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Provincia di Avellino e Regione Campania puniscono i giovani di Montoro e Solofra.

Con leggerezza e disinvoltura si negano loro i diritti elementari di accesso alla istruzione.

Il  29 dicembre, ultimo scorso, dopo un percorso opaco ed approssimativo, negoziato nelle parallele elezioni del nuovo Consiglio provinciale, viene approvato un strumento di dimensionamento  delle scuole della Provincia. In adempimento alla norma nazionale che vuole la riorganizzazione delle scuole, nei territori locali, del diritto all'istruzione, secondo criteri di economia e sostenibilità finanziaria, il nostro comprensorio, secondo il piano provinciale  non avrebbe diritto alle scuole superiori. Un assurdo amministrativo senza precedente. Eppure la norma Nazionale indica il dimensionamento nel riferimento territoriale prima che algebrico. 
Invece, l'occasione è stata  buona, per i nostri Enti di riferimento, per predisporre un piano  di spoglio, di Solofra e Montoro,  per gli interessi della città capoluogo. Un disegno che vuole che  i giovani, del comprensorio di Montoro e Solofra, tornino alla scuola degli anni settanta, quando i ragazzi migravano come lavoratori stagionali verso i centri di Avellino e Salerno per l'istruzione. Peraltro, nel momento in cui sono fermi i trasporti ferroviari e ridotta la viabilità autostradale per Avellino, con pregiudizio anche per la loro salute. 
Un capolavoro tecnico!  
Un'idea di organizzazione dei servizi secondo una logica di spoglio e subordinazione, senza alcuna attenzione ai giovani e alle famiglie di Montoro e Solofra che rappresentano una popolazione di ben 32mila persone.    Con leggerezza e disinvoltura si negano loro  i diritti elementari di accesso alla istruzione. L'unica scuola superiore del territorio L'ISISS G. RONCA, dopo 40 anni di vita viene smembrato per essere accorpato a due scuole  di Avellino, come due succursali destinate ad una inesorabile estinzione. Nonostante investimenti di milioni di euro, per laboratori,  nuove attrezzature alla sede di Montoro, due anni di cantieri, si decreta, con sottile artificio, la scomparsa di una scuola, nel silenzio di tutti. Una scuola che in tanti anni è stata di supporto essenziali per tanti giovani diversamente abili e poco fortunati del territorio. 
Eppure non sfugge, alle considerazioni più banali, che il normale rapporto delle generazioni di questo territorio, con il futuro e le opportunità per i giovani, risiede nella formazione e nel legame con la vicinissima Università di Salerno. Quali sono invece le iniziative? Allontanare le scuole dal territorio ed, evidentemente,  i ragazzi dalla loro università. La follia allo stato  puro. Il dolore ci accompagna in queste settimane perché questa vicenda si sta consumando, ormai da alcuni mesi, nella complicità tra addetti incompetenti e sottili interessi. 
Negli ultimi giorni, devo dire, finalmente,  il Consiglio Comunale di Montoro, stimolato dalle forze di  opposizione, ha adottato, all'unanimità, una Delibera di salvaguardia delle proprie  scuole. Speriamo che tutte le iniziative utili siano intraprese, il tempo utile per le tutele amministrative si esaurisce il 15 marzo, la delibera regionale che ha decretato la fine delle scuole Superiori per Montoro e Solofra é del 15 gennaio. Speriamo siano intraprese tutte le iniziative politiche ed amministrative necessarie. Lo speriamo per i giovani di Montoro e  Solofra, per le loro famiglie, perché chi ha assunto l'impegno morale di rappresentarli abbia la determinazione migliore perché i il loro diritto al futuro, attraverso l'istruzione, non sia negato. Il comprensorio Alto Irno non può più accettare una logica di vassallaggio, per essere considerato solo territorio di consumi e speculazioni di soggetti esterni, in questo comprensorio possono risiedere le iniziative migliori per  una prospettiva di futuro, attraverso la riqualificazione industriale  e la formazione avanzata, a partire dalla capacità di promuovere le opportunità di formazione meglio finalizzate, in una idea di territorio moderno, solidale e democratico. 
Montoro, di recente, grazie alla fusione amministrativa, ha avuto riconosciuto il titolo di città, ha il dovere di onorarlo, per sé e per il comprensorio di cui fa parte, non può accettare lo spoglio di servizi fondamentali per la sua dignità urbana nel momento in cui ripensa alla sua dimensione territoriale.

 

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