l’onore della famiglia (21; cfr. Gv 7,5); (b) altri credono in Gesù, come sua Madre e la sorella di sua Madre (Gv 19,27) e tra questi forse 2 apostoli (Giacomo il Minore e Simone). Sua madre e i suoi fratelli, non potendo entrare nella casa perché Attorno a lui era seduta una folla (32), stando fuori, mandarono a chiamarlo (31);  i presenti avvertirono Gesù: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano» (32). Egli chiese: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?» (33) e rispose: Ecco mia madre e i miei fratelli! e girò lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui (34), in ascolto della sua Parola e impegnati a fare la volontà di Dio: costui per me è fratello, sorella e madre (35). Certo Gesù non intende disprezzare la sua parentela né i vincoli naturali, ma solo affermare che è più importante la parentela spirituale, che viene dal fare la volontà di Dio e che lo legavano alla Madre e ai suoi parenti. Anche noi vogliamo essere parenti strettissimi di Gesù, sua madre e fratelli e sorelle, e perciò ci impegniamo a rispettare la volontà di Dio, che ci fa osservare i suoi comandamenti, doveri, ispirazioni. Chiediamone la grazia.

III - 2Corinzi 4,13-5,1 – (a) Gesù insegna la verità e la volontà di Dio. L'uomo rifiuta la fede e provoca la sua morte. Paolo ricorda che il Padre ha risuscitato il Signore Gesù (14) e noi siamo Animati… da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato; quindi anche noi crediamo (13). Così noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne (18); con la preghiera e col battesimo e gli altri sacramenti approfondiamo la nostra comunione con Lui. Impegniamoci a crescere nella fede e nell'amore a Dio e al prossimo. (b) Paolo continua: perciò parliamo (13), cioè predica e dedica tempo ed energie ai Corinzi: Tutto infatti è per voi (15); in effetti, se la grazia si estende a un maggior numero di persone, potrà abbondare l’inno di ringraziamento, per la lode e la gloria di Dio (15). Per le molte sofferenze della vita, dice Paolo: non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore, il nostro corpo, si va disfacendo, quello interiore, la vita interiore, invece si rinnova di giorno in giorno (16); egli ha fede che il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria (17; cfr. Rm 8,18); e precisa: Sappiamo infattiche, quando con la morte sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, al giudizio particolare riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli (1); al giudizio universale il Padre, che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi (14), i salvati. Paolo presenta le tappe della vita cristiana: ascolto della Parola, fede, distacco dai beni terreni e ricerca degli eterni, impegno apostolico, coraggio e pazienza nelle sofferenze, pensando al premio; morte e giudizio e, infine, il paradiso e alla fine del mondo la resurrezione universale. Meditiamo familiarizziamoci con queste verità, per reggere nelle difficoltà.

EUCARISTIA. Siamo ignoranti e peccatori. Nell’Eucaristia incontriamo Gesù come sapienza infinita nella sua Parola e come vittima per i nostri peccati e nutrimento per vincere le insidie del diavolo. Chiediamo al Cuore Immacolato di Maria e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni di ottenerci un rapporto con Gesù come lo ebbero loro. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Si sa che i parenti di Gesù erano divisi sul giudizio da dare su di Lui e la sua missione. Certamente Maria non era tra quelli che lo giudicavano negativamente. Né viene “diminuita” dalle parole di Gesù circa l’importanza della parentela spirituale con Lui, che viene dal compimento della volontà di Dio. Chi più e meglio di Maria ha fatto la volontà del Padre?

2. E’ un offesa orribile, che viene fatta a Gesù, l’accusa di avere Satana come collaboratore quando scaccia i diavoli. Il ragionamento che fa Gesù per smantellare l’accusa è di una semplicità straordinaria e la distruggere alla radice. Una vera disgrazia per i nemici di Gesù non capire che l’odio, che hanno per Gesù, li annebbia al punto di far commettere loro errori allucinanti.

3. Come è bello pensare che ogni volta che facciamo la volontà di Dio, rinsaldiamo la nostra parentela con Gesù: non solo siamo fratelli e sorelle di Gesù, ma addirittura madri di Gesù, comunque parenti strettissimi suoi. Si tratta di praticare i precetti dell’amore verso Dio e il prossimo non con le nostre forze, ma con l’aiuto della sua grazia, che Gesù con Maria ci ha meritata.

4. Il peccato dei progenitori è mancanza di fede, speranza e carità verso Dio e il prossimo; è spaventosa ingratitudine verso Dio, che li arricchiti di tanti doni; è un danno terribile che fecero a se stessi e al prossimo; misero a repentaglio la salvezza eterna loro e dei loro discendenti. Ogni nostro peccato è esattamente la stessa cosa e fa a noi e agli altri lo stesso danno.

5. La fede è l’inizio del cammino verso la salvezza. Secondo le parole di Gesù esiste una fede piccola, che sposta le montagne, una fede ancora più piccola, che non riesce neanche a mettere in movimento la persona verso Cristo, e una fede grande, che accetta tutto da Dio, come avviene di Maria e Giuseppe. Questa fede dobbiamo chiedere come grazia.(mons. Francesco Spaduzzi)

 

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