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Solofra. Depurazione verità: tutto ciò che è giusto sapere…

A Solofra, ce ne è voluto di tempo affinché certe verità anche banali venissero accettate ad ogni livello.

Che l’impianto di via Carpisano fosse “regionale” era più che ovvio, ma per troppo tempo i politici locali hanno “giocato” sulla proprietà dell’impianto, promettendolo in gestione ai conciatori unitamente alla costruzione di un nuovo - ed autonomo - impianto biologico. Risultato: l’impianto è sempre lo stesso ed è sempre gestito - sine die - dalla COGEI SRL per conto Regione Campania. È di proprietà della Regione Campania anche la rete fognaria industriale. Il Comune di Solofra, è proprietario solo della fognatura e delle infrastrutture civili che saranno trasferite “a gratis” all’EIC. Il Co.Di.So. spa, invece, non è proprietario di niente, fa solo la manutenzione della fogna civile e “forse” di quella industriale: ...dipende!

Il Comune fa pressing sulla Regione per un nuovo impianto biologico per “staccarsi” da S. Severino.  

‘On Vicienzo, ammicca: da anni promette che farà fare il progetto dai tecnici della Regione, ma, finora, a Solofra, ha solo mutilato l’ospedale Landolfi e inaugurato la farmacia di S. Agata!

Nella programmazione regionale degli interventi sui depuratori per il triennio 2016/2019, per Solofra, non c’è traccia alcuna di biologico (Delibera GRC n° 340/2016 BURC n° 46/2016: sono previsti solo riparazioni e “cazzatelle” varie per 2.366.250.00 euro tra l’altro non più disponibili). …D’altronde, a valle dell’attuale depuratore (tra autostrada, ponte e case), non c’è nemmeno uno spazio fisico per realizzarlo!

Forse, però, non tutti sanno che l’impianto di via Carpisano, dal 1990, è anche un impianto biologico (la grande vasca all’ingresso e altre attrezzature!), ma le tecnologie impiegate allora non consentono - oggi - di raggiungere i parametri per lo scarico diretto in corpi idrici superficiali (tabella “A”).  Così le acque trattate a tabella “C”, vengono immesse nel collettore di S. Severino per completare il ciclo della depurazione.

Ma quali sono, oggi, i numeri ed i veri problemi della depurazione che creano anche grosse “tensioni ambientali” con le popolazioni a valle, che poi marciano su Solofra imputandole tutti i disastri del mondo?

Nel depuratore di via Carpisano giungono in un anno liquidi da trattare per circa 1.400.000 mc.

Di questi: solo 700.000 mc sono reflui industriali esclusivi (quelli fatturati dalla Cogei, inclusa l’acqua di prima pioggia dei piazzali industriali); gli altri 700.000 mc provengono per 2/3 dalle acque meteoriche urbane, e per 1/3 dalle fogne civili e dai by pass dei contatori-campionatori dei reflui industriali.

Così come è disciplinato l’attuale ciclo di depurazione, in via Carpisano, dovrebbero giungere solo 700.000 mc annui di reflui industriali; invece, per effetto della suddetta commistione delle reti fognarie (piovane, civili e industriali), l’impianto è “costretto” a depurarne 1.400.000 mc, con notevole aggravio di costi!

Lo capisce anche un bambino che depurare 1.400.000 mc costa di più che depurarne 700.000 mila!

D’altronde, senza la detta separazione delle reti fognarie, anche la costruzione di un impianto biologico di ultima generazione, non eliminerebbe gli attuali problemi!

UNA VOLTA FATTO CIÒ, GLI OBBIETTIVI POSSIBILI SONO DUE E CON COSTI DIVERSI.

OBBIETTIVO N°1: depurare in via Carpisano con un biologico di ultima generazione per raggiungere i parametri della c.d. tabella “A” per lo scarico in corpi idrici superficiali.  Se si opta per questa soluzione, ci sarebbe un unico soggetto (il consorzio) responsabile dello scarico finale in acque superficiale (a tabella A), che una volta autorizzato dalla Provincia (ex art. 124 e 125 D. Lgs. 152/06), assume su di sé tutte le implicazioni e le responsabilità anche penali della depurazione. Lo svantaggio è quello dei maggiori costi di depurazione anche biologica per lo scarico in corpo idrico superficiale (a tabella “A”) di 1.400.000 mc.

OBBIETTIVO N°2: efficientare la depurazione esclusivamente industriale nell’impianto via Carpisano e separare (blindare) le reti fognarie, con scarico a tabella “C” nel collettore di S. Severino.

Attualmente gli operatori economici solofrani pagano una tariffa di depurazione “globale” che comprende tutti i costi di depurazione dei volumi trattati in entrambi gli impianti.

Gli operatori dei comuni a valle di Solofra, però, di depurazione, non pagano una mazza! Va da sé, che anche senza biologico, ma con la sola separazione delle reti fognarie, e l’efficientamento dell’impianto di via Carpisano (Es: pulizia costante delle vasche dai fanghi, etc), Solofra è in grado di svolgere brillantemente la depurazione a tabella “C” dei circa 700.000 mc di reflui industriali (e non più di 1.4 milioni di reflui misti!), che, a questo punto, immessi nel collettore di S. Severino costano agli operatori economici solofrani (in base all’attuale tariffa regionale di € 0,40/mc per collettamento e depurazione) appena 280 mila euro l’anno: pertanto, staccarsi dall’impianto di S. Severino non conviene affatto! 

SULLA BASE DEI DATI ESPOSTI, chiedo al lettore di calarsi nel compito dell’amministratore diligente e di assumersi la responsabilità di rispondere secondo coscienza alla domanda che segue: “Se fossi il Sindaco di Solofra, i soldi alla Regione Campania li chiederesti per realizzare l’obbiettivo n° 1), o l’obbiettivo n°2)?

mariomartucci

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