Tempo Ordinario: Domenica XXIII dell'anno A (2022-23)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica XXIII dell'anno A (2022-23)
Introduzione. Dio ricorda a Ezechiele che la sua missione di profeta lo rende responsabile della salvezza degli altri; Gesù ci ricorda lo stesso e ci indica come correggere il prossimo: preghiera, buon esempio, ammonizione; Paolo richiama l’amore verso il prossimo.
I - Ezechiele 33,1.7- 9 - Dio spiega a Ezechiele la missione affidatagli (1): O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele (7). Compito della sentinella è stare ben sveglio, controllare il proprio territorio e avvertire di eventuali pericoli; così il profeta ascolta Dio e trasmette con fedeltà e prontezza la Sua Parola agli Israeliti (7). Dio può decidere: “Malvagio, tu morirai” (8), se non smette di peccare; il profeta deve comunicarglielo e, se non lo fa, il malvagio, morirà per la sua iniquità (8), ma Dio punirà il profeta perché non l'ha avvertito (8). Se invece il profeta avverte il malvagio della sua condotta perché si converta (9) ed egli non ne tiene conto (9), il peccatore morirà per i suoi peccati, ma il profeta non ne riceverà danno (9). I Pastori del Popolo di Dio, i genitori, i parenti, gli amici e i governanti nei vari gradi, devono avvertire i fedeli, i figli, i parenti, gli amici e i sudditi, dei comportamenti scorretti e correggerli; altrimenti Dio chiederà loro conto per i castighi, che i cattivi subiranno in vita e in morte. La correzione, per essere efficace, va fatta con garbo, a tempo debito, ecc., e per l'amore, che Dio ha per quella persona, per le sofferenze che Gesù ha affrontate per salvarla, per dare gioia al Cielo per ogni peccatore che si converte (Lc 15,7.10); essa va sostenuta anche da preghiera e sacrifici: li ha raccomandati la Vergine SS. a Lourdes e a Fatima. Ricordiamo anche, per la conversione dei peccatori, l’efficacia della coroncina della Misericordia di S. Faustina Kowalska, di quella delle Cinque Piaghe della SdD suor Maria Marta Chambon e dell’invocazione: Gesù, Maria, vi amo, salvate anime.
II - Matteo 18,15-20 – (a) Gesù istruisce come vivere la vita di comunità da buoni discepoli, giacché sono figli di Dio Padre, fratelli di Cristo, amici e dimora dello Spirito, e sono fratelli fra di loro. Essi sono stati creati a immagine di Dio (Gn 1,26), che fu rovinata dal peccato dei progenitori ed è stata restaurata per mezzo di Gesù e secondo la sua immagine (Rm 8,29); perciò devono assomigliare a Gesù e crescere in questa rassomiglianza: lo Spirito Santo opera in loro per realizzare questo. I sentimenti e le virtù, che devono regolare i nostri rapporti col prossimo, sono amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (cfr. Gal 5,22), accoglienza, e anche preghiera insieme e reciproca. Dobbiamo arrivare ad amare anche i nostri nemici (Mt 5,44; Lc 6,35). (b) Ma un nostro fratello può mancare contro di noi - e noi contro di lui. In tal caso occorre avvicinarlo e spiegarci per ricomporre il rapporto e rimarginare la ferita (15). Se il tentativo fallisse, conviene coinvolgere un’altra persona o due, perché possano aiutare a risolvere il problema sorto fra l’offeso e l’offensore (16); se neanche questo tentativo riesce, allora Gesù esorta a rivolgersi alla comunità (17) o, meglio, ai suoi responsabili, i quali giudicheranno secondo la Parola di Dio e le leggi della Chiesa. Se anche questo tentativo andasse a vuoto e il fratello non volesse correggersi, allora conviene raffreddare i rapporti col fratello, fino a tenerlo anche a distanza, a seconda della gravità della situazione e del pericolo che il fratello costituisce per la vita cristiana della comunità o del singolo fedele. Sempre è necessario continuare a pregare per lui, perché si apra alla grazia di Dio. Tutto deve avvenire sempre senza rancore od odio e animati dalla carità e per ristabilire la giustizia. (b) Gli Apostoli hanno il potere di giudicare e di dichiarare lecito o illecito, giusto o ingiusto, quello che fanno i membri della comunità e quindi di tenere nella comunità o mettere fuori chi non si comporta secondo la Parola di Dio (18 In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo): Gesù estende agli Apostoli il potere che ha promesso a Pietro da solo: quello che tutti gli Apostoli possono fare insieme con Pietro, Pietro può farlo da solo nella guida dei fedeli. Rinnoviamo la nostra fede nella missione di Pietro e del Papa, suo successore, e degli Apostoli e dei vescovi, loro successori, impegnandoci a seguirne con docilità le indicazioni.
2. Gesù avverte i discepoli con giuramento: In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà (19). Questi 2 o più sono fratelli fra di loro perché figli di Dio Padre, che ha il potere di concedere le grazie; sono fratelli di Cristo e membra del suo Corpo - per i Suoi meriti le grazie si chiedono e si ottengono dal Padre, e da Gesù stesso (Gv 16,24-26); e sono animati dallo Spirito, che prega in loro con l'invocazione Abba! Padre! (Gal 4,6; Rm 8,15) e che aiuta a pregare bene e a chiedere secondo la volontà di Dio (Rm 8,26): perciò il Padre li guarda con amore speciale. Curiamo di stare in grazia di Dio sempre e specie quando preghiamo, e facciamo nostre anche le invocazioni del Padrenostro, insegnatoci da Gesù, le suppliche dei personaggi della Bibbia e le varie preghiere in essa disperse e quelle che suggerisce la Chiesa, o che usavano i Santi, ecc. (b) Gesù sottolinea: Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro (20) come altro motivo, per cui la preghiera viene certamente esaudita: essi si ritrovano insieme per lui, perché convocati da lui nella Messa o nella preghiera in genere; lui è presente e fa sua quella preghiera; essa arriva al cuore del Padre attraverso le labbra e il cuore di Cristo. Pensiamo a Maria e Giuseppe in preghiera insieme con Gesù presente fisicamente o che lo rendevano spiritualmente presente quando era altrove: essi si avvalevano, oltre che della loro santità personale, anche della presenza di Gesù per ottenere tutte le grazie, di cui abbisognavano per sé e per gli altri. Pensiamo a Maria, che con la sua preghiera “onnipotente” anticipa l'ora della manifestazione di Gesù ai discepoli in occasione delle nozze di Cana (Gv 2,1-12). Gesù è in noi per la fede e la carità, quando stiamo in grazia di Dio, ed è in ogni caso in mezzo a noi quando siamo riuniti nel suo nome: rinnoviamo spesso la nostra fede nella promessa di Gesù e nell’efficacia della preghiera. Valorizziamo la preghiera comunitaria..
III - Romani 13,8-10 – (a) S. Paolo raccomanda di evitare ogni forma di debiti con qualsiasi persona e in qualsiasi materia (8); l'unico consentito è l'amore reciproco con tutti (8); è debito stabilito per Legge da Dio stesso: Amerai il tuo prossimo come te stesso (9; cfr Lv 19,18), ripetuto anche da Gesù (Mt 22,29; Mc 12,31; Lc 10,27). In effetti chi ama il prossimo adempie la Legge (8); anche perché in esso si raccolgono i 7 comandamenti dei nostri doveri verso il prossimo (9); infine pienezza della Legge infatti è la carità (10); per la carità noi dobbiamo amare Dio e l'immagine di Dio che è il prossimo, Dio per se stesso e il prossimo per amor di Dio, Dio in se stesso e Dio nel prossimo. Gesù ci rende agevole l’amore al prossimo, perché ci precisa che Egli è nel bisognoso (Mt 25,31-46); ora, ognuno di noi ha bisogno del prossimo in tante cose materiali, ma soprattutto della stima e dall’amore del prossimo. (b) La carità anzitutto non fa alcun male al prossimo (10), ma vuole anche positivamente di fargli del bene, proprio come non basta non odiare, ma bisogna amare. Esaminiamoci sui comandamenti dal 4° al 10° e notiamo che cosa dobbiamo da correggere, per amore di Dio, la cui immagine è nel prossimo, e di Cristo, presente nel prossimo bisognoso.
EUCARESTIA. Per amore Gesù si offrì al Padre per la nostra salvezza; per amore continua a farlo nella Santa Messa: è questo il momento migliore per chiedere di crescere nell’amore a Dio e al prossimo. La Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli e i Santi, che ci sono di esempio, intercedano con noi e per noi per ottenerci questa grazia fondamentale. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. La carità verso il prossimo è segno che c’è la carità verso Dio e viceversa (cfr. 1Gv 4,20-21; 5,2): chi ama l’immagine di Dio, cioè l’uomo, non può non amare l’Originale, che è Dio; e chi ama l’Originale, non può non amare l’immagine di Lui.
2. La preghiera comunitaria ha una promessa esplicita di Gesù che sarà esaudita. Vero è che spesso è più facile pregare raccolti e concentrati quando si prega da soli, mentre è fonte di distrazione la preghiera comunitaria. Ma entrambe sono importanti perché siamo individui e anche membri di una comunità e il rapporto con Dio va espresso sia come persona sia come comunità.
3. Gesù ricorda la sua presenza anche nella più piccola comunità; ricordiamo le altre presenze: Eucarestia, Sacramenti, Parola, ministro, fratello bisognoso, il nostro cuore per la fede e la carità. Richiamare spesso la presenza di Dio o di Gesù aiuta molto a vivere una vita raccolta e fedele
4. Quanto è grande la nostra responsabilità verso coloro che in qualsiasi modo ci sono stati affidati nel campo sia naturale sia soprannaturale. Dio ci chiederà conto di come abbiamo agito.
5. Non basta non fare niente di male; occorre positivamente fare anche il bene al prossimo; altrimenti commetteremmo peccati di omissione. Quando ci pare che non abbiamo proprio niente da dare al prossimo, ci resta comunque da dargli stima e amore e i segni dell’amore. Ognuno ha bisogno di riceverli dal nostro prossimo e tutti dobbiamo darglieli. (mons. Francesco Spaduzzi)