Logo

Tempo Pasquale: Domenica V dell'Anno C (2024-25)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Pasquale: Domenica V dell'Anno C (2024-25)

Introduzione. Giovanni ci parla della gloria di Gesù e del Padre per la vita e l’attività apostolica di Gesùgli Atti dell’attività degli Apostoli come missionari itineranti e organizzatori dei presbiteri per il servizio dei fedeli; l’Apocalisse della contemplazione facciale di Dio da parte di tutti i popoli.

I - Giovanni 13,31-33a.34-35 – 1. (a) Gesù preannunzia con molta tristezza il tradimento di un Apostolo, fatto oltraggioso per Lui e molto rovinoso per Giuda, che subito esce dal Cenacolo (31), per preparare l'arresto del Maestro. Gesù si rasserena ed esprime gioia; Egli parla della Sua glorificazione come già avvenuta: Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato (31), e intende riferirsi al mistero redentivo della Sua Passione e Morte ormai imminenti, anzi già incominciate con la partenza di Giuda. Questa è la Sua “ora”, cui Egli fa varie volte riferimento (Gv 2,4; 13,1; ecc.); Egli parla della Passione come vittoria e della Sua croce come un trono e usa la parola elevazione per riferirsi a essa (6 volte; cfr. Gv 7,30; 8,20… ). (b) Gesù dice ancora: Dio Padre è stato glorificato in lui (31). La Passione, vissuta da Gesù nell’ubbidienza al Padre con amore e pazienza, è il mezzo, con cui Egli glorifica il Padre, perché ripara le offese fatte a Lui, Gli restituisce l’onore e salva l'umanità. Di conseguenza, Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito (32), cioè il Padre, glorificato nell’opera del Figlio, darà al Figlio quella gloria che Questi aveva presso il Padre da tutta l'eternità (Gv 17,4-5); in effetti sulla terra, la Sua umanità nasconde la Sua divinità, ma nel Cristo risorto appare tutta la Sua gloria divina anche nella Sua natura umana, gloria che Gli tocca come Persona divina. Gesù considera la Passione e Morte, che gli darà tanti dolori fisici e morali, come la Sua glorificazione; certamente soffre, ma fissa l’attenzione alla gloria, che Egli darà al Padre, e alla salvezza, che meriterà per gli uomini, e all’esaltazione, che Gli verrà dalla sua sofferenza. Anche noi dobbiamo considerare così con fede le croci, che dobbiamo portare mentre stiamo in questo mondo. Chiediamo questa fede come grande grazia: sopportare con pazienza e amore le sofferenze piccole o grandi, fisiche o morali per la gloria del Padre e di Gesù e la salvezza del prossimo e nostra.

 2. (a) Gesù avverte con tenerezza i discepoli: Figlioli (l’usa solo qui; Giovanni spesso nella 1.a lettera; si usava per i figli generati), ancora per poco sono con voi (33). Gli costa separarsi da loro. Due grandi eventi entro 24 ore: Gesù fra 3 ore circa sarà arrestato e fra 24 sarà già morto e sepolto. Ma Gesù si dà pensiero dei Suoi figli, che lascia dietro di Sé, e annunzia loro: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri (34). Il comandamento è nuovo ed è Suo: è nuovo perché nell'AT la misura dell'amore al prossimo è espressa nella forma negativa: “non fare gli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”, o positiva: “fa agli altri come vuoi che gli altri facciano a te”; esso prende come misura l'amore che ognuno deve avere per se stesso ed è il minimo per la convivenza sociale; ma Gesù dà come misura dell'amore al prossimo quello, che Egli ha per i discepoli: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici (Gv 15,12), e lo estende ai nemici e a quelli che ci fanno del male (Mt 5,43-47); anche noi dobbiamo essere disposti a dare la vita per i fratelli (1Gv 3,16). Inoltre questo amore, che Gesù ha per noi, è l'immagine, il riflesso e la continuazione dell'amore, che il Padre ha per Gesù Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi (Gv 15,9), e ci fa pensare all’invito a essere perfetti e misericordiosi come il Padre nostro che è nei cieli (cfr. Mt 5,48; Lc 6,36). Così si riproduce fra i discepoli l'unione che c'è tra Gesù e il Padre e che Egli chiede e ottiene dal Padre per i suoi discepoli (Gv 17,21). Gesù conclude: Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri (35). In effetti i primi cristiani sorprendevano per il loro amore reciproco. Siamo veramente immersi in un mondo sovrumano! E’ ben al di là delle nostre forze e perciò solo lo Spirito Santo può versare questo amore nei nostri cuori (Rm 5,5) e renderci capaci di amare così; solo Gesù, comunicandoci la Sua vita divina, ci dà anche la Sua capacità di amare.

II - Atti degli Apostoli 14,21b-27 (a) Ad Antiochia lo Spirito scelse Barnaba e Paolo per la missione (At 13,1) e i responsabili imposero le mani su di loro. Partirono come missionari itineranti (26; cfr. 13,1) per Cipro e poi per l'attuale Turchia e con la predicazione e i miracoli convertirono molti e subirono persecuzioni; rivisitarono le comunità (21), confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni» (22), per essere salvati. Per volontà dello Spirito Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore (23), cioè imposero loro le pani per essere guide a servizio dei credenti, per conservare in loro la fede e farla crescere. Imponendo le mani si trasmette una missione nella Chiesa, indicata come affidamento al Signore (23), alla grazia di Dio (26), nel quale avevano creduto (23). Le due attività sono volute dallo Spirito Santo per il bene della comunità. (b) I due Apostoli attraversarono la Pisidia e la Panfilia (24), Perge e Attalia, (25) e si imbarcarono per Antiochia (26). Qui Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede (27). Questo legame con la comunità madre, che aveva mandato i missionari, era molto sentito: i racconti dei missionari al ritorno confermavano nella fede e nella carità la comunità di origine.

III - Apocalisse 21,1-5a - Giovanni riferisce: E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più (1). Aveva preannunziato le nozze dell'Agnello con la sua Sposa; ora le vede realizzarsi: E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo (2) la sposa è la Città Santa. Udii allora una voce potente (dello Spirito?), che veniva dal trono unico, in cui siedono Dio e l'Agnello, e diceva: Ecco la sposa, la tenda di Dio, dove Dio abita con gli uomini!/ Egli abiterà con loro/ ed essi saranno suoi popoli, oltre il Popolo Ebreo/ ed egli sarà il Dio sempre con loro, il loro Dio (3), l’Emmanuele di Isaia (7,14) e di Matteo (1,25; 28,20). La presenza di Dio è sorgente di ogni bene e di ogni felicità e il mondo della sofferenza di prima non esisterà più: Dio stesso asciugherà ogni lacrima dai loro occhi/ e non vi sarà più la morte/ né lutto né lamento né affanno,/ perché le cose di prima sono passate (4). Anzi Dio stesso, Colui che sedeva sul trono, disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (5), secondo la profezia di Isaia (65,17; 66,22). Gesù è lo sposo e la Chiesa è la sposa; si amano fra di loro e sono amati dal Padre; Cristo ha conquistato la sua Sposa con la sua Passione e Morte e la santifica; essa è costituita dai credenti, che sono le membra del Corpo Mistico di Cristo e tutti gli uomini sono chiamati a essere tali. La nostra condizione finale sarà la felicità perfetta, che noi però già da ora pregustiamo, grazie alla presenza dello Sposo, in tanti modi: è il Buon Pastore, è la mamma e papà per i suoi figli; è Dio con noi già sulla terra.

EUCARESTIA. E’ il massimo segno della presenza di Gesù, in cui abbiamo il suo sacrificio al Padre per espiare i nostri peccati e comunicarci la salvezza. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni perché ci ottengano di valorizzare i vari segni della presenza di Gesù per la salvezza nostra e dei fratelli. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Dio è stato glorificato in Lui (nel Figlio dell’uomo) (31). Ogni creatura di Dio deve darGli gloria, cioè deve conoscerLo, amarLo e servirLo e farLo anche conoscere e amare e servire secondo la propria natura, secondo le capacità razionali o irrazionali che Dio gli dà. Gli esseri viventi razionali (Angeli e Uomini) devono usare la  ragione, gli esseri irrazionali l’istinto.

2. Anche Dio lo glorificherà da parte sua (33). Se l’uomo glorifica Dio, Dio glorifica l’uomo  e gli dà Se stesso come Verità totale e Bene sommo e quindi come sorgente di felicità perfetta e stabile. Questo Dio vuole essere per tutti gli uomini nell’eternità e, per realizzare questo, ha mandato Suo Figlio nel mondo per operare la redenzione.

3. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri …(35). Anche sul piano naturale, e tanto più su quello soprannaturale, chi riceve amore si affeziona a chi glielo dà e chi dà amore provoca necessariamente la risposta d’amore in chi lo riceve. E notare persone che si amano suscita sempre ammirazione e desiderio di entrare in quel giro di amore…

4. Designarono… in ogni Chiesa alcuni anziani (23). E’ il compito dei parroci e dei loro collaboratori, fondamentale per conservare la fede e alimentarla e per aiutare la vita cristiana con la predicazione e l’amministrazione dei sacramenti. Sia l’attività dei missionari itineranti sia quella degli Anziani viene dallo Spirito Santo ed è da Lui voluta.

5. Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco io faccio nuove tutte le cose” (5). Dio vuole che il mondo vecchio, in cui è presente il peccato con la morte e che vive sotto l’influsso di Satana, nonostante è stato creato e beneficato da Dio, torni a essere quale Lui l’aveva pensato. Deve diventare “nuovo”, a immagine di Cristo e mettendosi sotto il Suo influsso. (mons. Francesco Spaduzzi)

Condividi quest'articolo

Altri articoli di Cultura


"Cultural Heritage in the 21st Century".

 In occasione della conferenza UNESCO sul Cultural Heritage in the 21st Century, che si tiene a Napoli dal quattro al sei giugno 2025, la Corte d’Appello e la Procura Generale ospitano presso i locali della Presidenza e della Pr[...]

“Racconti per ricominciare”.

Ultima settimana di programmazione per la sesta edizione del festival “Racconti per ricominciare” che proporrà ancora i suoi spettacoli al tramonto fino all’8 giugno in alcune straordinarie location monumentali del[...]

Solofra. “Guardami Società”

Si notano ulteriori tracce teatrali nella città conciaria grazie al Centro Teatrale Sperimentale (voluto dal Comune di Solofra) che avvicina all’arte recitativa nuovi elementi grazie alla guida del direttore artistico, nonch&e[...]

Contattaci

  • Telefono: 347/ 5355964

  • Email: solofraoggi@libero.it

  • Email: ilcomprensorio@libero.it

Seguici