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Primavera Meridionale, Musto: "LA smettano di aministrare con le tasche dei cittadini"

Dopo l'inaccettabile aumento della TARI, a Pratola Serra si sono inventati l'acqua calda: tentare di amministrare con i soldi delle multe. La giunta comunale, utilizzando i proventi delle sanzioni a danno dei cittadini pratolani, ha annunciato una serie di interventi pubblici.
 

Al di là dei discutibili dati esternati mediante deliberazione, ancora una volta, bisogna evidenziare una totale miopia da parte dell'amministrazione comunale, dal punto di vista sociale, comunitario, politico. La concezione della maggioranza consiliare risulta, inequivocabilmente, utilitaria ed ideologica. Utilitaria, in quanto considera il cittadino non una risorsa bensì un bancomat; ideologica, perché alcuni consiglieri di maggioranza sono ancora convinti di dover portar avanti una inaccettabile teoria basata su un nichilismo viscerale e corrosivo. 


I nostri amministratori non riescono a promuovere alcuna idea perché non hanno un'idea. La loro azione si è conclusa nello stesso momento in cui hanno abbattuto il nemico di sempre. Non hanno una visione sbagliata, semplicemente non hanno una visione.

E la scelta scellerata di imporre una redistribuzione della ricchezza con metodologie sui generis, non mediante un regime progressivo, egualitario, bensì attraverso un sistema che colpirà pendolari, studenti e famiglie che, già a fatica, cercano di arrivare a fine mese, dimostra quanto lontana da una vera prospettiva politica sia l'azione amministrativa di questa maggioranza.

 

A Pratola Serra, sta avvenendo un processo storico importante, decisivo. È l’eutanasia di un popolo, di una comunità. È in gioco una storia, una intensa rete di relazioni interpersonali, il nostro passato ed il nostro futuro. Quella che stanno intavolando è la solita guerra tra poveri, con i quali soldi - derivanti dalle sanzioni - saranno assunti a tempo determinato altri poveri, in maniera del tutto discrezionale. Vetuste modalità clientelari che, negli anni, hanno costituito la molla per la fuga e le conseguenti ed irrevocabili dimissioni verso una terra che meritava ben altra gestione.

 

La Pratola Serra di oggi non ci piace, ma ci piacerà quella di domani, se sapremo opporci al presente. Dobbiamo manifestare implacabile intransigenza ora, se vogliamo che il domani dica sì, con fatale condiscendenza, alle nostre speranze. Il nostro impegno sarà il preludio alla realizzazione delle speranze di domani.



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