Caro direttore, hanno provocato un putiferio le vignette di Charlie Hebdo che ironizzano sulle vittime del terremoto avvenuto in Italia il 24 agosto scorso (come si sa un vignettista francese ha associato alcuni tipi di vittime del sisma ad alcuni tipi di pasta). L’opinione pubblica democratica italiana (che può essere esemplificata da un’intervista del vignettista Sergio Staino al Tg1 del 2 settembre scorso) ha, grosso modo, il seguente punto di vista: le vignette di Charlie Hebdo (anche quelle sull’Islam) non ci piacciono ma, in nome della libertà di espressione, non si può chiedere che siano vietate. Allora mi chiedo: non si è sempre detto che la propria libertà finisce nel momento in cui si intacca la libertà altrui? Se spesso le vignette di Charlie Hebdo offendono (la religione di un popolo, le vittime di un terremoto, ecc. ecc.) non sarebbe giusto sanzionare chi le pubblica? L’ambasciatore francese a Roma ha dichiarato che la Francia non si riconosce nelle vignette sul terremoto italiano pubblicate da Charlie Hebdo. Secondo me questa dichiarazione non basta. L’ambasciatore francese avrebbe dovuto dire che in futuro lo Stato francese dovrebbe fare di tutto per impedire che vengano pubblicate vignette satiriche che offendono in modo così grossolano.

Cordiali saluti

Franco Pelella