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Solofra. 80° anniversario del 21 settembre 1943

In occasione dell’80° anniversario (uno dei più tristi della storia solofrana) del 21 settembre 1943 (bombardamento degli aerei alleati provenienti da Catania) ricordiamo l’evento grazie alle testimonianze fornite (dal 2013) da personaggi maschili e femminili (Michele Cefalo, detto ‘0 Capurale e sua moglie Argentina; Nicolina D’Urso; Giuseppe Prizio; Michele Lettieri; Giovanni Lettieri, vivente; Michele Arcangelo Martella, vivente), che lo hanno vissuto. Persone per lo più decedute ma da considerare come componenti essenziali della memoria storica solofrana. I loro sono dei validi contributi rilasciati all’amico-collaboratore, nonché appassionato della storia locale, Aniello Coppola. Michele Cefalo ha spiegato “Avevo 18 anni e per scampare alla morte, con i miei familiari, mi rifugiai presso una zona alta di Solofra, precisamente alla ‘Postella dell’olivo’. Però la deflagrazione delle bombe creò uno spostamento d’aria tanto forte da spingerci fuori dal riparo…in quell’inferno morirono molte persone…e le zone più colpite furono Caprai, Sorbo, Balsami e la Scorza. Nei bombardamenti persi mia sorella Carmelina…al cimitero mi diedero un piccone, fui io stesso a seppellirla”. La signora Argentina ha ricordato “Scappammo dalle bombe, portando sulle spalle mio fratello Gennaro, caddi in un fosso. Vi erano dei soldati tedeschi ed ebbi paura che ci uccidessero, invece ci aiutarono ad uscire dal fosso e di metterci al riparo, poi ci accompagnarono fino alla galleria ferroviaria dove erano presenti molti rifugiati”. La signora Nicolina D’Urso ha rievocato la caduta dell’aereo caccia-bombardiere tedesco abbattuto nel cielo di Solofra il 16 settembre 1943. La signora Pompilia ha rammentato “Ho vissuto il bombardamento nella galleria ferroviaria insieme alla mia famiglia. C’era tanta gente, chi piangeva e chi pregava perché tutto finisse subito. Restammo nella galleria per parecchi giorni. Uscimmo il 29 settembre 1943 e tutti ci recammo alla Collegiata S. Michele per pregare di essere scampati alle bombe”. Michele Lettieri ha precisato “Passammo quel giorno tra il castagneto della grotta Petraro nel monte Garofano, non lontano dal vallone Vellizzano al di sotto di un’altra grotta: quella di S. Marena o Marina…ricordo le incursioni aeree degli alleati, ne contai 5 o 6 di aerei ma dovevano essere di più… nella grotta eravamo più di 30 persone e uscivamo solo per prendere aria”. Giovanni Lettieri ha dichiarato “Appena usciti andai alla zona Selva di Nuzzo (odierna via Caduti 21 settembre) dove vidi morti mio zio Giuseppe insieme alla moglie e i suoi 3 figli bruciati…più in là in un altro pagliaio bruciato stessa sorte avevano fatti i fratelli Marianna, Giuseppe e Dante Grimaldi: una scena ancora viva nella mente”. Michele Arcangelo Martella ha menzionato “Durante i bombardamenti con la mia famiglia lasciammo la casa giù alla ferrovia ed andammo nei dintorni del Castello Orsini, congiungendoci ad altri familiari che vivevano in zona, e ci rifugiammo nella macchia di querce…e non lontano avvenne uno scontro a fuoco tra tedeschi ed alleati che provenivano da Turci-Serino”. All’unisono tutti hanno marcato che “La guerra porta fame e miseria oltre a mietere vittime innocenti, non si è imparato nulla dal passato”.


D.G.

 

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